PAPA GIOVANNI                                                                                                                                   

Strada Ravenna - Porto Garibaldi. Un signore sui 60 anni.

 

“Salute! Vado a Porto Garibaldi”.

“L’accompagno solo per un tratto. Tempi duri, per voi, padre!”.

“Come tutti i tempi”.

“Sì, sì, ma solo un 100 anni fa’ avevate tutto in mano”.

“Se andiamo indietro un 200 anni ritroviamo che avevamo perso quasi tutto. Il nostro convento di Faenza, ad esempio, è stato confiscato più volte. Quindi noi non ci smarriamo in queste fluttuazioni”.

“Ma dovete cambiare, questa volta, se volete rimanere a galla. Papa Giovanni, sì che aveva cambiato le cose, ma questo Papa … (Paolo VI)”.

“Le debbo dire che su papa Giovanni sono state dette cose non vere; ad esempio, si vuole far risalire a lui il centro sinistra, mentre invece ha cercato d’impedirlo. Poi riguardo al tipo di bonaccione che ne hanno fatto, bisogna leggere il suo <Diario dell’anima>, per vedere il suo amore alla penitenza: digiunava spesso, Papa Giovanni. La realtà è che si è voluto adulterare la sua figura, e questo è stato fatto in grande stile. Mi è stato detto che nelle case cinesi, accanto all’effige di Mao, si è trovata sovente quella di Papa Giovanni; pensi fino a che punto è stato adulterato, ne hanno fatto un profeta comunista”.

“Sì, ma questo Papa…”.

“Io lo faccio più santo di Papa Giovanni. A Giovanni XXIII è andato tutto bene, salvo alla fine, quando ha dovuto constatare la gravità di certe correnti di pressione nel Concilio; a Paolo VI è rimasta l’eredità di continuare a soffrire e il compito, poco popolare, di frenare quelle pressioni che seminavano confusione e divagazioni”.

“Senta, ho sentito dire che ci sono delle profezie di S. Malachia sui Papi”.

“Quelle profezie sono un falso, che venne scritto allo scopo di appoggiare in Conclave la candidatura di un Cardinale di casa patrizia. Lo dimostra abbondantemente il fatto che i Papi, prima della data della compilazione del falso, sono tratteggiati con sufficiente precisione, quelli del futuro sono descritti in termini vaghi, sibillini, e realmente non corrispondono con i Papi che si sono succeduti. C’è nell’enciclopedia Cattolica un articolo esauriente”.

“Ecco, sono arrivato”.

“Salute. La Madonna la benedica. La Chiesa è viva e lo sarà per tutti i secoli, che saranno ancora molti e molti”.

 

LE BRIGATE ROSSE

Ravenna - Bologna. Un signore sui 50 anni.

 

“Pace e bene, vado verso Bologna”.

“Salga pure”.

“Mi ero preso la paura che dopo l’assassinio di Moro in Italia, l’autostop fosse tramontato. Ho aspettato per 20 minuti”.

“No. Gli italiani non si lasciano intimidire facilmente”.

“E’ vero, queste elezioni hanno dimostrato volontà di una ripresa democratica”.

“A me dispiace che le sinistre abbiano perso voti”.

“E’ comunista lei?”.

“No. Ma mi dispiace, e penso che l’assassinio di Moro sia opera dei suoi compagni di partito”.

“Questa proprio!”.

“Sì! Sono stati loro per allontanare, con la paura, la gente dalle sinistre”.

“Guardi che le brigate rosse per loro dichiarazione, si definiscono Marxiste - Leniniste”.

“Non è vero!”.

“Invece è verissimo. Lenin ha teorizzato il terrore e ha fatto le leggi per i lager”.

“Io ho letto diverse opere di Lenin e non mi risulta”.

“Diverse! Ma bisognerebbe che le avesse lette tutte. Se mi dà il suo indirizzo le spedisco le pagine  e le opere dove potrà trovare le idee sul terrore.”

“Quanto al terrore, anche voi con l’Inquisizione …”.

“Se vuole parlare dell’Inquisizione devo prima premetterle la distinzione tra Inquisizione spagnola e romana. L’Inquisizione in Spagna fu interamente manovrata dallo Stato, che se ne servì per le sue epurazioni politiche. E’ a questa Inquisizione che risalgono le grandi ingiustizie lamentate. Quella romana ebbe un’attività molto ristretta e saltuaria e consegnò solo il 5% degli imputati alla giustizia delle leggi dello Stato”.

“Questa distinzione non esiste”.

“Vuole che le spedisca il titolo di alcune opere? L’estinzione delle eresie catare e albigesi fu dovuta alla forza culturale delle grandi Università Cattoliche che sorsero nel 1200, e per la predicazione fervente di santi come S. Bernardo, S. Francesco, S. Antonio, S. Domenico. L’elenco potrebbe continuare.”.

“Arrivederci, spero di rincontrarla; dobbiamo finire di parlare”.

“Va bene, però prima si guardi quei punti….Pace e bene”.

 

AVETE BENEDETTO I CANNONI

Strada Porrettana. Un giovane sui 30 anni.

 

“Salute fratello. Vado a Bologna”.

“Benissimo, così mi fai un po’ di compagnia”.

“Sei di Porretta?”.

“No, sono venuto a trovare una persona”.

“Posso farti una domanda?”.

“Fa pure, ma falla facile”.

“Perché voi avete benedetto i cannoni?”.

“Bravo, non c’è male, sei stato buono nella domanda!”.

“Non tanto!”.

“Ecco, devo dire che il concetto di concepire la guerra, ogni guerra, come male estremo è venuto in primo piano dopo Pio X. Prima il discorso era focalizzato sul fatto concreto se una determinata guerra era giusta o ingiusta. Il quadro politico dei tempi passati non era allargato al mondo intero, con il pericolo di coinvolgimenti mondiali”.

“Va bene, ma perché benedire i cannoni?”.

“Chi ti ha detto che abbiamo benedetto i cannoni? Noi abbiamo benedetto le truppe, ma non con animo bellico. L’intenzione era d’implorare da Dio aiuto, misericordia e salvezza per i soldati. Se pensi che si faceva con le truppe avversarie la stessa cosa, hai chiaro che lo scopo non era certamente bellico”.

“Voi però dovreste essere per la non violenza”.

“E lo siamo! Il programma della Chiesa è la non violenza, e Cristo è il maestro di essa. La Chiesa però nel suo realismo non condanna una lotta che si presenta inevitabile per ottenere una liberazione da una tirannia. Comunque questi sono ragionamenti che ci servono poco. In Italia oggi non ci sono affatto ragioni per una rivoluzione, come vogliono le Brigate Rosse”.

“Voi state bene…”.

“Vorrai mica fare la rivoluzione contro la Chiesa? La Chiesa si purifica, non si sovverte”.

“Siete bella gente voi! Avete approvato la pena di morte”.

“Carino! Come faccio qui su quattro ruote a spiegarti la faccenda della pena di morte e a dirti che la Chiesa non la condivide? Nella pienezza del Nuovo Testamento non si può accettare la pena di morte”.

“Sì, sì, ma con Galileo vi siete dimostrati…”.

“Che fatica mi fai fare! Contro il sistema copernicano la Chiesa non ha mai avuto niente; tant’è vero che Copernico era un canonico. Nel processo contro Galileo ci fu la paura di errori dottrinali circa l’interpretazione della Bibbia. Galileo pretendeva che la Bibbia insegnasse in qualche modo che la terra gira intorno al sole. Il cardinale Bellarmino gli rispose che la Bibbia non insegna come <Vada> il cielo, ma come si <Vada> in cielo. Ci fu poi l’ignoranza di alcuni, punto e basta!”.

“Ti saluto frate, mi hai fatto compagnia”.

“Ciao, la Madonna ti benedica”.

 

RAPPORTI PREMATRIMONIALI

Sulla tangenziale bolognese, verso Casalecchio. Una Diane, con un giovane medico a bordo.

 

“Salute! Tira fuori subito la borsa perché sono un brigante travestito da frate!”.

“Sul serio? Voi frati siete sempre allegri!”.

