MI DAI UN PASSAGGIO? Strada facendo… 

 

 
(At 8,29-31): "Disse allora lo Spirito a Filippo: Va avanti e accostati a quel carro (...). E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui".
 
 

FRA PAOLO BERTI   

O.F.M. capp.

 

VII EDIZIONE

 

Nihil obstat padre Corrado Corazza

ministro provinciale o.f.m. Capp.

Bologna, 6 agosto 1988

 

Imprimi potest

Vescovo Luigi Amaducci

Vescovo di Cesena e Sarsina

Cesena, 12 settembre 1988

 

 

Gli incontri sono stati resi con un lavoro redazionale

 

UNA VOCAZIONE A FARE IL PROFETA E FANTASIE ORIENTALI

Sono le 2 pomeridiane, il sole splende nel cielo senza nubi; sto ad un lato della Via Emilia Levante in attesa della provvidenza di un passaggio. Ecco un’auto con a bordo due giovani: quello che conduce ha una corona di Maria al collo.

 

“Salute, fratello! Vedo che porti il rosario al collo!”.

“Dove deve andare, padre?”.

“Vado a Faenza”.

“Noi arriviamo solo al villaggio di padre Marella, ma allungheremo un po’ e la porteremo fino a Imola”.

“Che cosa fate di bello?”, chiedo ai due giovani, rivolgendomi in particolare a quello che porta la corona al collo.

“Io sto per farmi frate, a S. Maria degli Angeli, la culla del francescanesimo”.

“Benissimo! Vedo che la Madonna ti guida bene!”.

“Però non so, mi hanno detto che dovrò obbedire a loro. Io, invece, voglio fare il profeta”.

“Sta attento a non fare lo strano”.

“Io voglio fare il profeta. Senta padre, posso farlo senza andare laggiù ad Assisi?”.

“Lo sai il Credo? Credi in Dio Padre, nel Papa, nei Vescovi?”.

“Sì, credo anche se non capisco tutto”.

“Allora vivi il tuo cristianesimo e sarai segno profetico; non andare in cerca di fantasie e vedrai che saprai dire la tua parola”.

L’altro giovane che conduce prende la parola:

“Io, padre, credo che uno possa fare il profeta anche fuori della Chiesa; vede, in India ci sono persone che non mangiano se non vegetali. Loro credono che le anime riprendono altri corpi dopo morte, fin tanto che non fanno una vita buona, allora non si reincarnano più”.

“Fratello, sta buono e tranquillo perché per caso, in queste cose hai trovato uno che se ne intende”.

“Padre, ma quelle anime che dopo morte prendono un altro corpo?”.

“Senti, la reincarnazione, di cui tu parli, la Chiesa è già da 2000 anni che la condanna e, prima di lei, la condannava il popolo d’Israele e tutti coloro che avevano del buon senso.

La Chiesa ci dice che, terminata la vita, si va in Paradiso, o all’Inferno, o al Purgatorio. E basta!”.

“Penso, però, che l’Inferno e il Purgatorio l’abbiamo dentro di noi; io mi sento tra l’Inferno e il Purgatorio”.

L’auto sta per fermarsi. Prendo una corona di tasca.

“Tieni, così l’hai come il tuo amico”.

“Tenga, padre…”.

“Lascia stare, che non ho bisogno di quei soldi”.

“No, tenga”.

“Beh, saranno per fare del bene. Salute!”.

 

DIO NON DOVEVA FARLO MORIRE

In prossimità di un casello dell’autostrada del Sole. Si ferma un signore dall’aspetto dimesso, che parla a  stento.

 

“Venga, padre. Prima, però, vado a mangiare un panino. C’è una locanda qui vicino. Porca miseria, è chiusa!”.

“Starà mica a bestemmiare, adesso! Vediamo se troviamo altrove”.

“Padre, io ho conosciuto dei frati. Sono stato in Africa… Conosco padre…”.

“Benissimo, mi fa piacere!”.

“Solo che sono un miscredente. Mi è capitata una cosa che non doveva succedere. Mi è morto mio fratello; aveva fatto la guerra; dalla sua morte io non credo più”.

“Lei fa male ad accusare Dio della morte di suo fratello. Dio non è per la morte”.

“Io Dio lo lascio nel suo brodo!”.

“Senta: chi è in realtà nel suo brodo? È lei, non Dio! La morte non l’ha programmata Dio; è stato il peccato dei nostri progenitori ad introdurre nel mondo la morte. Guardi un Crocifisso: Dio si è incarnato per solidarizzare con noi; è morto lui stesso. Il terzo giorno è risorto e così sarà per suo fratello. Io, piuttosto, temo che lei vada a finire male con queste sue idee”.

La macchina corre veloce. Tutti e due stiamo in silenzio.

“Dalle mie parti stanno raccogliendo la carta per le missioni”.

“Ma bene! Senta, ascolti quello che le ho detto; mica le ho chiesto del denaro, e poi non mi vedrà più. Creda che Dio è il Dio della vita e che suo fratello ora vive in cielo e risorgerà. Tenga questa corona di Maria”.

“Grazie, padre, la darò a mio nipote”.

“No, la tenga lei!”.

“No, la darò a mio nipote”.

“La tenga. Come si chiama?”.

“…”.

“Ascolti quello che le ho detto, non mi vedrà mai più”.

Mi sorride.

 

SONO TESTIMONE DI GEOVA

Prendo posto sul sedile di dietro; l’auto è guidata da una ragazza dai capelli biondi e lunghi; avrà 21 o 22 anni.

 

“Salute!”

“Sa chi sono io?”.

“Mica è facile dirlo?”.

“Sono una Testimone di Geova!”.

“Davvero!? Ma come hai fatto? Ma lascia stare, quelli ogni tanto vanno su di un monte e aspettano la fine del mondo, e hanno un bel da aspettare”. Adesso parlano di fine del sistema. Cioè verrà Geova a colpire tutti i cattivi, ed è questa la fine del sistema. Poi la risurrezione e i buoni abiteranno questa terra. Intanto Geova è l'autore del progresso tecnico che i risorti di Geova, perché i cattivi sono dissolti - l'inferno per i Testimoni di Geova non esiste -, godranno felici e contenti in questa terra. Peccato per loro che la Bibbia dica che la terra scomparirà (2Pt 3,13; ecc.) e ci saranno nuovi cieli e nuova terra.

“Voi leggete la Bibbia, ma non secondo quello che dice”.

“Senti un po', proprio voi, che mettete in giro Bibbie alterate nei passi che vi sono scomodi? Poi, noi, è da 2000 anni che la leggiamo con coerenza; voi, da quanti giorni è che ne siete diventati così specialisti?”.

“Noi la leggiamo così come parla, e basta!”.

“Noi, invece, vi diciamo che per capire bene la Bibbia occorre tener conto di tante cose che voi trascurate. Ad esempio, voi nell’Apocalisse leggete che ci sono 144.000 eletti che seguono l’Agnello; ed ecco dite che solo 144.000 andranno nella gloria del cielo. Invece noi diciamo che 144.000 è solo un numero simbolico per definire una grande moltitudine. Il simbolismo numerico era molto usato presso i popoli semiti. Il 3 è il numero perfetto, il 4 il numero cosmico, sicché 3x4=12, e 12 indica pienezza.

Poi, il quadrato 144, moltiplicato per 1000, indica una grandiosità. Se poi non crede che presso i popoli di allora si usavano questi simbolismi, basta che legga sulla Treccani la voce relativa al simbolismo numerico”.

“Anche noi sappiamo che certe parole per quei popoli avevano un altro significato; ad esempio: inferi non significa Inferno, ma solo aldilà. L’Inferno l’avete inventato voi, non c’è. C’è solo l’aldilà”.

“E’ verissimo che la parola inferi indica semplicemente l’aldilà; infatti, quando noi nel Credo diciamo che Gesù è disceso all’inferno, intendiamo semplicemente l’aldilà, ma l’Inferno esiste, e lo dice chiaramente la Bibbia. Segui la Chiesa, è stato il Signore a fondarla”.

 

NON ABBIAMO VOLUTO FIGLI

La strada è stretta e per questo è un po’ difficile che le auto si fermino.

 

“Cosa ne dice, padre, di questo mondo?”

“Ma! non so dove andremo a finire; la gente non ha voglia di pregare”.

Sono a bordo di una Mercedes, due coniugi sui 60 anni mi stanno innanzi.

“Ma penso che i partiti dovrebbero fare le cose più a modo…”.

La discussione prende questa piega politica. Ad un certo punto: “Io, però non sono contento, mi sento senza prospettive. Da giovani avevamo deciso di non avere figli. Non li abbiamo voluti, e adesso che siamo senza, siamo privi d’interessi per il futuro. Avrei da rinnovare tutti i macchinari nella fabbrica, ma non ne ho voglia. Cosa li rinnovo a fare?”.

La moglie condivide quello che dice il marito.

“Ma, perché non adottate un bambino?” (Ignoravo che a quell’età non l’avrebbero ottenuto).

“Ci avevamo pensato; avevamo fatto anche dei passi, poi uno lo voleva bruno, l’altro biondo, così siamo andati avanti, e adesso siamo vecchi”.

“Beh, non dobbiamo mai sentirci finiti. Avete certo un rimpianto, ma pensate a tutto il bene che potete ancora fare”.

 

CARICHIAMO SAN FRANCESCO

 

“Grazie per esservi fermati”.

“Niente, venga su; arriviamo però solo fino a Imola. Quando l’abbiamo vista, sa che cosa ha detto mio marito?”.

“No!”.

“Ha detto: “Carichiamo S. Francesco”.

“Bravi! Era già da un pezzo che stavo aspettando. Mah, coraggio pure, sono tempi duri”.

La signora mi chiede:

“Voi, durante la giornata, cosa fate?”.

“Beh, ci alziamo alla mattina in modo da essere in chiesa alle sei e trenta; ma questo a seconda della fraternità. Ad esempio: a Loreto le S. Messe iniziano alle sei. Poi si fa colazione, e dopo ognuno attende ai propri incarichi. E così via. La sera ci si ritrova per recitare il vespro. Le assicuro che si arriva al termine della giornata ben stanchi”.

