Il metodo usato per la missione è stato “senza metodo”:
semplicemente cercare il contatto con la gente. Due frati con il saio color marrone sotto il sole per ore e ore,
perché ogni giorno abbiamo avuto una presenza di sette o otto ore in spiaggia,
per dieci giorni, non è sfuggita ad alcuno. A questa presenza in spiaggia si è
aggiunta alla sera la celebrazione eucaristica con omelia di padre Paolo nella
chiesa di S. Antonio, a ridosso della spiaggia. La gente ha espresso il
proprio gradimento per l'iniziativa. Abbiamo avvicinato la gente con grande rispetto del loro tempo di
ferie, senza nessun atteggiamento invadente, e voglio dire che non siamo stati
guardati come degli audaci, degli innovatori, da mettere a
confronto con i tradizionalisti, ma, appunto, come due frati, due frati
di Francesco. Abbiamo visto che veramente è necessario un lavoro di catechesi.
Molti hanno una fede, che assomiglia al moto impresso ad una tavola di legno da
un'onda che viene da lontano. E' una fede che procede dalla spinta della
testimonianza del passato, ma che ormai è flebile e poco in grado di
rilanciarsi nel futuro. Necessario dunque che l'onda riprenda vigore, slancio.
Così il nome della nostra missione su spiaggia potrebbe chiamarsi “Risvegliare
la preghiera”; una ripresa che ha bisogno di successivi cammini di
catechesi nelle parrocchie. Noi abbiamo cercato di risvegliare tanti. “Svegliati
o tu che dormi!” dice S Paolo nella lettera agli Efesini (5,14) e nella
lettera ai Romani (13,11) dice: “E' ormai tempo di svegliarvi dal sonno”;
noi abbiamo cercato di fare questo. Svegliarsi dal sonno per mettersi in
cammino con lo sguardo teso verso la civiltà dell'amore. |