“Vado verso Casalecchio”.

“Bene, ci vado anch’io: ho una chiamata urgente. Sono due giorni che non mi fermo. La gente per le feste mangia troppo e poi chiama il medico”.

“Cos’è lei, uno stomatologo?”.

“Sono un semplice medico”.

“Bella roba, la gente sta male perché mangia troppo!”.

“Per voi com’è andato il Natale?”.

“E’ venuta molta gente. Certo non c’è da sostare sugli allori, comunque la speranza di un ritorno c’è”.

“Certe cose però sono ormai fuori attualità. Ad esempio i rapporti prematrimoniali...”.

“Piano, piano! Quando non accettiamo i rapporti prematrimoniali non siamo affatto fuori attualità. La Chiesa li interdice perché non si possono porre nella piena responsabilità della procreazione, che si ha quando si dà stabilità sponsale all’incontro”.

“Ma se lo fanno per amore?”.

“Non voglio pensare che non ci sia un certo grado di sincerità affettiva; tuttavia quello che fa difetto è una carenza di responsabilità, certo non c'è l'amore che viene da Cristo; insomma, i due, in realtà, si amano ben poco”.

“Ma la gente ha superato certi schemi!”.

“La verità non cambia e non c’è maggioranza che tenga contro la verità”.

“Ho capito. Sono arrivato dal mio malato”.

“La saluto. Pace e bene!”.

 

AUTOMAZIONE

Rimini - Ancona. Un signore sui 35 anni.

 

“Pace e bene!”.

“Proprio senza problemi, lei, con il suo sacco in spalla”.

“Vado a predicare e porto con me un po’ di libri da distribuire”.

“Non è facile oggi credere. C’è tanto male”.

“Eh, sono tempi in cui ci vuole fortezza d’animo”.

“Adesso il mondo ti cambia sotto gli occhi. Uno, una volta, quando si era preparato, viveva di quella preparazione; adesso un operaio, che si è preparato per un lavoro, si trova a dover cambiare tutta la sua preparazione o peggio ad essere licenziato. Adesso stanno automatizzando tutto. Il personale nella <Zanussi televisori> è stato ridotto dall’automazione a 500 operai, e sono ancora troppi”.

“Prima quanti ce n’erano?”.

“Almeno 5 o 6 volte tanto, e forse anche di più”.

“Coraggio pure, oggi il mondo è pieno di problemi. Se non ci fosse tanto egoismo si potrebbe cambiare l’andamento delle cose”.

“Uno adesso non ha più la gioia del lavoro. E’ lì inserito in un ingranaggio. Mah! Almeno venisse una guerra, ma neppure quella verrà: uno ha troppo paura dell’altro per fare una guerra”.

“La guerra non è mai una soluzione; come non c’è mai vera pace nella paura. Lei è credente?”.

“Sì”.

“Cerchi nella sua parrocchia di sviluppare legami umani. Se uno si isola va a finire che non vede più soluzioni e cade nel pessimismo. Stare assieme aiuta”.

“Nella mia parrocchia vi partecipo ogni tanto”.

“Questa è la strada. Io credo che l’uomo con l’aiuto di Dio uscirà fuori dalla situazione presente. Io credo che prima o poi sulla terra si stenderà la presenza evangelica della Chiesa. Credo che le nazioni si apriranno a Cristo. Certo, ci saranno prima dei tempi difficili, ma al di là di questi ci sarà vera pace”.

“Bisogna sperare. Se non si spera si muore”.

“La vita è bella! Vada avanti. Poi i problemi non sono così tragici. Io vedo pure che tutti vanno avanti: si danno da fare. Non bisogna lasciarsi prendere da sconforti, che da ultima analisi non sono motivati: chi è con il Signore non ha da temere nulla”.

 

GLI EBREI

Ravenna - Bologna. Un signore sui 60 anni.

 

“Pace e bene. Vado a Bologna”.

“Mi fermo ad Imola”.

“Benissimo! Quanto è buono il Signore!”.

“Beato lei che ha fede”.

“La fede è offerta a tutti”.

“Sarà, ma io ho tantissime difficoltà a credere”.

“Ad esempio, che difficoltà ha?”.

“Ecco, come mai gli Ebrei non hanno accolto Gesù Cristo?”.

“Ho capito. Lei vuole dire che il fatto che non l’abbiano accettato è prova che non è il Messia. Gli Ebrei aspettavano il Messia e se Gesù fosse stato veramente il Messia l’avrebbero accolto”.

“Tutto il suo problema si scioglie se pensa che una parte d’Israele ha accettato, invece, il Signore. Gli apostoli erano Ebrei; la prima comunità cristiana era di Ebrei. Quindi non è vero in tutto che gli Ebrei non accettarono Gesù”.

“La spiegazione va bene”.

“Gli altri problemi quali sono?”.

“Come mai Dio permette il male? Se è onnipotente dovrebbe impedirlo”.

“Vede, Dio permette il male, non lo vuole. L’uomo è libero e Dio non fa violenza alla sua libertà. L'uomo è chiamato ad amare e l’amore nasce solo quando liberamente si sceglie il bene. Lei dirà: <Ma se l’uomo è libero?! È libero di scegliere indifferentemente il bene o il male e perciò Dio, che ha dato la libertà all’uomo, non potrà giudicarlo se sceglie il male…>”.

“Ecco questo è un altro problema. Come lo risolvete?”.

“Ecco, come le stavo dicendo, la libertà dell’uomo non è il potere di scegliere indifferentemente il bene o il male, poiché l’uomo ha in se stesso un fondamentale orientamento al bene. Questo orientamento al bene è evidente dal fatto che quando si compie un’opera buona la nostra coscienza ci approva, mentre ci disapprova quando compiamo un’azione ingiusta”.

“La interrompo! Ci sono, però, delle persone che dicono di essere a posto con la loro coscienza, e non sono cattolici”.

“Beh, chi è venuto a contatto con il Vangelo e l’ha rifiutato, non può dire sinceramente di essere a posto con la coscienza. Non si capisce, infatti, come un uomo che cerchi il bene, quando l’ha trovato, lo rifiuti. Sa, nel Vangelo, c’è la parabola della perla nascosta, che una volta trovata porta l’uomo a vendere tutto per acquistarla”.

 

FRUSTATE IN ARABIA

Bologna - Ancona. Un autotreno: il conducente avrà 40 anni.

 

“Che frenata ha fatto! Grazie”.

“Io sono uno di quelli che in Dio ci crede”.

“Benissimo. E’ un duro lavoro il vostro”.

“Lo può dire”.

“Certo, che sempre fuori di casa…”.

“C’è il vantaggio che uno gira e vede le cose”.

“Ecco, questo sì”.

“Ho fatto il camionista anche all’estero, in Arabia. Ho visto cose… I musulmani, sì che non scherzano quando si tratta di Dio. Ad un mio amico hanno dato trenta frustate perché ha detto una bestemmia. Lui ha cercato di difendersi dicendo che era cristiano, ma loro hanno risposto che Dio è Dio”.

“Se dovessimo applicare questi metodi in Italia c’è ne sarebbero di frustate da dare”.

“Ma in breve si smetterebbe”.

“Questo è poco, ma sicuro”.

“Là non scherzano e ci danno dei punti in fatto d’osservanza religiosa”.

“Il loro fervore, in parte, dipende però dal fatto che il Corano non chiede quel rinnegamento dell’io che richiede il Vangelo. Voglio dire che è più facile essere musulmano che cristiano”.

 

I CONDIZIONAMENTI

Strada Bologna - Ferrara. Mi passano accanto due persone: Quello lì non ha niente da fare...”. Pazienza.

 

“Pace e bene”.

“Salga su, che lì fuori è freddo”.

“Meno male che si trova qualcuno che pensa al frate. Prima sono passati due a piedi e li ho sentiti dire che stavo lì perché non avevo niente da fare”.

“Io però non sono un gran cattolico e l’ho caricata perché frati e soldati danno un po’ di fiducia”.

“Vado a Porto Garibaldi, ma prima mi fermo a Ferrara a trovare le suore Cappuccine”.