“Possibile, state lì in chiesa, andate un po’ in giro…”.

“Anche in questo caso, signora, vale l’adagio <provare per credere>. A lei forse è concesso uno sgarbo, è concesso di poter mostrare il muso, a noi no! Poi, la preghiera non è mica qualcosa che si dice ogni tanto, è tutto uno stile di vita condotto alla presenza di Dio”.

“Io, però, vi farei sposare tutti, così sapreste cosa vuol dire lavorare, e poi non è normale”.

“Guardi, quanto a lavorare stia tranquilla che non ci tiriamo affatto indietro. Nei conventi lavoriamo nell’orto e nella cucina; poi, se non basta, guardi l’esempio dei missionari che sono in Africa. Riguardo la normalità, le dico che siamo in perfetta regola con la scienza psicologica e con quella biologica.

Una delle caratteristiche che occorre avere per essere candidati al sacerdozio, è quella di essere adatti al matrimonio. Non si vive, infatti, bene il celibato se non si è capito il dono del matrimonio; ma, stia attenta, non si vive neppure bene il matrimonio se non si è capito bene il celibato. Senza questa comprensione il matrimonio scende a livelli animali”.

“Sì, però, la Chiesa dovrebbe essere più elastica, aggiornarsi”.

“Senta questo ragionamento. Voi dite che i preti sono dei furbi che pensano solo a mangiare e bere, ma non le pare che stiamo smentendo queste accuse? Basterebbe, infatti, che cominciassimo a dare assoluzioni a casaccio, a dire: <Fate bene ad usare la pillola>, per avere le chiese piene. Ma, invece, guarda caso, non facciamo nulla del genere. Allora, cosa si deve concludere? Che la Chiesa non è una mangiona, ma rimane fedele a se stessa, al messaggio di Cristo, anche quando questo causa impopolarità”.

La signora mi guarda con un sorriso:

“La sapete lunga voi!”.

“Per fortuna! Se no, come potremmo sbrogliare certe idee?”.

 

NON TI PREOCCUPARE AVEVO VISTO LA COCCARDA

 

“Salute, sto andando verso Faenza”.

“La posso accompagnare solo per un breve tratto”.

In basso, vicino alla serratura della portiera di sinistra noto subito una coccarda con falce e martello.

“Sei di questi paraggi?”.

“Sì”.

“Che cosa fai?”.

“Sono universitario”.

“Eh, sì, oggi se non c’è una qualche qualifica, si va poco avanti”.

“Mi dica, la Chiesa come vede questa situazione? Mi pare stia attraversando una forte crisi!”.

“Sì, è vero, ci sono difficoltà, ma non tali da perdere la fiducia. Ci sono stati altri momenti difficili e n’è sempre uscita fervorosa e solida. La Chiesa è tutt’altro che un pezzo da museo come vogliono taluni”.

“Però la gente si allontana”.

“Guardi, anche se per ipotesi rimanesse un solo cristiano a testimoniare il Vangelo, non per questo si dovrebbe concludere che la verità è nel numero restante. Del resto, adesso che ci penso, la Verità si è già trovata sola sul Calvario in mezzo ad una marea accecata dall’odio”.

“Voi religiosi come vi trovate?”.

“Beh, noi soffriamo, e stiamo tranquilli: il Vangelo ci dice che si farà un solo ovile con un solo pastore, per cui speriamo che il mondo assisterà, prima o poi, ad una grande fecondità della Chiesa in tutto il mondo. Quando non lo sappiamo, però sarà così”.

Siamo arrivati.

“Io, però sono ateo, e comunista”.

“Non ti preoccupare, avevo visto fin dall’inizio quella coccarda. Salute, grazie del passaggio”.

 

LA SALUTI CON “L’AVE MARIA”

Autostrada Torino - Piacenza. Ore 11. C’è un caldo feroce. Una macchina… poi un'altra…una si ferma. Ha la targa svizzera: "Mamma mia! Speriamo che parlino italiano".

 

“Buongiorno. Salga!”.

“Grazie del passaggio. Fin dove arrivate?”.

“A Genova”.

“Ma siete fuori strada, qui si va a Piacenza!”.

“No! Ci hanno detto che arrivati a Tortona dobbiamo uscire”.

“Avete una cartina? Si, avete ragione, uscendo a Tortona si arriva di filato a Genova.

Di dove siete?”.

“Di Losanna, ma io - chi parla è la signora, il marito conduce in silenzio - sono veneta. Ci siamo presi da Losanna, che Dio ci aiuti, perché guai ad essere senza Dio”.

Da queste parole mi trovo incoraggiato. Prendo di tasca una corona, la benedico e gliela offro.

“Oh! Grazie, ma io amo Gesù Cristo, è un grazioso ricordo che mi dà, ma noi dobbiamo pensare solo a Dio. Io mi appoggio qui - tira fuori una minuscola Bibbia in francese - qui trovo tutto!”.

“Lei è cattolica?”.

“Si, ho avuto il Battesimo, sono cattolica, però a Losanna frequento una chiesa evangelista, protestante”.

“Vada in quelle cattoliche e preghi la Madonna!”.

“No! Noi dobbiamo amare solo Cristo; niente santi, niente Madonna. E’ Cristo il mediatore presso il Padre”.

“Vede, Gesù è l’unico mediatore che noi abbiamo presso il Padre, ma per andare a Gesù è importante l’opera della Madonna. Legga nel Vangelo di Luca come nella capanna di Betlemme i pastori trovarono sì Gesù, ma accanto alla Madre. Senza la Madonna Gesù non sarebbe venuto a noi in carne ed ossa”.

“Poi tutte quelle processioni…! Voi fate dell’adorazione!”.

“Le garantisco di no! Le processioni poi, sotto termine di cortei e marce, le fanno tutti. Noi amiamo la Madonna, non l’adoriamo! Mi ha detto che è cattolica, non butti via quella corona”.

“E’ bellina, un bel ricordo. Mi piace la croce perché non c’è il Signore. Il Signore è risorto!”.

Non rispondo, ma vorrei dirle:

“Guardi, quando noi rappresentiamo il Crocifisso, non è per negare che sia risorto, ma per dire che la sua passione continua ancora in noi, sue membra, e per accendere in noi l’amore per il suo sacrificio, per avere in memoria i suoi patimenti”.

“Siamo già ad Alessandria”, dico io.

“Sì, ormai siamo giunti!”.

Decido di divagare.

“Arrivederci, grazie del passaggio. Quella corona non la butti via. La Madonna le vuole bene, la saluti, come l’arcangelo Gabriele, con <l’Ave Maria>”.

 

VADO VERSO L’ORIENTE

Sull’autostrada per Piacenza. Un giovane sta facendo l’autostop. Sulle spalle uno zaino verde militare.

 

“Salute, vediamo di tentare insieme la sorte!”.

Mi metto a fare il segnale e, dopo pochi minuti, ecco un’auto si ferma.

“Vieni, il frate ha trovato un passaggio. Dove vai con quello zaino?”.

“In India”.

“Mica andrai a fare il santone e a raggiungere il nirvana?”.

“No, vado a visitarla per vedere come vivono”.

“Sei cattolico?”.

“Sì, lo sono!”.

“E allora quando entrerai nei templi indù e vedrai i bramini non lasciarti suggestionare”.

“A me non interessa la trascendenza, m’interessa la fenomenologia”.

Si mette a fare tutto un discorso per dimostrare che solo nel fenomeno c’è la verità.

“Ma, non ti sembra che l’uomo abbia le capacità razionali per arrivare ai concetti?”.

La conversazione sta diventando discussione. Fa il primo anno di filosofia; noto che assume un’aria di superiorità nei confronti del fraticello, pensato con la testina nel cielo.

Penso di giocare la carta di rivelargli a bruciapelo il mio titolo di laurea.

“Senti, tu puoi parlare ancora per un pezzo, però guarda che queste cose le so bene. Le ho studiate. Sai, prima di farmi frate, mi sono laureato in architettura”.

Prodigio! Di colpo smette di fare il sapiente. Sembra diventato disponibile ad ascoltare.

“Sei cattolico? Bene! Vivi la tua fede, vedrai che ti realizzerai e lascia stare il canto della fenomenologia, che è già anche vecchio, fra l’altro!”.

Ci lasciamo da buoni amici al casello di Piacenza.

 

DIECI AVE MARIA

Via sulla strada. Nessuno. Mi metto a camminare. Ecco un’auto. Un’altra. Neppure. Finalmente. La radio, accesa su di una stazione estera, trasmette musica.

 

“Pace e bene, vado a Bologna”.

“Bene, venga su. E’ molto giovane lei!”.

“Beh, sono sui trentacinque” (Adesso ne ho di più).

“E’ da molto che è nei frati? Le faccio questa domanda perché faceva l’autostop; di solito i frati sono più riservati”.

“Sono tre anni, ma prima volevo farmi sacerdote secolare”.

“Padre, io vado in chiesa, però sono blasfemo. Quando sono arrabbiato bestemmio e lo faccio perché so che Dio mi sente”.

“Ma perché!? Non sa che la bestemmia è una grossa menzogna? Poi detta così, contro Dio! Sa che è difficile pensare ad un peccato più tremendo?”.

“Ne ho fatta anche una grossissima: ho desiderato una donna. Mi sono detto: <Non m’importa; anzi sono disposto ad andare all’Inferno>”.

“Stia attento che il Diavolo, le gira attorno ben bene”.

“Ho visto dopo un personaggio brutto, repellente, che mi guardava; era orribile!”.

“Lasci stare! Chissà cosa avrà visto in quello stato d’animo!

Pensi adesso a fare una buona confessione, e al Paradiso”.

“No, io vado all’Inferno, dentro mi sento un gran peso…”.

“Vada a confessarsi, vedrà che tanta roba andrà via”.

Non ho nessuna corona con me, se non una appesa al cingolo.

“Tenga, rimanga attaccato al rosario di Maria. Adesso diciamo dieci Ave Maria”.

“Non me la ricordo!”.