“E’ un po’ finita per voi la cuccagna!”.

“La cuccagna?”.

“Sì, adesso la gente aspira alla libertà e vuole ragionare con la propria testa, non con quella dei preti”.

“Che la gente aspiri alla libertà è una bella cosa, ma ho paura che la libertà che si cerca oggi è la libertà dalla verità per finire nella pentola di ogni egoismo”.

“Io, ad esempio, sono stato battezzato quando ero piccolo e non capivo niente: è libertà questa?”.

“Anche quando è nato non capiva niente; e allora? Senta, il suo concetto di libertà è in realtà un concetto di anarchia. Se un bambino nasce in una famiglia cristiana è chiaro che questa famiglia porti al Battesimo il figlio. I genitori non possono essere neutrali in assoluto nei confronti dei loro figli. L’ateo darà ai suoi figli, inevitabilmente, tutta una serie di spunti ateizzanti. Il bambino prende dai genitori moltissimo: la pronuncia, certi modi di reagire, di ragionare. Quello che è importante è che uno riconosca la liceità del gesto della famiglia, che, credendo in Cristo, ha voluto fare un grande dono con il Battesimo. Il Battesimo deve poi essere vissuto dall’adulto con una maturità che implica una vera accettazione di quel dono. Se uno non lo ritiene un dono resta libero. Certo però ha avuto una grande occasione, un gran dono”.

“Sarà! Ma a Dio io ci voglio arrivare con la mia testa, senza voler essere condizionato”.

“Io ho paura che lei a Dio non ci arriverà mai, perché rifiuta l’annunzio dei portatori del suo messaggio. Lei non può arrivare da solo a Cristo, alla verità rivelata da Dio e non certo scoperta dall’uomo”.

“Sì, ma voi ne avete fatto un monopolio della verità”.

“No, la serviamo, e mi creda per servirla serve olio di gomito”.

“Voi siete pieni di denaro”.

“Lei allude alla favola del Vaticano. Mi creda, il bilancio del Vaticano, che è una cittadina, non è affatto altisonante, ma strettamente proporzionato ai suoi uffici e al suo territorio”.

“Ma nei musei vaticani ci sono miliardi e miliardi”.

“Solo nei musei, e in definitiva appartengono al patrimonio culturale europeo; e sono tutte donazioni. Comunque mi creda che il discorso di una Chiesa afflitta dalla ricchezza non è certo più di attualità”.

“Io sono già arrivato”.

“Bene, grazie del passaggio. Mi perdoni se insisto, ma rimanga nella verità. Le ragioni che porta hanno la loro spiegazione senza che venga toccata la bellezza della Chiesa”.

 

IL PIU’ BELLO TRA I FIGLI DELL’UOMO

Strada Ferrara -  Porto Garibaldi. Un giovane sui 25 anni a bordo di una Diane.

 

“Salute fratello. Stai rischiando grosso perché potrei essere un brigante travestito”.

“Davvero? Allora dovevo lasciarti a piedi!”.

“Sto scherzando”.

“Senti, cosa ne pensi degli ufo, se ne parla tanto sui giornali in questi giorni”.

“Uffa! Con questi ufo uno si può anche scocciare”.

“Dicono che vengono per salvare l’umanità”.

“Lo so che dicono così”.

“Ma gli ufo cosa sono in realtà?”.

“Senti, ho già tante volte risposto a questa domanda che adesso non ne ho più voglia, poi di queste cose me ne curo poco: fa altrettanto! C’è ben altro da pensare. Dove stai?”.

“Sono di …”.

“Che lavoro fai?”.

“Il pasticcere. Però il non ammettere i dischi volanti nasconde la presunzione di voler essere i soli nell’universo”.

“Niente presunzione. Io credo che esistano i nove cori angelici; e quindi guarda quanta popolazione”.

“Senti, era bello Gesù?”.

“Bellissimo! Ma perché mi fai questa domanda?”.

“C’è chi dice che era basso”.

“No! Le Scritture lo chiamano il più bello tra i figli dell’uomo. Certo, se uno ha voglia di vederlo basso può fare tutte le ipotesi che vuole per tirare l’acqua al suo povero mulino, ma l’autore di ogni perfezione e bellezza è ed era bellissimo”.

“Ti saluto, mi è piaciuto parlarti”.

“La prossima volta che mi vedi prendimi ancora su, adesso che sei sicuro che non sono un brigante”.

 

RACCONTARE I PROPRI FATTI AD UN UOMO

Strada Bologna - Faenza. Pioviggina. Si ferma una 126 con un signore a bordo.

 

“Pace e bene, fratello! Stia tranquillo, sono proprio un frate”.

“Lei scherza, ma con i tempi che corrono…”.

“Per fortuna il Signore tiene insieme questa povera terra. Staremmo freschi se no!”.

“Io credo molto nella misericordia di Dio, e credo che perdoni questi poveri uomini”.

“Se loro accettassero il perdono del Signore…!?”.

“Guardi io non capisco perché uno debba andare a confessarsi da un prete: andare a raccontare i propri fatti ad un uomo”.

“Forse parla così perché non conosce bene il significato della Confessione”:

“Forse”.

“Ecco, la Chiesa è stata costituita da Cristo per produrre l’amore nell’unità; per questo, nostro Signore ha istituito dei promotori del dialogo d’amore, che sono i sacerdoti, suoi vicari in terra. Sacerdoti organizzati in unità attorno ai Vescovi ed al Papa. Ecco il peccato opera una rottura del dialogo d’amore, e perciò il peccatore deve percorrere la strada inversa, perché Cristo perdona quando vede la volontà di aderire di nuovo al dialogo d’amore con lui e i fratelli: dialogo che ha nel sacerdozio un momento essenziale”.

“Però costa andare a confessarsi…”.

“Non molto, anzi è bello sapere che i peccati ci sono rimessi in connessione con la comprensione e l’amore della Chiesa. Il sacerdote nel confessionale ha un sola voglia: quella di assolvere. Per il resto, poi, dimentica quello che ha ascoltato ed è vincolato dal segreto”.

“Ci penserò su”.

“Benissimo! E’ stato Gesù ad istituire la Confessione dicendo ai discepoli: “A chi rimettete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv. 20,23)”.

 

MA GUARDA COSA VANNO A TIRARE FUORI

Porretta - Sambuca Pistoiese.

 

“Pace e bene, vado verso Bellavalle”.

“Benissimo”.

“C’ è un bel freddo”.

“Davvero; posso farle una domanda?”.

“Faccia pure”.

“Sono passati a casa mia i Testimoni di Geova; mi hanno lasciato un libretto, l’ho letto e ci sono rimasto male. C’era scritto che l’incesto non è peccato, perché i figli di Adamo ed Eva…”.

“Ah, ho capito! Ma guarda cosa vanno a tirare fuori!.

L’incesto è peccato. Nel codice di santità presente nella Bibbia, nel libro del Levitico, viene condannato. Nel primissimo momento del moltiplicarsi dell’umanità, il Signore, però, ha permesso altrimenti. Sant’Agostino dice così. Non si può ricorrere all’ipotesi del poligenismo, cioè l’ipotesi che alle origini ci furono più coppie create da Dio, per scansare l’ostacolo; la Chiesa nell’enciclica “Humanae Generis” interdice il consenso al poligenismo. Lei ha letto bene quello che c’era scritto in quel libretto dei Testimoni di Geova?”.

“Io ho capito così”.

“Lasci stare. Tutti i popoli rigettano l’incesto e anche i Testimoni di Geova”.

“Arrivederci”.

 

UN PICCOLO PROBLEMA

Porretta  - Silla.

 

“Mi scusi; mi toglie un piccolo problema che ho?”.

“Ci proverò”.

“Se Dio sapeva che Adamo ed Eva avrebbero peccato, perché li ha creati?”.

“Ho capito. Ecco, Dio conosce il futuro che accadrà per la libertà dell’uomo e non per una fatalità. L’atto con il quale Dio ha creato Adamo ed Eva è un atto d’amore e il peccato non è dipeso altro che da una risposta negativa”.

“Ma Dio prevedendo questa risposta negativa non poteva fare a meno di creare?”.

“Questa è bella! Dio ha visto la prevaricazione d’Adamo ed Eva, ma nel suo decreto eterno di crearli. Dio sapeva quello che liberamente avrebbe fatto l'uomo; Dio non ha immesso il peccato nell'uomo così che esso dipendesse da lui e non dall'uomo. Dio però non ha voluto rinunciare ad aver con sé l’uomo e ha inviato il suo Figlio a rimediare al no dell'uomo".

“Detto così mi è abbastanza chiaro”.

“Ci pensi su e vedrà che pensare altrimenti si va a finire che si fa di Dio un essere mostruoso, che ha creato l’uomo per il gusto di vederlo finir male”.

 

L’ABORTO

Bologna - Rimini. Un signore sui 35 anni.

 

“La Chiesa è in una posizione assurda riguardo all’aborto. Come fa a negarlo quando si prevede che la madre dovrà lasciarci la vita?”.

“Posso risponderle?”.

“Dica pure, ma io ho le mie idee”.

“Intanto, ci si deve convincere che ci troviamo di fronte alla vita umana e che non possiamo mai dimenticarlo. Tutto il punto degli abortisti è nel ritenere che il feto non è un uomo. Tutta la posizione cristiana è invece nel ritenerlo. La scienza, poi, conferma la tesi cristiana quando dice che già nell’ovulo fecondato ci sono tutte le caratteristiche di una individualità”.

“Sì, ma, una donna…”.

“Il Vangelo dice che non vi è più grande amore di chi dà la propria vita per i propri amici; e perciò, nel nostro caso, invita a preferire il figlio. Poi, guardi, anche se uno prevedesse con certezza che il figlio nasca infelice, non può sopprimerlo; il dono dell’essere sorpassa ogni difficoltà che uno potrà avere; se volessimo poi sopprimere gli infelici dovremmo incominciare dai sani. Io che ho visitato un istituto per disabili, posso affermare che ho trovato più sorriso là dentro che in uno stadio. Il problema è che non si vuole amare, non si vogliono accettare i pesi della nostra condizione di uomini. Una società che non accetta i suoi pesi e li vuole risolvere con l’eliminazione degli altri è destinata alle più grandi smentite”.

“Lasci stare i grandi discorsi! Scenda al pratico. Uno che ha figli come fa a dire alla moglie di lasciarsi ammazzare per salvare il feto? Gli altri figli hanno diritto ad avere una madre!”.

“E’ verissimo, ma anche il figlio ha diritto alla vita! Poi è inutile che parli, tanto per lei il feto non è una persona e quindi non oggetto di diritto. Io so di donne che hanno fatto l’aborto spinte da un ragionamento come il suo, ma si sono trovate pentite. La tesi invariabile della Chiesa è che non si può mai attentare alla vita del feto. Si potrà certamente fare ogni tentativo per salvare madre e figlio, ma non si potrà mai usare come <terapia> l’uccisione del nascituro”.

“Io ho le mie idee e non le cambio”.

“Lo so che lei ha le sue idee. Lei non vuole cambiare, ma stia sicuro che neppure il giudizio di Dio cambierà. E questo è poco, ma sicuro!”.

 

C'E' UNA BELLA DIFFERENZA

Vergato - Bologna. Un signore sui 45 anni.

 

“Pace e bene!”.

“E’ un frate vero, lei?”.

“Perbacco, ce ne sono ancora dei frati in giro: non siamo mica estinti”.

“Non volevo dire questo; sa, con l’aria che tira uno può pensare ad un travestimento”.

“E’ vero”.

“Avete un clima un po’ sfavorevole oggi”.

“I cristiani camminano sempre sulla strada della croce”.

“Lo farete adesso: il cristianesimo ha usato violenza per estendersi”.

“Questo è pazzesco! Dove ha tirato fuori una simile menzogna? La Chiesa ha sempre detto che se Dio avesse voluto usare la forza lo poteva fare, dato che è Onnipotente, e che invece ha voluto usare la mitezza, il rispetto, l’amore. Fu Carlo Magno, ed altri del suo tempo, che vollero usare la forza per avere conversioni, ma furono sconfessati energicamente dalla Chiesa”.

“Io non me ne intendo di storia della Chiesa, però so che con gli eretici la violenza l’avete usata”.

“Senta, quando uno si camuffa, rimane nelle file, lì lavora come un tarlo, bisognerà pure scoprirlo, prima o poi; con questo non ho voglia di fare una difesa dell’Inquisizione; dico, però, e questo perché vi sono tanti strumentalizzatori all’ingrosso, che nell’Inquisizione vennero salvaguardati diritti che nella legislazione civile non erano salvaguardati. Ad esempio, l’accusato aveva diritto di escludere dall'indagine tutte le persone che credeva fossero interessate ad accusarlo”.

“Però venne usata la tortura”.

“Ma lasci stare! Venne usata con percentuali al di sotto del 2 per mille. Non la si può condividere di certo, e neppure allora la Chiesa nella sua totalità la condivise; però bisogna calarsi nel clima del tempo prima di gridare, come delle galline, allo scandalo. Non si dimentichi che era usata nella procedura penale civile. Giocò, poi, il particolare clima del medioevo, che guardava con serietà, a volte ossessiva, alla realtà dell’Inferno. In questo clima poteva sembrare addirittura caritatevole usare certi sistemi per impedire l’estendersi dell’eresia. Ci fu poi lo zelo degli Stati. E’ chiaro che l’eresia, allora, minava  l’unità dello Stato e, quindi, era bandita. L’Inquisizione, comunque, ebbe attività saltuaria e limitata, e furono le grandi Università Cattoliche, sorte nel Medioevo, a vincere l’eresia. Sarebbe meglio quindi che la si piantasse di riesumare tutte le volte l’argomento, Inquisizione”.

“Certo che ne dovete avere della fede, voi!”.

“Ne abbiamo, libera e gioiosa”.

“Però siete uguali a quelli che accusate. Voi volete accusare le cose fatte in Russia sotto Stalin, ma avete fatto altrettanto”.

“C’è una bella differenza! Noi partendo dal Vangelo, possiamo sempre rigettare le incoerenze, ma chi trova gli errori teorizzati nei suoi testi base, nelle sue idee base, non potrà mai cambiare linea, neanche se dice di cambiarla”.

“Che fatto tipo, che è lei!”.

“E’ Gesù Cristo che è un fatto tipo, io seguo lui contento e felice”.

 

LA TRINITA’

Bologna - Faenza. Un maestro sui 40 anni.

 

“Salute, fratello!”.

“Salga, se avesse avuto i calzettoni, l’avrei lasciata a terra”.

“C’è chi li porta e chi non li porta. Non è più un obbligo stretto”.

“Così sono più sicuro che lei sia un frate. Senta, i suoi superiori sono d’accordo che lei faccia l’autostop?”.

“Non solo i superiori, ma anche S. Francesco”.

“Fate bene a uscire un po’”.

“Lo facciamo e l’abbiamo sempre fatto. Se rimanessimo chiusi nelle sagrestie, a parlare della Trinità senza occuparci del concreto storico di oggi, renderemmo soddisfatti molti negatori di Dio”.

“Mi fa venire in mente una cosa; ma, della Trinità anche altri popoli ne parlano!”.

“E’ impossibile!”.

“No! No! Gli Induisti parlano di Brahama, Visnù, Siva, che sono tre emanazioni del Brahaman; la divinità suprema, dunque una radicale differenza”.

“E gli egiziani parlavano di Osiride, Iside, Oro, ma queste triadi non hanno niente a che fare con la Trinità cristiana; sono delle composizioni basate sul numero 3 a scopo cultuale; o sono tre dei, o sono tre manifestazioni di una medesima divinità. La Trinità cristiana non ha tre dei, perché è un solo Dio, né tre manifestazioni di un'unica divinità, perché sono tre Persone”.

“Grazie, ero arrivato quasi a concludere che la Trinità arrivasse da idee pagane”.