“Fa niente, segua me, poi gliela scrivo”.

 

QUESTA MI SALVERA’

E’ ormai buio e l’autostop diventa problematico. Una macchina, un’altra. Finalmente vedo una 500 scura che avanza dopo un’inversione a U. Mi offre un passaggio.

 

“Venga su, padre. Dove deve andare?”.

“Vado a Bologna”.

“Anch’io, venga! Mi devo solo fermare in un magazzino per ricevere un pagamento. Io sono un insegnante, ma per arrotondare cerco di vendere un po’ di roba. Prima l’ho vista.

Mi sono detto: <Torno indietro>. Com'è dura, padre, la vita!”.

“Eh sì! Si corre, si corre, ci si affanna, e se uno non trova un po’ di pace nel Signore scoppia”.

“E’ vero. Da bambino andavo sempre a servire la Messa. Adesso però, è tanto tempo che non vado in chiesa. Quando ci entro mi viene da piangere ed esco subito”.

“Non si preoccupi del pianto, vada in chiesa e lasci che le lacrime vengano giù”.

“E’ duro ricordare che si è lasciato le pratiche, che si è peccato! E’ la carne che mi ha preso e poi non ho saputo riprendermi”.

Tiro fuori una corona:

“L’attacchi da qualche parte!”.

“Grazie, questa mi aiuterà. Sono tanto stanco. Ho sempre creduto nella Chiesa. C’è uno che da tanto tempo mi dice d’iscrivermi alla Massoneria; ma io gli ho sempre risposto che rimango nella Chiesa; mi dice sempre: <La Massoneria non ti proibisce di andare in chiesa, solo devi rimanere staccato da quello che vi si compie>. Ma io rimango fedele”.

E’ un signore sui cinquant’anni: deve essere stanco, afflitto da tante frustrazioni, ha un tic nervoso.

“Grazie, padre, per la corona; questa mi servirà. Capisce? Per vincere la carne”.

“Non frequenti più quel massone, perché, dai oggi, dai domani, può arrivare il momento nel quale uno cede, e allora è difficile tornare indietro. Vada a confessarsi e non abbia paura del pianto. Pianga fin che vuole”.

“Padre, voglio accompagnarla fin davanti al convento. Dov’è?”.

“E’ in via Saragozza”.

Mi conduce fin davanti al convento. E’ tardi! La Madonna ha aiutato lui e me!.

 

MI SA DIRE QUALI SONO LE RAGIONI DI TANTA CRISI MORALE?

 

“Mi sa dire perché c’è tanta crisi morale?”, mi chiede con voce forte un signore sui 48 anni che mi ha dato un passaggio.

“Beh, le ragioni sono molte, comunque una grossa difficoltà è posta dal benessere egoisticamente inteso, per cui l’uomo, superbo delle sue conquiste, non s’interessa a Dio, crede sulle sole sue forze. Poi c’è l’azione dell’Inferno che soffia sulle miserie umane, e gli uomini si lasciano travolgere”.

“Io penso, però, che il Diavolo sia una nostra personificazione: il Diavolo è il nostro egoismo”.

“No! No! L’egoismo nostro è una cosa e il Diavolo è un’altra; ma lasciamo stare questo argomento”.

“No! Continuiamolo! Per me quello che chiamiamo Satana siamo noi”.

“Le dico che lei sta facendo confusione; anzi, la sua è una vera eresia. Satana è un angelo che non volle servire al piano di Dio, che prevedeva l’ingresso dell’uomo nella vita beatifica. Per questa sua superbia decadde, ed ora per invidia ed odio cerca di portare gli uomini lontano da Dio”.

Mi viene il pensiero di trovarmi di fronte ad un libero pensatore.

“Ma lei, è cattolico o che cos’è? Crede nel Papa?”.

“Ci sarebbe da discutere sulla fede nel Papa!”.

“Crede nella confessione?”.

“Sì e no. Io non mi confesso mai perché credo che quando uno ha fatto un esame di coscienza…”.

“Purtroppo le devo dire che si sbaglia”.

“Non mi vorrà fare un interrogatorio adesso? Poi non mi ha risposto alla domanda che le ho fatto”.

“Forse non sono stato esauriente del tutto, ma le ragioni sono quelle”.

“Poi, per il Diavolo, lei dice che è un angelo. Ma io vorrei discuterne!”.

“Io non posso discuterne come lei vorrebbe, perché lei vuole che aderisca prima ai suoi dubbi”.

Parla ad alta voce.

“Lei non capisce che io sono un emotivo! E’ un sacerdote e non capisce queste cose. Le ho fatto una domanda e lei mi ha detto che dico delle eresie!”.

Rimango agghiacciato.

“Scusi, ma devo ancora studiare tanto, e forse per questo non sono adatto a risponderle”.

A sentire questo atto d’umiltà si calma.

“Le chiedo scusa per non aver capito il suo temperamento”.

 

LA CONFESSIONE NON LA SENTO, MI PIACE SOLO LA COMUNIONE

Comacchio, in attesa di un passaggio per Bologna.  Una 500 con a bordo due fidanzati.

 

“Padre, dove va?”.

“Cerco di arrivare, prima o poi, a Bologna”.

“Ci andiamo anche noi, salga!”.

“Siete proprio bolognesi?”.

“Sì”.

“Cosa fate? Studiate?”.

“Io, ingegneria”.

“Io, invece, sono ragioniera, e sono impiegata”.

“Bene! Siete andati a Messa oggi? E’ domenica”.

“Eh, padre, siamo andati a fare un giretto”.

“Non va mica bene, sapete? Senza il Signore la vita non è per niente bella. Proprio oggi ho parlato con uno che era sul punto di suicidarsi e si è trattenuto pensando che da bambino era bravo e andava a Messa. Adesso ha ripreso, ma quanta fatica ha dovuto fare! Ricevete spesso i Sacramenti?”.

“A me, padre, la confessione non piace farla; la comunione si, ma la confessione no!”, dice la ragazza.

“Come si può pensare di comunicarsi con Gesù se prima non ci si è rappacificati con Lui?!”.

“Ma io gli chiedo perdono senza andarmi a confessare”.

“Non va bene, sono i protestanti che si comportano così. Noi crediamo che il perdono ci viene dato se andiamo dal sacerdote. E’ così bello il sacramento della penitenza! C’era un tale: Thomas Merton precisamente, che diceva: <Io amo immensamente il confessionale>. Si entra colpevoli e si esce assolti. Tutto al contrario dei tribunali umani”.

Il colloquio continua su altri punti.

 

CASTITA’ CONIUGALE

Sulla via Emilia in direzione per Bologna. Un camioncino con a bordo un uomo sui 40 anni.

 

“Salute, vado verso Bologna”.

“Bene, venga, l’accompagno per un tratto”.

Ha l’aspetto di un uomo avvezzo alla fatica, è in tuta e trasporta materiale da fontaniere. Facciamo silenzio per un po’. Poi, qualche osservazione sul tempo e, infine, gli offro una corona.

“Grazie, padre, l’ho già”.

“Bene, mi fa piacere”.

“Eh, sì, senza la preghiera non si combina niente! Lo dico sempre nelle riunioni della mia parrocchia, ma non tutti ascoltano. Hanno tanti problemi i miei compagni sposati, ma se pregassero li risolverebbero. Tanto per dirle, io sono sposato e ho 4 figli e posso dire che, con l’aiuto del Signore, non ho mai fatto un peccato contro il sesto comandamento.

C’è stato, sì, un momento o due dove stavo per perdere il controllo, ma mi sono frenato dicendomi: <Cosa stai facendo? Vuoi rovinarti?> I miei compagni mi dicono: <Ma come fai?> E io rispondo: <Amo Dio, e amo mia moglie>.

 

IL MIO PRINCIPALE E’ EBREO

In cammino verso l’autostrada Torino - Piacenza. Un camioncino. Il conducente è un signore sui 35 anni.

 

Il discorso si orienta subito sulla questione sociale, poi va sul fatto che la gente non si comporta bene, poi il discorso s’incentra su un fatto.

“Il mio principale è ebreo ed è una buona persona. Crede in Dio, prega”.

“Sa, tra gli Ebrei, come tra tutti gli uomini, del resto, ci sono brave persone; loro poi, che hanno la luce del Vecchio Testamento lo possono essere maggiormente. Peccato che si ostinino a non credere in Gesù: il vero Messia. Noi però abbiamo la speranza, che ci deriva da una profezia di S. Paolo nella lettera ai Romani, che anche gli Ebrei diverranno cristiani”.

“Dice sul serio che gli Ebrei si convertiranno?”.

“E come no! Sono sempre il popolo eletto che Dio ha fatto uscire dall’Egitto. Hanno sbagliato a rifiutare Gesù, ma anche loro sono oggetto della misericordia di Dio, che un giorno, quando crolleranno le loro false attese messianiche, li convertirà”.

Ci fermiamo e mi offre un caffè.

 

FACCIAMO SEMPRE TUTTO CON EGOISMO

Sull’autostrada Torino - Piacenza. Una Mercedes rosso scuro. A bordo una signora sui 35 - 40 anni.

 

“Grazie del passaggio. Vado a Piacenza”.

“Non ci arrivo, vado fino ad Alessandria”.

“Oh, com’è bella la vita – esclamo – e pensare che c’è tanta gente che, cercando di godersela, se ne fa un vero inferno. Mah!”.

“E’ vero. Ho due figli sapesse i pensieri; non si sa dove mandarli a scuola. Se si mandano alle scuole pubbliche imparano in cinque minuti a bestemmiare, più il resto. Li ho messi in scuole private”.

“Ha fatto bene, però non dobbiamo avvilirci e disperare della Provvidenza. Sono così belle le famiglie numerose!”.

“Io, per carità, non ne voglio ancora. Mi bastano due. Voi siete troppo rigidi. Dovreste ammettere la pillola”.