“Anche i Testimoni di Geova dicono così, ma la realtà è ben diversa. La Trinità è affermata dalla Sacra Scrittura”.

“Però il tre c’era presso i pagani”.

“E’ la faccenda che ogni trino è perfetto: lo diciamo anche noi quando diciamo che non c’è il 2 senza il 3; da lì però, ad arrivare alla Trinità ce n’è! E’ stato Dio a rivelarci il suo mistero trinitario; con la sola nostra mente mai avremmo potuto raggiungerlo”.

“Ma è proprio necessario andare in Chiesa, quando Dio è dappertutto?”.

“No! No! Bisogna andarci”.

“E’ perché?”.

“Solo in Gesù Cristo entriamo in comunione con Dio. La Sacra Scrittura dice che nessuno va al Padre se non per mezzo di Gesù Cristo. Ora Dio è ovunque perché tutto vede, tutto ascolta, perché tutto esiste per lui, ma entra in comunione con l’uomo solo se l’uomo si lascia attrarre da Gesù Cristo. Gesù, poi, è presente nell'Eucaristia. Ecco perché si deve andare in Chiesa: perché la Chiesa è il luogo dell’Eucaristia. Anche se ci troviamo di fronte ad un semplice oratorio, senza l’Eucaristia, dobbiamo sentire la bellezza di pregare in un luogo che la Chiesa ha consacrato alla preghiera. Uno può pregare ovunque ma il suo cuore deve essere in comunione con l’Eucaristia”.

“Non me l’aveva mai spiegato nessuno”.

“Adesso è chiaro?”.

“Sì”.

“Sia lodato Gesù Cristo!”.

“Anche gli Induisti hanno però dei templi e degli altari; e allora, in che cosa siamo diversi da loro?”.

“Lei vuole arrivare al fondo delle cose; va bene! Quello che qualifica la Chiesa cristiana è la presenza di Cristo nel sacramento dell’altare. Quello che caratterizza il tempio induista è l’idolo, cioè non un fatto vivente, ma un oggetto divinizzato. L’idolo, poi, non è da confondersi con le immagini che abbiamo nelle nostre Chiese. L’idolo si ha quando si crede che la divinità sia una sola cosa con l’immagine. La chiesa è il luogo dell'assemblea Eucaristica, il luogo dell’ultima cena, il tempio pagano è invece incentrato nell’idolo”.

“E l’altare?”.

“L’altare cristiano è altare e mensa, dove si rinnova l'unico sacrificio di Cristo e si realizza la comunione con lui che dona, sotto i segni del pane e del vino, il suo Corpo e il suo Sangue; quello induista è un piano per le offerte, o di fiori o d’incenso, secondo il loro rituale. I fiori, sono poi le corolle dei fiori, vengono sparsi o attorno all’altare o ai piedi di qualche idolo; l’incenso viene bruciato dentro dei vasetti. La differenza è quindi grandissima. Non si deve meravigliare se presso altre religioni si trovano delle cose che richiamano il culto cristiano in certi fatti esterni, perché questi fatti procedono dai sentimenti comuni dell’uomo. Ci sono dei fatti che nascono spontanei; ad esempio, il fatto di usare l’offerta di candeline lo troviamo anche presso gli orientali”.

“Quindi voi non avete preso da altre religioni?”.

“No! Tuttavia, si è potuto prendere, con grande sicurezza di seguire il volere di Cristo, alcune espressioni esterne della religiosità greca e romana. Anche oggi in terra di missioni ci guardiamo bene dal distruggere gli elementi positivi che s’incontrano nelle altre culture. Prima li studiamo, poi li purifichiamo dalle parti caduche, e infine diamo ad essi nuova vita nel Vangelo, in Cristo, che è il Re di tutto. Ogni cosa buona che c’è nel cuore dell’uomo è di Cristo. Sono i Testimoni di Geova a dire che tutto ciò che è al di fuori di loro è dal Male. Noi diciamo, invece, che anche fuori della Chiesa ci sono elementi corretti che provengono da cuori onesti e in sincera ricerca di Dio. E’ chiaro tutto, adesso?”.

“La ringrazio, padre; mi ha chiarito”.

“Sia lodato Gesù Cristo”.

 

L’ORO DEL VATICANO

Autostrada Bologna - Ravenna. Un autotrenista sui 40 anni.

 

“Salga, padre! Dove deve andare?”.

“Vado a Ravenna”.

“Bene, la lascio al raccordo, io proseguo per Ancona”.

“Benissimo! Sono contento”.

“Le dico una cosa in sincerità; quando l’ho vista mi sono detto: <Io vorrei essere come quello là>. Ma perché, ed è questo il mio punto, a lei il Signore ha concesso tanto e a me no?”.

“Vede, il Signore dona a tutti la salvezza, nel senso che tutti sono chiamati ad andare in Paradiso, però distribuisce in modo sovranamente libero i suoi doni. Mentre fa questo però, ci ammonisce che sarà anche chiesto di più a chi ha avuto di più. Egli obbliga, poi, quelli che hanno più doni a svilupparli a favore degli altri. Riguardo alla santità, uno se la costruisce corrispondendo ai doni che ha ricevuto. La santità è fondata sulla corrispondenza a Dio. Poi, il discorso di star lì a vedere quanti doni uno ha, magari per vedere fino a che punto potrà arrivare la sua santità, è sballato. Nel libro dell’Apocalisse c’è scritto: <Chi è santo si santifichi ancora>. Ecco, l’amore è vita, non uno stagno in cui nulla si muove; l’acqua scorre se ci sono dei dislivelli; ma poi questi dislivelli sono intrecciati perché il Signore vuole che si stabilisca tra di noi l’unità nella carità reciproca, i miei doni non sono solo per me ma anche per lei, e i suoi non sono solo per lei ma sono anche per me”.

“Mi sembra di aver capito”.

“Lei corrisponda ai doni che il Signore le ha dato e non stia a pensare ad altro”.

“Ho ancora un punto che non riesco a mandare giù”.

“Fuori!”.

“Perché nel Vaticano c’è il più grande capitale che uno Stato abbia, e non viene dato ai poveri?”.

“Che nel Vaticano ci sia il più grande capitale è una grossa panzana, ed è facile capire chi ha l’interesse a metterla in giro; ed è facile dire che il patrimonio culturale presente nei musei vaticani non ha le caratteristiche di un capitale, perché non è per nulla inserito in un iter aziendale. L’unico iter è quello del museo”.

“Sì, ma quella roba non potrebbe essere data via?”.

“E’ roba che si è venuta accumulando attraverso donazioni, scavi archeologici nel territorio romano, e raccolte di cimeli etruschi ed egiziani”.

“Ma sarebbe più coerente che venisse dato tutto via.”

“Può darsi che un giorno o l’altro si verifichi anche questo; ma bisognerà stare attenti di non innescare una speculazione commerciale negli acquirenti. Stai tranquillo, la Chiesa è pienamente distaccata da quello che c’è nei musei vaticani, che sono poi aperti al pubblico e così servono pure al turismo italiano. Poi, se vogliamo fare un paragone, al confronto dell’oro che è depositato nei forzieri dell’Africa meridionale, che non viene messo in circolazione per paura che il costo dell’oro diminuendo crei problemi monetari, è come una medaglietta di fronte ad una montagna”.

“La ringrazio”.

“Non dimentichi mai che nella Chiesa c’è S. Francesco, che è obbediente alla Chiesa e la ama”.

“A me piace S. Francesco. Ho visto il film <Fratello sole e sorella luna>”.

“E’ molto bello, peccato che non sia esatto storicamente, in tante cose. Ad esempio non è vero che il Vescovo d’Assisi abbia osteggiato S. Francesco e abbia fatto bruciare il convento; si sa che fu il protettore numero uno di Francesco, e che fu lui a raccomandarlo a Roma. C’è una vena d’anticlericalismo; comunque  è molto bello, poi la colonna sonora è un capolavoro”.

“Arrivederci, padre”.

“Grazie; Gesù le vuole bene”.   

 

I FRATELLI DI GESU’

Porretta - Bologna. Un signore sui 40 anni.