“Non è rigidità, signora, è verità. Il fatto è che oggi si ha dell’uomo una concezione animale. Se invece si pensasse che siamo figli di Dio e che ci aspetta una gloria eterna, e che Cristo è morto sulla croce per noi, non staremo lì a fare tante storie sul sesso. E poi, la Chiesa mica lo proibisce il sesso, solo vuole che sia orientato giustamente. La Chiesa è poi venuta con l’Humanae Vitae incontro agli sposati permettendo l’uso dei metodi naturali: il metodo sintotemico”.

“Ma possono fallire”.

“Il metodo sintotermico, il metodo della temperatura basale unito al metodo Billings, non ha insicurezze. Possibile che l’uomo metta dappertutto l’egoismo?”.

“E’ vero, mi dice, lo mettiamo dappertutto. Anche quando facciamo del bene lo facciamo perché speriamo in un vantaggio”.

La lascio dandole una piccola medaglia della Madonna.

“Ora tocca a te, Vergine Maria!”.

 

SI E’ BRAVE PERSONE ANCHE SE NON SI VA IN CHIESA

Strada Ravenna - Porto Garibaldi. Un signore sui 50 anni.

 

“Padre, io conosco una persona brava, onesta, che fa del bene, anche se non va in chiesa”.

“Non è inaudito che una persona si comporti bene, sia educata e pensi ai suoi amici, anche se non crede. Quello però che non si capisce e che pone nette riserve sulla genuinità del suo comportamento è proprio il fatto che non vada in chiesa e come la sua beneficenza non voglia unirsi alla carità di Cristo. Mi spiego: l’uomo è naturalmente cristiano, perché Cristo si è fatto tutto per l’uomo. Ora, uno che è giusto e orientato a Dio, non può non amare Gesù e la sua Chiesa. Se questa unione non si realizza, vuol dire che c’è qualcosa di viziato”.

“Ho capito, però non fanno del male”.

“Ci guardi meglio, perché solo in Cristo l’uomo può veramente amare. Certo, se un uomo non ha avuto ancora la possibilità d’incontrare Cristo, come ad esempio un maomettano o induista, non dobbiamo vedere negativamente quel bene che fa, perché quel bene l’orienta a Cristo e lo salverà per Cristo, ma un cristiano che abbandona la sua fede si trova in acque tremende”.

 

NON CAPISCO LA CLAUSURA DELLE MONACHE

Sulla strada di Comacchio. Un giovane sui 19 anni.

 

“Vado verso Comacchio”.

“Mi fermo prima, ma resto sempre su questa strada”.

“Grazie. Vengo da Bologna, poi sono passato per Ferrara a trovare le consorelle di clausura”.

“Cosa ci stanno a fare là rinchiuse? Non lo capisco proprio! Capisco quelle che stanno negli asili, o sono negli ospedali; quelle fanno qualcosa”.

“Intanto devi sapere che nessuno le ha rinchiuse. Ci sono andate liberamente; valle a vedere: le vedrai tutte contente e allegre”.

“Che cosa fanno?”.

“Pregano, e per pregare senza le divagazioni del mondo, si sono appartate. Pregano per gli uomini che non pregano, e fanno sì che dalla terra salga al cielo un’invocazione continua”.

“Va bene, ma bisogna pur fare qualcosa di concreto per la società”.

“Ti assicuro che loro fanno quello che serve maggiormente alla società: pregano. Che non facciano poi niente, non è vero perché hanno da lavorare l’orto, confezionano paramenti sacri, provvedono per i poveri che vanno a chiedere un po’ di minestra… Pensa che si alzano anche la notte e, mentre tutti sono nel sonno, elevano per gli uomini le loro preghiere. Ce ne fossero di più di monasteri di clausura! Oggi tutti corrono, si affannano, si travolgono uno con l’altro sulle autostrade, ma ci sono anche anime che, nel silenzio e nel nascondimento, pregano affinché gli uomini diventino più uomini”.

“Ho capito. Comunque voglio chiederlo anche al mio prof. di religione”.

“Bene! Però digli con esattezza quello che ti ho detto e non che hai incontrato un frate che diceva strane cose”.

 

SONO ANNI CHE NON NE AVEVO UNA

Sto andando verso Piacenza. Una signora con un bambino mi dà un passaggio. Il bambino avrà 5 anni. La signora è sui 26 - 30 anni.

Mi rivolge subito una domanda:

 

“Padre, perché lei è frate e non prete?”.

“Mi sono fatto frate perché ho sentito la chiamata alla vita religiosa, anzi le posso dire che prima volevo farmi sacerdote secolare e solo dopo ho pensato di vestire l’abito di Francesco”.

“Ma, tra frati e preti non c’è differenza?”

“No, il sacerdozio del prete e quello del frate è il medesimo. La differenza sta solo nel carisma della vita religiosa”.

“E come fa uno a capire di essere chiamato nei frati?”.

“Quello che le posso dire, è che uno capisce”.

Ci fermiamo ad un autogrill e mi offre un panino e un caffè. Ripartiamo.

“Tenga questa corona”.

“Sono anni che non ne avevo una. Ho tanto bisogno che Dio mi aiuti; sono sull’orlo della disperazione. Preghi per me”.

 

SONO CANADESE

Autostrada Piacenza - Bologna, il passaggio mi è offerto da una signora canadese. Nel sedile dietro ha due bambini, parla abbastanza bene l’italiano.

 

“Vengo da Torino”.

“Sempre in autostop?”.

“Eh! Cerco di essere fedele al cavallo di S. Francesco. Di quale nazione è?”.

"Sono canadese, ma da molti anni sono in Italia”.

“Si trova bene? Le piace questa terra?”.

“Sì”.

“E’ grande il Signore ad aver fatto tutto per noi. Se capissimo il bene che ci vuole non staremmo più a fare tanti peccati. Essere figli di Dio dà le vertigini, solo a pensarlo”.

“Sì, davvero! Purtroppo, da quando sono in Italia la fede, mi si è affievolita. In Canada mi era più facile. A casa c’era un ambiente molto cattolico, invece qua in Italia mi trovo un po’ disinserita”.

“Ha ragione di dire che vede poca testimonianza religiosa, ma le chiese ci sono e poi, se non moltissimi sono i praticanti, e non tanti danno il buon esempio, la maggioranza ha sentimenti cristiani”.

“Non sono stata aiutata, però, comunque, combatterò la mia battaglia, voglio riprendermi”.

“Ma sì, il Signore le vuole bene e l’aspetta per darle il suo amore, certo che oggi non c’è in giro un bello spettacolo di fedeltà a Dio, ma dobbiamo avere ugualmente fede”.

“Grazie del suo incoraggiamento. Combatterò la mia battaglia”.

 

NON MI SONO FATTO SACERDOTE PERCHE’ LO FACEVO SOLO PER ME

Autostrada Piacenza - Bologna. Chi mi da il passaggio è un giovane ingegnere sui 28 anni.

 

“Ho un figlio e un altro in arrivo”.

“Dica! Il Signore le ha fatto bene o no le cose?”.

“Sì, davvero, l’opera del Signore è stupenda. Sa, c’è stato un periodo in cui avevo perso la fede. Poi mi sono capitati per le mani scritti di un gruppo induista. Erano scritti in italiano e li ho letti”.

Mi dice qualcosa del loro contenuto.

“Sì, però è sottilmente egoistico vedere le cose in questo modo”.

“E’ vero, comunque quelle letture hanno segnato per me una ripresa religiosa. Andai dal mio parroco e cominciai a frequentare regolarmente la Messa”.

“Bene! Però il cristianesimo vuole amore e perdono anche per i nemici, cosa che gli induisti non si sognano di fare; il loro modo è di non occuparsene; noi, invece, dobbiamo amarli positivamente e preoccuparci della loro salute spirituale”.

“E’ vero! All’inizio mi era venuta la voglia di farmi sacerdote, ma poi mi sono accorto che lo facevo solo per me. Chi mi dirigeva se ne accorse subito e mi sconsigliò, perché un sacerdote è per gli altri e deve essere pronto a sacrificarsi come Cristo. In lui deve estinguersi ogni vana gloria”.

Parliamo del matrimonio. Mi lascia dicendomi: “Grazie della conversazione. Oggi, tutti quelli che incontrerò ne beneficeranno”.

 

IL COMUNISMO DAL VOLTO UMANO

Sulla via Emilia, in rientro al convento di Bologna. L’auto che si ferma è ampia e veloce. A bordo due giovani. Quello che non conduce prende la parola.

 

“Sa, padre, che sono stato in collegio dai Salesiani?”.

“Bene! Mica sarai però uno di quelli che, dopo essere stati nei collegi, dicono:<Ho ricevuto dei cattivi esempi, di Messe ne ho ascoltate troppe per cui non ci vado più?>.

“No, sono rimasto contento di quello che mi hanno dato. Però in questo mondo, così pieno di occasioni…”.

“Beh, coraggio! Oggi bisogna essere decisi e la Chiesa c’incoraggia ad esserlo. Avete letto il documento del Vescovo vicario di Roma sul marxismo? Sembrava, a tanti, che a Roma si pensasse al compromesso, e invece…”. 

Quello che conduce mi dice: “ Voi combattete sempre il comunismo, ma molti comunisti non hanno dimenticato che c’è Dio”.

“Fanno bene. Ma avete mai pensato il perché delle nostre diffidenze? Un sistema che vuole abolire il primo dei dieci comandamenti, come possiamo accettarlo? E poi bisogna andare nei paesi oltre cortina per vedere quali risultati ci sono”.

“Ma, in Italia il comunismo ha un altro tono”.

“Certo, adesso e a parole ha un altro tono, ma se il regime che voi volete venisse davvero, i primi a lamentarsi sareste voi. Sappiamo quello che è successo a Praga nel 1948. Anche allora i comunisti si presentarono con il volto umano, ma il risultato fu che, dopo aver fatto tante assicurazioni, vennero chiusi tutti i seminari, imprigionati i vescovi, 2000 sacerdoti avviati alle case di ateizzazione. Lei faccia quello che vuole, dia la preferenza a chi vuole, però, i fatti stanno così”.

“Perché ci avete scomunicati?”.

“La scomunica per la Chiesa è un atto che sancisce una separazione già avvenuta. Se uno dice di non credere nell’esistenza di Dio è già di per sé fuori dalla Chiesa. Ora, la Chiesa reagisce con la scomunica perché i fedeli non giudichino mancanza di forza e di chiarezza il suo silenzio. Comunque la scomunica era rivolta solo ai militanti dell’ateismo”.

Sono arrivato. “Arrivederci, padre!”.

“Salute! Continui a credere in Dio!”.

 

SE IL SIGNORE NON COSTRUISCE LA CASA

Strada provinciale Ferrara - Bologna. A bordo dell’auto ci sono due signori.

 

“Come pensa che stia andando, padre, il mondo?”.

“Ma! Ognuno è capace di guardarsi attorno e di darsi una risposta; comunque, dal punto di vista della fede, non c’è da sostare su troppi allori”.

“Io non vedo rosea la situazione, e credo che non si raggiungeranno risultati senza il ricorso a Dio. Oggi c’è troppo umanesimo deformato”.

“Però le realtà terrene sono autonome!”.

“Relativamente autonome! Hai mai letto i versetti di quel salmo che dice: <Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori?>. Ci sono oggi tanti democratici che credono di poter fermare le idee marxiste con le sole risorse umane, ma ho paura che costoro prima o poi rimarranno meravigliati. Leggevo, in un libro di padre Cornelio Fabro: <Introduzione all’ateismo>, che il pericolo che oggi corre la fede è da giudicarsi superiore a tutte le ventate anticristiane che ci sono state. Fabro dice che l’ateismo non è la semplice negazione dell’ Assoluto, ma una concezione che tende ad abbracciare tutto, e si fissa, poi, scegliendo la sola dimensione storica, chiudendosi in questa con la scelta della prassi. La materia per l’ateo appare così increata, necessaria, esistente di sé; la vita è per lui un risultato della materia, e l’uomo un prodotto evolutivo in evoluzione. Questa evoluzione avviene nell’esercizio della prassi, nella prospettiva del risultato storico. Sicché l’essere umano si evolve nella misura del suo successo terrestre;questo è il materialismo storico”.

“Sì, è vero quello che dice”.

“E allora, perché non si vuole vedere come stanno le cose, fino in fondo?”.

“Ho capito, comunque noi politici faremo la nostra parte”.

“Aggiungeteci, però, un po’ di preghiera”.

 

I TUAREG

Autostrada Torino - Piacenza. A bordo di un'alfa, un assicuratore.

 

“Salute! Grazie del passaggio”.

“Ah, di solito carico”.

“Che bella giornata, com’è grande il Signore!”.

“Io sono religioso, ma non sono arrivato a Dio attraverso quello che voi dite. Io penso che sia un fatto personale".

"Però non è arbitrario e soggettivistico: deve essere ancorato a base oggettiva”.

“Spiacente. Io non lo credo. Sono andato in Africa ed ho visto i Tuareg e sono rimasto….”.

“Io, però, comincio a pensare che il suo Dio non esista”.

“Spiacente di deluderla!”.

“E’ sposato?”.

“Sì”.

“Quanti figli ha?”.

“Nessuno”.

Mi guarda con una smorfia che vuol dire: <E’ forse importante averne?!>.

“Mi dispiace per lei, e non voglio cercare ora di convincerla. Voglio solo cercare di farle capire che ci sono persone assolutamente convinte che a Dio si accede per mezzo di Cristo e che Cristo vive nella Chiesa”.

 

OLTRE IL REALE

Autostrada Piacenza - Bologna. Un artigiano tessile.

 

“Meno male che ogni tanto c’è qualche anima buona. Grazie!”.

“Di niente! Però, se non avesse avuto quell’abito sarei andato dritto”.

“Bravo! Che lavoro fa?”.

“Ho una piccola industria tessile, con mio fratello e mio zio”.

“C’è del lavoro?”.

“Sì, non ci lamentiamo; però c’è un po’ di crisi in giro”.

“Coraggio! Si ha la sensazione che l’uomo abbia perso il buon senso e sia preda di fantasticherie”.

“Dice bene. Ogni tanto mi capita in mano l’Intrepido e c’è una serie di fumetti chiamata <Oltre il reale>”.

“Ho guardato anch’io una volta un numero; c’erano dentro delle panzane, che non le dico”.

“Certo, va considerato tutto un fumetto; se uno prende sul serio certe cose, guai!”.

“Purtroppo, però, non tutti hanno la testa sulle spalle, e molti prendono per vere parti di fantasie in eruzione. Ma lasciamo stare! Godiamoci la bella giornata che il buon Dio ci ha mandato”.

 

MI E’ DIFFICILE PENSARE CHE CI SIA IL PARADISO O L’INFERNO

Strada Ravenna - Faenza. Un giovane sui 26 anni.

 

“Che bella giornata!”.

“Sì! Sto andando in un piccolo podere a lavorare un po’. E’ qui sulle colline. Lo lavoro con mio padre, così, per stare in mezzo alla natura”.

“Che bella idea avete avuto! Ci si sente anche più buoni, dopo una sana fatica. Chi lo vuole, su questa terra, può gustare alcune primizie del Paradiso”.

“Voglio essere sincero, padre; a me sembra tanto strano parlare oggi di Paradiso”.

“Non è esatta la tua idea. Guarda, posso concederti che molti uomini d’oggi sono portati a misconoscere il Paradiso promesso da Cristo, ma ad un paradiso ci pensano. Il fatto è, però, che l’oasi che bramano non c’è. E’ come un miraggio nel deserto: l’uomo lo rincorre, ma dopo essersi sfibrato si ritrova in mezzo alla solitudine”.

“E’ vero. Ma pensare all’aldilà….”.

“Allora, lasciamo stare l’aldilà per un momento, e continuiamo a riflettere sull’aldiquà. Non ti sembra che tutto l’affannarsi dell’uomo sia dovuto al fatto di essersi allontanato dalla speranza data da Cristo ed essersi rivolto a speranze che disperano?”.

“Va bene! Ma l’Inferno? Possibile che Dio, per un peccato, mandi uno a bruciare per sempre?”.

“Senti, l’Inferno lo ha creato Dio come castigo, ma non c’è nessuno all’Inferno che ci sia andato per caso; chi è all’Inferno e perché l’ha scelto lui. Poi è ambiguo dire che per un peccato Dio manda all’Inferno. Il fatto è che quel tale o tal’altro non ha voluto il perdono dei suoi peccati, ha rifiutato la redenzione del sangue di Cristo, che ha la capacità di perdonare i più orribili peccati che un uomo possa commettere. Rimani con la Chiesa e con quello che ti dice, sei un bravo giovane non ti sciupare”.

 

LA MATEMATICA MI HA TOLTO LA FEDE

Autostrada Bologna - Ravenna. Un giovane professore di matematica di 35 anni.

 

“Salute, vado verso Ravenna”.

“Salga, la porto fino alla deviazione”.

“Che lavoro fa?”.

“Sono assistente della facoltà di matematica di …..”.

“Bene! Gran bella cosa la matematica”.

“Sì! Però non lo so come sia successo, da quando mi sono applicato ad essa la fede mi è diminuita e adesso è molto debole”.

“Possibile che sia la matematica a fare certi effetti? Io conosco una ragazza che si sta laureando in matematica e pensa di farsi suora. Io la matematica la penso come un inno di riconoscimento dell’intelligibilità del creato. Certo, se uno si lascia prendere la mano, corre il rischio di aver la pretesa di volere misurare anche Dio. Poi, vedendo che questo non è possibile, fa come la volpe della favola di Fedro: Dice che Dio non c’è”.

“Sì, la fede è irrazionale e allora ha ragione la matematica a scartarla”.

“Ha ragione di scartare la fede che si rivolge a qualcosa d’assurdo e d’alienante. Ma Dio non è né assurdo, né alienante, e la fede in Lui ha perciò una razionalità. Voglio dire che chi crede ha tutta una serie di ragioni per credere e sente che la sua intelligenza non si muove in un assurdo, in una sfera occulta e avvilente, ma in un soprannaturale liberante, che gli dà dominio sulle cose. La fede in Dio realizza l’uomo e combina con le aspirazioni del suo cuore”.

“A volte penso: Siamo o non siamo?”.

“Per un matematico è brutto avere questo dubbio amletico, che poi nell'Amleto voleva dire essere un potente, uno che si afferma, o un niente. Noi siamo altro che storie! Se io con un martello le do un colpo sul piede lei sente benissimo che è, e che quel dolore non è una apparenza”.

“Questo è vero per me. Ma lei non sa che mi ha dato quel colpo”.

“Non ho bisogno di aspettare molto a saperlo: Me lo dice lei con il suo grido”.

“Ha ragione, bisognerebbe avere più tempo per riflettere, andiamo avanti così a casaccio”.

“Cerchi di mettere a posto la sua fede e vedrà che si troverà migliore, sia come uomo che come matematico”.

“Grazie della bella conversazione, mi ha fatto bene”.

“Ringrazi il Signore, mi dia retta”.

 

IL TERZO SEGRETO DI FATIMA

Autostrada Bologna - Ancona. Un Signore con la moglie e un figlio.

 

“Venga!”.

“Grazie, arrivo fino alla deviazione per Ravenna”.

“E’ da molto che aspetta?”.

“Non tanto”.

“Voi frati, siete nella manica della gente. I preti invece meno”.

“Ma no! Forse perché ci vedete meno. Poi quella del prete è una missione difficile! Stare una vita a contatto quotidiano con lo stesso gregge non è cosa da poco”.

“Si, ma voi siete distaccati dal denaro e certe colpe non le avete. E di colpe ce ne sono state nella Chiesa! Tutto quel potere temporale, tutti quei privilegi! Ma adesso ci pensa lo Spirito Santo a sbaraccare tutto”.

“Speriamo, ma ho l’impressione che ce ne sia troppo dello Spirito Santo in giro”.

“Io conosco alcuni che dicono che lo Spirito Santo nella Chiesa lo si è invocato poco”.