 

“Salga padre”.

“Grazie!”.

“E’ un tempaccio: sempre nuvole e pioggia”.

“L’importante è che non sia nuvolo dentro il cuore”.

“Quello ogni tanto c’è. Ci si raffredda… Senta, ho letto un po’ di Bibbia: come mai Davide aveva più mogli?”.

“Nel Vecchio Testamento Dio l’ha tollerato. Che Dio tollerasse è poi chiaro, se si pensa che nella descrizione della creazione dell’uomo e della donna la base è la monogamia”.

“Senta, la Madonna aveva figli oltre Gesù?”

“No! L’espressione <Fratelli di Gesù>, che si trova nei Vangeli è un termine che gli Ebrei usavano anche per i cugini e determinati amici. Ad esempio, questa espressione è usata nei confronti di Giacomo e Giuseppe, che risultano dai Vangeli stessi figli di una certa Maria, moglie di Cleofa. Gli Ebrei, inoltre, non avevano nessun problema a chiamare gli invitati a nozze <I figli del Talamo>; questo per sottolineare l’intima amicizia con gli sposi. In Sardegna i parenti vengono chiamati <Fratili>; nelle Marche, i cugini <Fratelli>”.

“Ho capito bene. Voglio chiederle un'altra cosa”.

“Va bene “.

“E’ vero che i Testimoni di Geova discendono da Abele?”.

“Ma, niente! Saltano fuori da un certo Russel vissuto sulla fine del secolo scorso, se ben ricordo. Speriamo che non vadano a tirar fuori anche gli Esseni”.

“Gli Esseni?!”.

“Erano una setta giudaica che dimorava presso il Mar Morto. Aveva come base i testi biblici d’Israele, ma li commentava a modo suo”.

“Sono arrivato, grazie di tutto”.

“Niente, arrivederci. Preghi la Madonna”.

 

IL SACERDOZIO ALLE DONNE

Bologna - Porretta. Un giovane sui 35 anni.

 

“Grazie, che ha caricato il frate”.

“Niente. Io non capisco come mai le donne non possono arrivare a dire la Messa?”.

“Mi fa subito una bella accoglienza, con questo problema. La rivelazione di Dio non fa menzione alcuna del sacerdozio alle donne. Quindi, la cosa si risolve alla luce della Bibbia”.

“Ma se la donna è uguale all’uomo, perché si fa differenza?”.

“Ho capito! La parola del Signore lega sempre il sacerdozio al sesso maschile. Il popolo di Israele, benché vivesse accanto ai culti pagani, che avevano abbondanza di sacerdotesse, mai ha affidato l’ufficio sacerdotale alle donne, e guardi che in Israele la condizione complessiva della donna era migliore che in Egitto o in Babilonia. Poi, nell’ultima cena, dove Gesù conferì i poteri sacerdotali, erano presenti, e questo non a caso, solo i 12 apostoli. Mi sembra, quindi, che la volontà del Signore sia chiarissima. La Chiesa valorizza la donna; la Chiesa sa che la sua femminilità le dà il primato in molti settori dell'azione educativa e caritativa. Ora, Cristo morendo sulla croce ha redento il genere umano e ha celebrato, con rito di sangue, lo sponsale con la Chiesa, la quale è così Chiesa - Sposa, essendo lui Cristo - Sposo. Questo amore sponsale viene presentato dalla lettera agli Efesini di S. Paolo (5, 25 ss); si trova anche in altri testi (Cf. Mt. 9, 15; Gv3, 29; 2 Cor 11, 2; Ap 21. 9).

Nell’Eucaristia si esprime in modo sacramentale l’atto redentore e sponsale di Cristo; così il servizio sacramentale dell’Eucaristia si esprime in modo limpido ed univoco essendo il celebrante, che agisce <in persona Christi>, un uomo. Gesù scelse i 12 apostoli non condizionato dal costume del tempo, ma con libera e sovrana volontà, così come con libera e sovrana volontà operò per la piena dignità della donna, andando contro la mentalità dominante”.

“Dovrò pensarci su, queste cose non le avevo mai pensate. Senta, ho letto una ricerca di un medico su dei degenti in stato di coma…”.

“Conosco già la cosa”.

“Dicono, una volta usciti dal coma, che hanno incontrato dei loro cari”.

“C’è però differenza tra una narrazione e l’altra”.

“Sì, è vero, comunque c’è questo: hanno visto qualcosa dell’aldilà”.

“Ecco l’errore. Fintanto che l’anima è legata al corpo non c’è verso che entri nell’aldilà, né che lo sbirci. Le cose che ha raccolto quel medico sono immaginazioni prodottesi nello stato comatoso; sono dei sogni, perciò. Mi meraviglio della poca serietà di quel medico!”.

“Ma non sono andati del tutto nell’aldilà, sono entrati solo un poco”.

“Le dico che siamo di fronte a casi dovuti alle dosi di narcotici e all’immaginazione. Poi, voglio dirle, invece di bere quella roba con tanta facilità, dovrebbe essere sicuro che è stata rispettata la corrispondenza tra ciò che è stato immaginato nello stato comatoso e ciò che il medico ha divulgato; poi chissà quanti ne ha intervistati quel medico, prima di trovare quelli che facevano al caso suo”.

“Non potrebbero venire da Dio?”.

“E’ meglio che non ci avventuriamo troppo, perché anche il Demonio può produrre nell’immaginazione del soggetto cose del genere, e penso proprio che qualche volta non manchi di turlupinare quelli che amano l’occultismo. Il Maligno, per turlupinare meglio, può arrivare a far concordare, più o meno, le immaginazioni prodotte da lui nella fantasia di più individui, che poi si ritrovano, ecc…, ecc…, quindi, le ripeto, è fantasia bella e buona. Non le sembra che sia serietà ragionare come fa la Chiesa? La Chiesa, passo nel capo delle rivelazioni private, prima di ammettere che uno abbia visto od udito cose soprannaturali, ci pensa ben su, e finora il più delle volte a concluso per il no. Questa è la linea della Chiesa e, anche se oggi spuntano come i funghi quelli che dicono di avere esperienze straordinarie, non cambia”.

“Avete dei grossi problemi!”.

“Lei ci dia una mano. E’ battezzato, crede in Dio, lasci da parte tutte le polemiche sul sacerdozio alle donne o altro, viva la fede in Cristo”.

“Io ho di Dio un mio concetto. Sento il bisogno di lui, perché la realtà materiale è troppo povera e deve perciò esserci una realtà soprannaturale, e poi mi fermo. Dovrei entrare a far parte di qualche gruppo religioso, ma quale esattamente individua Dio?”.

“Senta, io non ho dubbi che la chiave per arrivare a Dio è Gesù Cristo”.

“Ma perché Gesù Cristo, o non Maometto o Budda!?”.

“Guardi, la realtà  è attualmente dominata da due sbandamenti: quello mitologico e quello ideologico. Il mito che cos’è? E’ una costruzione di tipo religioso - fantastico, che tende a bloccare lo storico; cioè il mito comincia a dire che le caste, le divisioni, l’ordinamento attorno ai gruppi dominanti, sono dei fatti ineluttabili che sono stati voluti dagli dei,  e che fare qualcosa per modificare la storia è andare contro il divino. L’ideologia, invece, che cos'é? E’ un pensiero che parte dalla possibilità di migliorare lo storico, di sbloccarlo verso mete migliori. Sono però due sbandamenti, perché il mito afferma il trascendente, per bloccare lo storico, l’ideologico afferma lo storico, ma negando il trascendente. E’ chiaro che ci si ritroverà di fronte al vero quando si avrà che sia lo storico che il trascendente sono salvati. Questo lo trovo in Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. In lui si ha lo storico e il trascendente. Ecco perché scelgo Cristo. Maometto, poi, mi presenta un Dio lontanissimo, senza nessuna voglia di scendere in mezzo agli uomini per storicizzarsi, come ha fatto Gesù. Il maomettano mai può aspirare all’unione intima con il suo Dio; il suo premio nell’aldilà è stabilito in un eden di tipo terreno. Maometto come beatitudine mi propone la materialità stessa, anche se sublimata, e perciò lo scarto. Budda mi presenta una divinità che, al contrario di quella di Maometto, è panteistica, cioè una divinità che è il tutto e l’uomo una parte di questo tutto. L’ideale buddista è annientare se stessi nel Brahama. E’ un Dio che non qualifica l’uomo come persona autonoma, storica, libera, capace di guardare a lui come ad un <tu> distinto e che gli sta di fronte; ma allora gli toglie la gioia di essere, la gioia dell’autonomia, la gioia di un vero dialogo con Dio. Ecco perché scarto Budda e scelgo Gesù Cristo. Maometto e Budda sono degli uomini; Gesù Cristo è vero Dio vero Uomo”.

“E’ convincente il suo discorso”.

“Io credo, scelgo Gesù perché veramente lo sento il mio Salvatore, il Liberatore dell’uomo. Forza, che Gesù le vuole bene”.

“Arriverei, padre, se la torno ad incontrare conti sul mio passaggio”.

“Grazie. Pace e bene”.

 

BUDDA

Strada Bologna - Faenza. Un signore sui 40 anni.

 

“Pace e bene. Vado a Faenza”.

“Va bene, salga”.

“Come vanno le cose?”.

“Vanno bene. Guardi il paesaggio com’è bello”.

“Mi sto interessando del Giappone, e i giapponesi hanno una sensibilità spiccata per il paesaggio”.

“Sì, è vero; basti pensare ai giardini che hanno”.

“Ho letto qualcosa delle loro religioni; mi ha colpito come episodi della vita di Budda siano simili a quelli di Gesù Cristo. Budda ha digiunato per 12 anni e anche la sua nascita assomiglia a quella di Cristo”.

“Per il digiuno niente di strano; quello che non funziona sono i 12 anni, che sono il chiaro frutto della leggenda. Poi riguardo alla sua nascita c’è una differenza abissale con quella di Gesù. Gesù Cristo è stato concepito per opera dello Spirito Santo, Budda ha avuto un padre; è vero che la leggenda fa la madre di Budda sterile, ma nell’ipotetico miracolo di fecondità ha avuto parte il padre. Quindi quella di Budda non è una concezione verginale”.

“Quando è nato, è però uscito da un fianco della madre”.

“Secondo la fantasia della leggenda. Alla leggenda interessava ben altro e cioè i fantomatici <sette passi di Budda>; sì, appena nato avrebbe fatto sette passi indicanti un sacco di roba. Insomma per la leggenda c’era bisogno che nascesse già in grado di camminare, e quindi non poteva essere partorito regolarmente. Per il resto, i buddisti non hanno alcuna voglia di postulare Budda una divinità. Quanto poi alla morte di Budda non c’è da perdere tempo in accostamenti con Gesù Cristo: Budda è morto per cibo indigesto, Cristo è morto perché liberamente si è offerto vittima per la salvezza del mondo”.

“Poi mi ricordo di aver letto che anche Budda ha avuto delle tentazioni, come Gesù nel deserto”.

“Nelle religioni, credo che sia un fatto solito la divisione del panteon in divinità benefiche e in divinità malefiche. Ora però c’è una differenza di fondo con il cristianesimo, perché per noi Satana non è una divinità: per noi non ci sono divinità o geni infernali, ma c’è un solo Dio creatore di tutto. Ecco, Budda voleva trovare un sentiero realizzatore, Cristo è la via; Budda è un ricercatore, Cristo è la verità; Cristo vince la tentazione riferendosi al Padre, Budda nella tentazione si riferisce a se stesso. Vede quanta differenza! Ho letto poi nell’enciclopedia Cattolica che si potrebbe per di più sostenere che nella leggenda buddista sia subentrata una rielaborazione per frenare la prima penetrazione cristiana in India, che avvenne nell’età apostolica. Poi, non si smarrisca se vede usare, nei confronti di Budda, termini come <beato> o <santo>. Questi titoli sono comuni, almeno a quanto conosco; quello che cambia è il contenuto che noi diamo ai termini: per noi santo e beato è colui che è innestato in Cristo”.

“Cosa vuole dire esattamente, santo?”.

“Ecco, santo significa separato; è un concetto ovvio. Per i cristiani è fissato, con contenuto spirituale autonomo, dalle parole di Gesù: <Siate nel mondo, ma non del mondo>”.

“Ho capito. Mi ha anche sorpreso il vedere sul capo di Budda l’aureola come Cristo”.

“Il nimbo è un segno solare antichissimo ed era usato anche dai Fenici e dai Romani. I cristiani lo usarono per Cristo perché lui è la vera luce delle genti. Furono i cristiani convertiti dal paganesimo che vollero dare a Cristo con il segno del nimbo, il riconoscimento della sua supremazia universale quale luce del mondo”.

“Ho capito; comunque in India ci sono di quelli che fanno i miracoli”.

“Mi dica quali miracoli fanno?!”.

“Mi hanno raccontato che uno ha messo a posto una gamba rotta”.

“Nelle cliniche ortopediche è roba che si fa tutti i giorni”.

“C’è dell’altro. Un mio amico è stato in una casetta di un guru e ha visto un vero miracolo. Fuori dalla casetta c’era la tempesta e dentro, nonostante ci fossero le finestre aperte, non si sentiva un alito di vento: era il guru che fermava le forze avverse della tempesta. Non era il Demonio, erano delle forze avverse”.

“Strane queste forze avverse! Non mi risulta che ci siano atomi o molecole che cospirano contro l’uomo. La tempesta è un fatto naturale. Poi posso benissimo pensare che quel suo amico sia stato turlupinato con l’ipnosi da quel guru”.

“Lui mi ha detto che era ben presente a se stesso.”

“Cosa vuole che le dica, io di fronte a cose del genere non mi scompongo. Io non credo che Dio rafforzi con miracoli una religione che è chiamata ad accogliere il messaggio cristiano. Il miracolo è qualcosa che rafforza la testimonianza cristiana e non si capisce un Dio che da una parte mandi operai a convertire le genti, e dall’altra radichi con miracoli la gente al proprio credo. Certamente concede loro grazie, ma lo splendore del miracolo appartiene alla sequela di Cristo. Una volta feci un tratto con tre signorine; per mettermi in crisi mi dissero che in India ci sono persone che camminano sull’acqua, che si sollevano da terra, ma rimasi tranquillo. Lo Spirito Santo? No! Lo Spirito Santo non innalza i santoni. Forze parapsicologiche? Per me insistere sulle cosiddette forze è deformare la visione antropologica dell’uomo: i medium sono dissestati psicologicamente dall’esperienza che conducono. Il Demonio? Si narra che Simon mago fece un voletto su di un arena romana e fu buttato giù dalla parola di S. Pietro: dunque può essere il Demonio: in ogni caso io credo che sui corpi circostanti l’uomo non possa influire con la sua volontà, come invece viene detto dai medium. S. Tommaso d’Aquino poi la pensava anche lui così”.

“Mi ha fatto una bella lezione”.

“Grazie; se mi torna ad incontrare mi prenda su”.

“Volentieri!”.

 

E’ VERA LA STORIA DEL PARADISO TERRESTRE?

Bologna - Modena. Una renault con a bordo un signore sui 35 anni.

 

“Sia lodato Gesù Cristo!”.

“E’ un fratello vero lei?  Sa ho una pistola con me”.

“Frate lo sono”.

“L’autostop è una cosa bellissima, ma se ne abusa... E adesso uno sta attento a non crearsi delle complicazioni”.

“E’ un mondaccio questo…!”.

“Ma è vera la storia del paradiso terrestre? A me sembra una favola”.

“No! E’ vera, la Bibbia parla del paradiso terrestre in termini popolari in modo da riuscire comprensibile a tutti, ma non racconta una favola. Anche altre religioni sono arrivate a pensare ad un'antica situazione di benessere, ad un età dell’oro; noi, però abbiamo nella Bibbia una precisione di contenuti”.

“E’ quella faccenda del peccato originale che non è chiara”.