“Io, come francescano, non devo rimproverare S. Francesco: lui lo Spirito Santo l’ha avuto ben presente; e così credo riguardo a tutta la Chiesa. Basti pensare al fatto che è difficile entrare in una chiesa e non vedere “la colombina”; anche a Loreto c’è, sulla statua della Madonna. Lo Spirito Santo sempre soffia sulla Chiesa, e soffierà di più quando ci decideremo a portare sul serio la croce”.

“Dove crede che andremo a finire? Secondo lei è probabile una terza guerra mondiale?”.

“Secondo tutti è probabile, ci sono tutte le premesse. Si spera però che, di fronte ad una catastrofe che coinvolgerebbe vinti e vincitori, le nazioni retrocedano. Sforzi per la pace non ne mancano!”.

“Si sa qualcosa del terzo segreto di Fatima?”.

“Ufficialmente non è stato ancora pubblicato; uno stralcio sarebbe apparso sulla rivista “Nuova Europa” di Stoccarda, ma non si può dire che sia autentico; anzi non lo è”. (Attualmente è stato pubblicato per disposizione di Giovanni Paolo II).

“Certo che se le cose continuano così”.

“Beh! Speriamo il meglio. Ecco la deviazione per Ravenna. Grazie mille, la Madonna la benedica”.

 

NOI TANTE VOLTE RIFLETTIAMO POCO SULLE COSE

 

“Ho, che bel calduccio! Fuori c’è un vento che pela. Comunque non è che sia una brutta giornata”.

“Davvero. Ma, io non so, non si capisce più niente con queste stagioni”.

“Io ho la sensazione che questi discorsi nascono dal fatto che siamo insofferenti. Abbiamo la luce elettrica, l’acqua in casa, il riscaldamento, e vedendo che il tempo segue leggi che non sempre coincidono perfettamente con quelle che desideriamo ce la prendiamo”.

“Si, però, quest’anno, quant'acqua! Io penso che sia dovuto al fatto che è un anno bisestile”.

“Io, invece, credo proprio che quest’idea astrologica non tenga affatto. L’anno bisestile è un’esigenza del computo dei nostri calendari; una convenzione nostra, e non esiste affatto l’anno bisestile nella realtà delle cose. La natura non tiene conto delle nostre convenzioni. E’ roba da matti vedere la creduloneria astrologica che c’è nei nostri giorni. Si sperava che la gente prendesse queste cose così, come gioco, invece”.

 

DOMANDE DIFFICILI

Strada Bologna - Ferrara. Un signore sui 45 anni.

 

“Grazie del passaggio”.

“Niente. Lei però, come mai è sempre in giro? Mi sembra di averla già caricata un mese fa”.

“Non ricordo. Comunque non è che stia andando a zonzo. Vado dalle suore cappuccine di Ferrara”.

“Ho capito. Volevo chiederle alcune cose”.

“Dica pure”.

“La Chiesa come giudica quelli che curano con il fluido?”.

“Sono forze naturali?”.

“E del pendolino?”.

“Mi fa proprio delle domande difficili! Se non è usato per ricercare dati morali o anagrafici, il futuro o il passato, se non lo si usa su carte planimetriche, quasi che la carta desse suggerimenti, o ci fosse una sopra intelligenza che desse indicazioni, è un fenomeno naturale, almeno così si dice; altrimenti si deve necessariamente parlare di trucchi per gli ingenui,  o peggio di interventi diabolici. Io però non mi curo di queste cose, sono cose poco chiare. Si dice che è un fenomeno naturale quando viene usato per la ricerca di vene d’acqua. Rigorosa spiegazione scientifica non c’è, però. So di un caso dove, fatto lo scavo, non si è trovata l’acqua. E non era poi un principiante”.

“Scusi se continuo. Ho bisogno di chiarirmi le idee. Cosa ne pensa della telepatia?”.

“Per me la telepatia è una bubbola: non si dà trasmissione di pensiero. Sul piano scientifico la cosa è contestata. C’è un articolo sull’enciclopedia U.T.E.T. e anche sulla Motta a proposito”.

“Ci può essere l’intervento del Diavolo in quelli che guariscono con il fluido?”.

“Il Diavolo può certamente operare guarigioni, ma lì non c'entra il Diavolo. Comunque se non si è ben certi sulla rettitudine di quelle persone, per conto mio, è meglio starne alla larga, non si sa mai. Ho letto delle cose su di uno pseudo eremita che fa il profeta, guaritore, nel Veneto, che non mi piacciono per niente. Quando sono attaccati al denaro o si vantano, e si compiacciono di creare un ambiente suggestionato attorno a loro, è meglio starne lontano. Poi è meglio non usare la parola fluido, perché immaginosa, meglio dire energia elettromagnetica”.

“Allora lei non consiglia di andarci?”.

“Io non consiglio, né sconsiglio; dico solo che non bisogna avere precipitosi entusiasmi”.

“Vedo che lei ha studiato”.

“E pregato. Se la gente pregasse di più ci sarebbe più chiarezza in giro. Arrivederci per un altro passaggio”.

 

SAPIENZA MATRIMONIALE

Piacenza - Torino. Un giovane sui 32 anni.

 

“Non ha freddo ai piedi, così scalzo?”.

“Non molto, sono laggiù in fondo; ho più freddo alle mani”.

“Perché non vi mettete i calzettoni?”.

“Un po’ di sacrificio non guasta in un mondo così dedito ai piaceri”.

“Davvero. Ci sono poi le donne oggi… Le racconto quanto mi è capitato”.

“Dica pure”.

“Conosco una ragazza divorziata. Siamo amici, e nient’altro. Beh, l’altro giorno mi dice: <Ti voglio presentare una mia amica, è un po’ in crisi e si è messa a bere>. La sera dopo mi sono incontrato con lei. Era tutta mogia mogia. Poi mi volle leggere la mano. Roba da matti! Diceva delle stupidate. Mi disse che ero poco interessante, figlio di una buona donna. Però disse, tutto sommato, che ero simpatico”.

“Ehi! Chi disprezza compra!”.

“Proprio così! Due sere dopo mi sono incontrato con tutte e due. Vestivano abiti da sera…”.

“Beh, lasci stare i particolari che al frate interessano poco”.

“Mi hanno cominciato a circuire e si erano messe a fare chi delle due riusciva ….”.

“Ho capito, andiamo al dunque”.

“Ecco, giorni dopo mi sono incontrato con …, quella che beveva, sono andato a casa sua. Aveva preparato una cenetta….”.

“Ho capito. Spero che le abbia detto quello che meritava". 

"Sì, le ho detto che mi faceva pietà e che sapevo che voleva fare a gara con quell’altra scimunita. Poi, me ne sono andato senza consumare niente della cenetta”.

“Siano rese grazie a Dio! Meno male che ci sono uomini con la testa sul collo”.

“Non è facile trovare una donna ideale”.

“Non è vero. Non sia pessimista. Certo, se uno è debole può rimanere scottato, ma un uomo…”.

“Anche nel matrimonio bisogna stare attenti a come ci si comporta”.

“E’ naturale. Ogni giorno richiede un nuovo impegno, nuova attenzione per conservare l’armonia. Guai se uno dice: <Mia moglie mi ama perciò posso stare quieto>. Meglio è dire: <Mia moglie mi ama, ma se non sono un vero marito, può darsi benissimo che non mi amerà più>”.

“Ha ragione. Poi, anche lavorare con la moglie nello stesso settore è causa di guai”.

“Forse”.

“Poi, anche, non bisogna lasciarsi dominare culturalmente”.

“Sì, bisogna mantenersi vivi, avere interessi”.

“Anche nella sfera del sesso, occorre che l’uomo sia padrone di sé. Se non lo è, mostra a sua moglie una debolezza”.

“Stia unito al Signore, non le comanda altro che di essere vero uomo”.

 

ADESSO DICONO CHE IL DIAVOLO NON ESISTE

Torino - città. Una signora sui 55 anni, asciutta e dinamica.

 

“Grazie del passaggio”.

“Di niente. Ho proprio bisogno di sfogarmi. E’ il Signore che l’ha messa sulla mia strada. Pensi ieri sera mia figlia è venuta in casa con un tale sposato. Mi hanno detto: <Noi ci amiamo…>. E se ne è andata via con quell’uomo. Possibile! Ho fatto tanto per i miei figli. Almeno avessi un aiuto. Sembra che tutti siano ubriachi. L’altra sera, parlando con un tale, è saltato fuori che il Diavolo non esiste. E’ solo un simbolo, un modo di esprimere la nostra inclinazione al peccato”.

“Bella roba va mettendo in giro! E’ cattolico?”.

“Purtroppo! Se no, non me la prenderei tanto”.

“Stia tranquilla, non è affatto il pensiero della Chiesa e non lo sarà mai. Poco tempo fa il Santo Padre ha ribadito che Satana è una persona, un angelo decaduto. Poi è disperante pensare che tutto l’abominio che l’uomo commette proviene solo dalle sue inclinazioni. Non è meglio pensare che lo fa perché anche istigato e tentato? Spesso quelli che commettono cose molto gravi rimangono storditi e dicono: <Come ho potuto?>. Non è corrispondente a questa esclamazione, pensare che il grado di ribellione che provarono e al quale acconsentirono era frutto anche di una istigazione? E non è disperante per l’uomo pensare di essere stato creato cattivo da Dio? Dio ha creato buone tutte le cose e gli uomini, anche se poi molti diventano cattivi! Coraggio! Rimanga con il Papa e con la sana dottrina”.

 

SENZA SACRIFICIO NON SI COMBINA NULLA

Autostrada Torino - Piacenza.

 

“Dove deve andare?”.

“A Piacenza”.

“L’accompagno fino al casello dell’autostrada. Cos’è venuto a fare in Piemonte?”.

“Ho alcuni amici; poi c’è un gruppo di giovani che si riunisce tutti i mesi per meditare il Vangelo e così…”.

“Sì! Ma bisogna scendere al pratico!”.

“E’ quello che si cerca di fare”.

“La Chiesa ha tanti bei principi, ma io vedo che in pratica sono impossibili. Dovrebbe rendersene conto!”.

“Quello che dice non è affatto vero. Io le posso dire, ad esempio, che se la Chiesa chiede ai suoi figli la continenza coniugale non è per chiedere l’impossibile. Le posso dire per mia diretta conoscenza che molti, e più di quello che pensiamo, vi corrispondono pienamente”.

“Ecco, lei ha toccato proprio l’argomento. Come può un poveraccio bastonato tutto il giorno dalla vita, mettersi ad essere continente?”

“Beh, ci sono i periodi infecondi”.

“Si, ma i metodi possono fallire!”.

“Può fallire se non c’è un vero controllo e si abusa di tutto il periodo infecondo!”.

“Si, però la poesia di un incontro spontaneo viene a mancare”.

“Io penso di no, e penso che venga a mancare proprio quando c’è il peccato. Poi non vorrà sostenere la pillola?”.

“Non voglio parlare della pillola e dell’aborto. Io la pillola non la faccio usare a mia moglie: le voglio bene. La pillola ha parecchie controindicazioni”.

“E’ allora? Non è vicino, in questo alla Chiesa?”.

“Io ho già tre figli e non mi sento di averne degli altri”.

“Ho capito il suo pensiero, ma non mi sembra giusto perché il rapporto interrotto non è niente affatto spontaneo. Io credo, sulla scorta della Chiesa, che un periodo di continenza sia migliore preparazione di un impulso sensuale del momento. Poi, se vogliamo dire le cose come stanno, le debbo dire che bisogna un po’ sacrificarsi, perché su questo tema senza sacrifico non si combina nulla. Faccia una cosa, si scelga un confessore e si faccia guidare da lui”.

 

MI HANNO DETTO CHE CON L’ASSOLUZIONE DATA NELLA MESSA POSSO FARE LA COMUNIONE

Piacenza - Bologna. Una signora sui 50 anni.

 

“Oh, che bel calduccio!”.

“Perché , padre, va scalzo con questo freddo?”.

“Bisognerà pure che qualcuno faccia un po’ di penitenza!”.

“Voglio farle una domanda, perché mi è stata detta una cosa che mi sembra strana. Mi hanno detto che basta ricevere l’assoluzione nella S. Messa per fare la comunione. Cioè, non sarebbe necessario confessarsi in confessionale”.

“Colui che le ha detto queste cose è un incompetente. Nel rito della penitenza, emesso nel 1974, viene dichiarato che il mezzo ordinario per la remissione dei peccati è la confessione singola auricolare. Solo in casi particolari si può dare l’assoluzione collettiva con l'obbligo, però, di dichiarare i peccati quanto prima in una confessione singola, auricolare. Poi si è tenuti a specificare il numero e la specie dei peccati; le dico questo perché ci sono in giro dei mestatori che diffondono l’idea che basti accusarsi genericamente. L’assoluzione data al termine del Confiteor nella Messa non è assolutamente sacramento, è solo una formula che opera, per le disposizioni del partecipante all’Eucaristia, una remissione delle piccole mancanze, non però per via sacramentale; e quindi non con la profondità d’azione che si ha nel sacramento”.

“Meno male! Mi pareva bene che fosse così!”.

“Sì, c’è qualche mestatore in giro. Poi si compiacciono pure di gettare confusione sulla distinzione, consacrata dalla prassi penitenziale della Chiesa, tra peccato mortale e peccato veniale, con il risultato di far smarrire i fedeli”.

“Grazie, padre, mi ha alleggerito di un bel peso”.

 

COSE TENEBROSE

Ferrara - Ravenna. Un giovane sui 25 anni.

 

“Grazie del passaggio. Era già un pezzetto che ero al sole”.

“Io, di solito, carico tutti”.

“Spero che abbia sentito un po’ di preferenza per il frate! Che lavoro fai?”.

“Il pasticcere. Ohhh...non sono molto cattolico!”.

“E perché?”.

“Sarà perché sono ignorante, ma ci sono tante cose che non mi convincono”.

“Sentiamo”.

“E’ difficile adesso dirle, ma ci sono delle cose che vi farebbero cambiare le idee”.

“Sarà un po’ difficile; comunque, dì pure quali sono queste cose, perché ho la sensazione che tu sia un credente, ma abbia dei grossi pesi sullo stomaco”.

“Sarà! Voi ad esempio, come la mettete con gli extraterrestri? Voi dite che l’uomo è il padrone dell’universo, ma dai dischi volanti sembra che i padroni siano altri”.

“Oh! Oh! Sei messo davvero male! Altre volte mi hanno tirato fuori quest’argomento: gli extraterrestri e i dischi volanti non esistono. Non molto tempo fa mi pare che ci sia stato un giudizio negativo su queste fantasie da un gruppo di esperti”.

“Non è fantasia. Ci sono fotografie che ritraggono macchie luminose”.

“Ma, sono fotomontaggi di persone esaltate!”.

“No! È stata scartata quest’ipotesi. Si è visto che sono foto”.

“Beh, senti, io ti dico che sono favole. Comunque, si dà il caso che abbia visto alcune di quelle foto e che mi sia interessato un po’ di parapsicologia. Ufologia e parapsicologia saltano fuori dagli stessi ambienti. Guarda, io credo che per il Diavolo impressionare una pellicola con una luminescenza è roba da ridere. Può ingannarci camuffandosi dietro registratori e apparecchiature, può far credere a qualcuno di avere chissà quali poteri”.

“Se però esistessero tutto il vostro discorso salterebbe”.

“Non proprio. Dio è infinito e potrebbe aver creato altri esseri. Tuttavia il fatto che l‘incarnazione di Cristo non sia una donazione settoriale di Dio, ma dono totale all’uomo, e il fatto che tutte le cose, secondo la Bibbia, sono incentrate a Cristo, vero Dio e vero uomo, porta a pensare che vi sia solo l’uomo; per conto mio lo credo fermamente e non mi lascio smuovere né da foto né da altro; se poi, ammesso e non concesso, ci fossero altri esseri non vuol dire che abbiano i dischi volanti”.

“Ha letto di ….”.

“Sì, per caso. Bella roba…!”.

“Conosce il giornale…?”.

“Avevo ragione a dire prima che hai della roba indigesta sullo stomaco. Lo conosco. E’ roba assurda, inventata per alimentare il morboso a menti esaltate. Lascia stare. L’uomo non ha concorrenti in altri pianeti. I preti non hanno proprio da cambiare le proprie idee.”.

“Grazie padre! Non avevo mai pensato in questo modo alle cose”.

“Non farti venire però la paura del Diavolo. E’ un cane che abbaia, ma è legato alla catena. Vivi la bellezza della vita. Vedrai: quello che ti ho detto non ti peserà sullo stomaco”.

 

POLINESIA

Ferrara - Ravenna. Un signore sui 50 anni.

 

“Pace e bene! Grazie del passaggio”.

“Io carico volentieri. C’è un po’ di rischio, ma se uno sta ad allarmarsi per tutto è meglio che si spari”.

“Bene! Mi fa piacere aver incontrato uno che non si lascia condizionare”.

“Si cerca. Certo, delle volte si rimane perplessi e feriti a sentire certe cose. L’altro giorno ho caricato uno studente di antropologia. Il discorso dopo un po’ è caduto sulla Chiesa e sulla fede; mi ha tirato fuori il caso di quello che hanno fatto i missionari nelle isole del Marchese, in Polinesia. Avrebbero oppresso la popolazione e questa, nel giro di pochi decenni, si è quasi estinta. Diceva che quei popoli prima stavano bene. Ci sono rimasto male”.

“Io non so la storia di quelle isole, comunque a priori le dico che si tratta di una velenosa illazione. Se Cristo ha mandato i suoi discepoli a tutti i popoli, è perché questi non hanno ancora la felicità. Poi non credo che i missionari abbiano oppresso quelle genti”.

(L’Enciclopedia Cattolica e la Treccani mi diedero poi i seguenti dati. Prima dell’intervento inglese c’era già una forte mortalità. I colonialisti sfruttarono gli indigeni inoltrandoli nei campi di guano. Poi ci furono i mercanti d’alcool che li avvilirono e li abbrutirono ancora di più; poi si aggravò la mortalità, dovuta alla debolezza dei corpi e alla cattiva igiene. Solo alla fine arrivarono i cattolici, quando la ventata coloniale inglese, alla quale avevano fatto scarso argine i pastori protestanti, aveva già compiuto danni irreparabili).

 

IN DUE CONTRO UNO

Strada Porto Garibaldi - Ravenna. Due rappresentanti su un furgoncino. Pioviggina.

 

“Pace e bene. Vado a Ravenna”.

“Salga”.

“Porto un po’ di puzzo, sono andato a prendere del pesce. L’ho chiesto in carità; c’è gente buona in questo mondo!”

“Per noi oggi è nera, abbiamo girato, ma niente di niente; i tempi sono duri!”

“Lo sono, però io vedo che il benessere che c’è oggi, non c’è mai stato. Forse il malessere non è nel portafoglio, ma nella nostra coscienza”.

“Io non ci credo che ci sia un aldilà”, dice quello che conduce -.

“E neanch’io”, dice l’altro -.

“Vedo che andate d’accordo voi due: vi trovo in due contro uno. Comunque, vi dico subito che a mio favore c’è il fatto incontestabile che presso tutti i popoli si ritrova una tensione verso qualcosa di ultraterreno”.

“Ma è solo un’evasione dalla realtà. Sono gli individui oppressi che cercano compensazione”.

“Ho capito! E’ il ritornello del marxismo, la religione è l’oppio dei popoli”.

“Noi, non siamo marxisti”.

“Benissimo, allora continuiamo il discorso di prima. Senza un aldilà a che cosa si riduce secondo voi, l'uomo?”.

“Mah! Uno cerca di sbarcare il lunario".

"Ecco, l’ha detto. Per lei l’uomo è un individuo bloccato nel tempo, condannato a cercare la felicità nella materia, sfiduciato delle proprie capacità intellettive, fatalmente sballottato dagli eventi. Insomma, un essere che vive a livello dell’animale”.

“Noi, non siamo animali!”.

“Meno male, qui ci siamo, ma allora dovete anche ragionare”.

“Va bene! Esista pure come dice lei un aldilà, ma quale? Ci sono tante religioni nel mondo! Qual è quella buona?”.

“Io credo che basti vedere certi lati delle religioni non cristiane per farsi passare la voglia di metterle alla pari o peggio sopra il cristianesimo. Pensate al nirvana del buddismo, che è inazione, estinzione dell’anelito alla vita. Nell’induismo andate a vedere le cose che fanno all’ombra della dea Kalì;  poi andate in Africa a vedere i bei risultati della magia”.

 

QUELLO DEVE AVERLO FATTO QUALCUNO

Strada Ravenna - Cesena. Ore 7.30. Inverno. Una 500 con un operaio a bordo.

 

“Brrrr! Che freddo!”.

“Sempre allegri voi! Se lavoraste un po’ e aveste famiglia, lo sareste meno. Io ho 4 figli; ieri sera ho dovuto alzare la voce, mia moglie si è messa a piangere; poi adesso devo andare a lavorare”.

“Certo che, viste come tran tran, le cose della vita appaiono monotone. Quello che dice, conferma il fatto che non si può stare nella gioia se non si finalizzano a Dio”.

“Io sono ignorante e non m’intendo delle cose che studiate voi, ma come fate a dire che  c’è Dio? Se ci fosse Dio le cose andrebbero meglio!”.

“In poche parole è difficile rispondere, dico solo che se l’uomo avesse più volontà, si sforzasse di fare il bene, le cose certamente andrebbero meglio per tutti. Di questo non si può dubitare, perché altrimenti risultano a priori inutili tutti gli sforzi umani. Vede, invece di mettere in dubbio l’esistenza di Dio e la sua bontà, bisogna mettere sotto inchiesta il nostro egoismo; poi, chi l’ha fatto quel sole?”.

“Certo qualcosa deve esserci”.

“In America hanno fatto questa constatazione: hanno tenuto in casa un bambino fino a tre anni senza fargli vedere la sfera solare, poi l’hanno condotto all’aperto. Guardando il sole ha esclamato: <Che bello! Chi l’ha fatto?>”.

“Cosa vuole, la vita ci consuma e a volte ci dimentichiamo di essere stati bambini e di essere stati migliori”.

“Buona giornata! La Madonna la benedica e le faccia trovare presto la porta di una chiesa”.

 

SPIRITISMO

Via Emila, due giovani a bordo di una 127.

 

“Grazie del passaggio”.

“Senta, mi dice il conducente, posso farle una domanda?”.

“Dica pure”.

“In un cimitero vicino a casa mia sono state udite delle voci, dei rumori: dicono che sia un defunto; lei cosa pensa che sia?”.

“Penso che ci siano dei matti in giro. Chissà cos'hanno sentito!”.

“No! Non sono dei matti!”.

“Non posso accettare come reale il fatto, perché non ci si può fondare su dei <sentito dire>; comunque, la teologia insegna che i defunti non possono muovere la materia né emettere suoni vocali. Quando, ad esempio, si legge nelle vite dei santi che essi vedevano delle anime venute dal Purgatorio, quelle apparizioni erano dovute al ministero degli angeli, che possono muovere la materia e usare le forze naturali in maniera abilissima e singolare”.

“Senta, mi chiede l’altro giovane, il Diavolo esiste?”.

“Certo che esiste, e può benissimo realizzare rumori, voci e movimenti di oggetti”.

“Io credo che non esista e che si debba parlare di fatti medianici”.

“Io invece - dice il conducente - sono d’accordo con il padre. Per un po’ di tempo ho partecipato a delle sedute spiritiche, poi mi sono ritirato e posso dire che era una forza esterna a me che mi prendeva: una persona. Io mi sono tirato fuori da quelle sedute e ne sono contento. Stavo perdendoci la testa”.

“Ci credete che esista Dio?”.

“Sì”.

“Benissimo! Allora rimanete con lui”.

 

UNA VOLTA CARICAI UN PRETE

Strada Faenza - Bologna un signore robusto con una pipa.

 

“Le dà fastidio il fumo?”.

“No, no! Fumi pure, ammazza i microbi”.

“Voglio essere sincero, io in Chiesa non ci vado”.

“Come mai?”.

“Io faccio dello spiritismo”.

“Ma è una cosa condannata dalla Chiesa, contraria alla dignità dell’uomo”.

“Io credo che anche voi lo facciate, dite così, ma in pratica…!”.

“Le assicuro che lei ha strane idee per la mente”.

“Lo facciamo in casa e ci vengono a trovare dei bambini morti”.

“Guardi che le anime dei defunti non possono organizzarsi un corpo, quelle apparizioni sono dovute al Maligno. Nella prossima seduta dica, nel bel mezzo: <Viva l’Immacolata Concezione della Vergine Maria>; e vedrà quello che accadrà”.

“Una volta caricai un prete, mi fece una lunga predica; dopo, quando ci mettemmo a chiamare le anime, per tre giorni non sono venute. Quando ritornarono ci dissero che non erano venute perché avevo caricato il prete”.

Penso tra me e me: “Ci vorrà un anno adesso, dopo che gli ho suggerito di dire: <Viva l’Immacolata>”.

“Lasci stare, si vada a confessare”.

Siamo giunti.

“Salute reverendo”.

“Arrivederci, la Madonna le dia una mano”.

 

NOSTRADAMUS

Sulla tangenziale bolognese. Un signore sui 45 anni.

 

“Grazie, vado in centro”.

“Bene”.

“Devo andare in biblioteca”.

“Anche a me piace sapere. Adesso sto leggendo Nostradamus”.

“Non credo che Nostradamus le possa dare qualcosa!”.

“Però quando incontrò Sisto V, che era ancora fanciullo, annunciò che sarebbe diventato Papa”.

“Guardi che quel fatto lo sapevano tutti i conterranei di Sisto V prima di Nostradamus, perché la madre di Sisto V aveva avuto in sogno quella rivelazione e l’aveva detta ai vicini. Nostradamus lo seppe dalla gente. A me, ha sempre dato il voltastomaco l’astrologia e tutte le superstizioni. Se sapesse come i fanatici interpreti di Nostradamus si arrabattano nelle spire del suo linguaggio sibillino e fantasioso, senza mai la speranza di giungere alla minima conclusione, lo lascerebbe da parte volentieri. Nessuno che ha un po’ di buon senso ci perderebbe il suo tempo. L’ enciclopedia Treccani, dedicandogli qualche riga, parla di ciarlataneria e fanatismo; l’enciclopedia Cattolica, poi, non spreca neppure una riga per ricordarlo. Il …, che in un articolo ha voluto tirar fuori le sue morbosità, ha confuso la mente a molti; lasci stare quegli intrugli e prenda la Bibbia. Ecco si accosti lì; grazie del passaggio”.

“Arrivederci padre, cambierò lettura”.

 

I DISCHI VOLANTI

Strada Faenza - Ravenna. Marito e moglie.

 

“Pace e bene, ormai stavo perdendo la speranza. Quando c’è buio la gente non si ferma”.

“Sa, con i tempi che corrono!”.

“Per fortuna la Provvidenza non abbandona mai il frate. Una volta mi sono trovato alle 23 sulla tangenziale di Bologna, faceva un freddo cane; avevo il mantello e dovevo sembrare, nel buio, l’uomo cattivo. Ebbene, si fermò un auto che andava sui 120.”

“Da dove veniva?”.

“Da Torino. Il ritorno fu proprio tutta opera di Dio.”.

“Dovremmo aver più fede in Dio, ma siamo così avviluppati e condizionati”.

“Siamo non solo condizionati, ma abominevolmente condizionati”.

“Senta padre, che cosa ne pensa dei dischi volanti? A me pare una grossa balla”.

“Ha ragione. Per me niente extraterrestri. O meglio, gli extraterrestri sono quelli che perdono il loro tempo a svolazzare con la fantasia tra i pianeti invece di operare costruttivamente per l’uomo”.

“Certo che l’Inferno è oggi scatenato”.

“Ho letto la recensione del film <Incontri ravvicinati>; caro mio, è sottile la suggestione che propone! Parla di una fratellanza cosmica, di una speranza di venire presto a contatto con loro. Il guaio è che ci sono anche dei circoli che diffondono il mito di una fraternità cosmica con gli extraterrestri, in via di realizzazione. Questi circoli di marca teosofica e gnosticheggiante si sono messi a fare gli agnellini… lasciamo stare! Preghiamo la Madonna e nessuna panzana ci turberà.”.

“Grazie, padre, la penso come lei”.

“Salute! Salute!”

 

LA MATERIA E’ INFINITA

Strada Ravenna - Porto Garibaldi. Una 127 con un signore sui 50 anni.

 

“Salute, vado verso Porto Garibaldi; vado a cercare un po’ di pesce”.

“Benissimo, così facciamo due chiacchiere. Posso farle una domanda?”.

“Dica pure”.

“Come sarà il confine dell’Universo, dove cessa la materia e inizia il nulla? Voi affermate che la materia è finita; dunque, come sono le cose in quel punto?”

“Proprio come lei ha detto: cessa la materia e incomincia il nulla; ma, se vuole raffigurarsi quel punto con l’immaginazione non ci riuscirà. Il nulla noi non lo possiamo immaginare, ma solo concepire; quindi, quel punto è fuori dalle nostre capacità immaginative, ma non da quelle razionali”.

“Io credo invece che la materia è infinita, proprio perché io non riesco ad immaginare quel confine”.

“Pensi come vuole, però pensando così salta ogni concetto di Dio, perché due infiniti non possono sussistere. Poi, se la materia è il tutto, anche lei è materia senza alcuna speranza di trascenderla, con un’anima razionale”.

“Io all’anima non ci credo! Quando uno muore, muore del tutto”.

“Allora lei dovrebbe smettere di angustiarsi per il domani, cessare come inutile ogni attività, poiché il suo sarebbe un vano agitarsi. Invece lavora, si adopera. Mentre lei nega l’anima razionale non può fare a meno di affermarla con il suo comportamento. Che lo voglia o no, lei trascende la materia anche se poi vuole esserle schiavo. La saluto, non continui ad ingannarsi.”