“E’ un argomento difficile quello del peccato originale. Ecco, Adamo ed Eva, nello stato paradisiaco, avevano nel cuore la grazia santificante e, nei riguardi del corpo, certi doni che si chiamano preternaturali. I doni preternaturali erano: l’assenza della morte corporea (non stia adesso a pensare che se non fossimo morti avremmo stivato la terra, perché l’uomo, terminata la sua crescita in terra, senza morire sarebbe stato accolto nei celi), l’assenza del dolore, l’assenza della concupiscenza, che è la tendenza dell’istinto ad essere insubordinato allo spirito: per questo lo spirito è chiamato ad esercitarsi ad un dominio sull’istintività. Adamo ed Eva avrebbero trasmesso ai figli, oltre che la natura,  anche lo stato di grazia, senza, ovviamente, il Battesimo. Tutto questo avveniva perché l’atto della generazione era esente dalla concupiscenza. La caduta originale tolse all’umanità i doni preternaturali; e così, l’atto della generazione ha attualmente un abbassamento di luce, benché, intendiamoci bene, sia luce. Quell’abbassamento di luce comporta che l’uomo trasmette ai figli solo la natura e non lo stato di grazia, come doveva avvenire se non ci fosse stata la prevaricazione iniziale”.

“Ma se uno è in stato di grazia perché non genera figli in stato di grazia? L’atto del matrimonio tra due che si sono confessati, e che perciò sono in grazia di Dio, come fa a non essere pienamente gradito da Dio?”.

L’atto è compiuto in assenza dei doni preternaturali e così, per quanto santo possa essere, non riesce a superare del tutto la concupiscenza, che in se stessa non è peccato. Paolo VI, in data 11 luglio 1966, ripresentando la dottrina della Chiesa sul peccato originale, diceva: <Il peccato del primo uomo è trasmesso a tutti i discendenti non per via d’imitazione, ma di propagazione>. Ora il <segno> di questa trasmissione è la concupiscenza”.

“Ma perché Gesù Cristo, che ha salvato l’uomo, non gli ha ridato l’immortalità corporea e l’assenza della concupiscenza?”.

“Vede, c’è una tentazione nel suo discorso, ed è quella di non voler accettare umilmente i limiti che ci sono; e poi anche quella di voler che tutto nella salvezza venga da Dio e nulla dall’uomo. Dio vuole che noi collaboriamo con lui alla nostra salvezza. Se ci avesse ridato i doni preternaturali avrebbe sottolineato i nostri limiti fino a negarci la gioia di collaborare con lui alla nostra salvezza; tuttavia noi ora abbiamo di più di quanto ebbero Adamo ed Eva: abbiamo Gesù Cristo, crocifisso e risorto. Noi, in Gesù Cristo, siamo chiamati ad un livello di unione con Dio ben più profondo di quello del paradiso terrestre. Dio, in Gesù Cristo, ha lievitato la nostra umanità e l’ha proiettata nella gloria della risurrezione”.

“Non sono però cose facili da capirsi queste”.

“Sì, ma fede...! Poi, accanto alle conseguenze del peccato originale, abbiamo le conseguenze dei peccati attuali che gli uomini compiono: odi, invidie, lussurie, bestemmie, guerre, distruggono la convivenza e compromettono lo stesso ambiente dell'uomo. Pensi a tutti i disastri ecologici; e la degradazione dell’ambiente ha conseguenze funeste per l’uomo, che si vede oppresso da malattie; anche gli animali ne risentono”.

“Pensa che la fine del mondo avverrà per questo processo d’inquinamento?”.

“No! La fine del mondo la decreterà Dio e non gli uomini; come dice la Scrittura. Sarà un intervento totalmente di Dio”.

“Ma l’uomo, così condizionato, non cessa ad un certo punto di essere responsabile delle sue azioni? Mi sembra che alla fin fine tante uccisioni, tante deviazioni sessuali non sono responsabili”.

“L’uomo rimane sempre libero. Certo, la sua libertà potrà conoscere condizionamenti, ma mai può essere estinta. Oggi c’è la corrente che dice: <Faccio certe cose, ma non è colpa mia; è la società che mi condiziona; le tare che mi porto dietro io non le posso superare>. No! Uno è libero e può benissimo reagire contro le sue eventuali tare, e la medicina e la psichiatria possono benissimo venirgli incontro”.

“Sono arrivato. Mi ha fatto un lungo discorso”.

“Gesù vuole dei protagonisti, preghi la Madonna”.

 

MA SE POI DIO CI FOSSE?

Bologna - Ferrara. Un giovane sui 25 anni.

 

“Pace e bene! Vado a Ferrara”.

“Ci vado anch’io. E’ fortunato”.

“Il frate ha dalla sua parte la Provvidenza”.

“Sarebbe meglio che fosse dalla parte di tutti, e non solo di qualcuno”.

“Dicevo così per dire. Sì, la Provvidenza aiuta tutti”.

“Sì, ma ci sono di quelli che stanno bene e altri….”.

“Bisogna vedere in che cosa consiste lo star bene”.

“Vada là! Quando uno ha dei quattrini, sta bene. Io alla Provvidenza non ci credo. Ci sono quelli che pregano, e hanno solo disgrazie, ci sono di quelli che di Dio non gliene importa niente e hanno tutto”.

“E’ proprio sicuro che chi ha i quattrini abbia tutto? Sa, comunemente si afferma che chi si accontenta gode e il denaro non è tutto, che l’importante è volersi bene, che oggi si ha un sacco di roba, ma non si è contenti”.

“Sì, si dice così, però uno che ha i soldi, anche se non è contento, ha sempre il potere di schiacciare un altro”.

“Chi ha Dio nel cuore, non è mai schiacciato da nessuno. Lo potranno mettere anche a morte, ma Dio gli darà vittoria eterna. A lei sembreranno fuori dal mondo queste parole, però il Vangelo non mente”.

“Sono belle parole, ma se Dio ci fosse dovrebbe intervenire…”.

“Crede che se Dio eliminasse chi ha più di lei e lo tormenta, lei starebbe bene per questo?”.

“Certo!”.

“Solo se avrà amato i suoi nemici, potrà star meglio!”.

“Io sono in contatto con un sacerdote, e facciamo sempre delle discussioni…”.

“Ci credo”.

“A voi non viene mai il dubbio che un giorno o l'altro salti fuori una scoperta che distrugga tutta la vostra costruzione?”.

“Ohhh, senta, sarebbe una di quelle <scoperte> che dimostreremmo non fondate. Sono 2000 anni che la Chiesa cammina in mezzo alle cosiddette <scoperte>, eppure è ancora qui. Posso farle io adesso una domanda?”.

“Sì”.

“Lei, che è così bravo a porre tanti dubbi, perché non si dice: <Ma se poi Dio ci fosse?>. Questo dubbio non ce l'ha mai?”.

“Sì, me lo pongo. Ma poi chi me lo garantisce che Dio ci sia?”.

“Glielo garantisce un momento di riflessione, glielo garantisce la testimonianza di coloro che hanno vissuto e vivono il Vangelo, glielo garantisce che il fatto religioso è di tutte le latitudini e longitudini, glielo garantisce la validità a tutti i livelli del Vangelo, glielo garantiscono i miracoli fatti da Cristo e da quelli che sono di Cristo. Provi a negare i miracoli di Lourdes”.

“Quindi i miracoli esistono?”.

“E’ quello che le ho detto”.

“Continuerò a parlare con quel sacerdote”.

“Bene, ma lo ascolti, le vuole bene”.

“Cosa ne pensa dell’evoluzionismo?”.

“E’ una teoria che si vuole sostenere con argomenti che non la dimostrano. Il mondo dovrebbe essere pieno di tentativi, di forme abbozzate, e invece no. Sì, facciamo pure tutte le ipotesi, ma per noi resta intaccato il fatto che esiste Dio creatore e che l’uomo fin dall’inizio aveva caratteristiche pienamente umane”.

“Per voi la vita è solo sulla terra?”.

“Nessuno ha visto nulla sulla luna, su Marte, però, dato che ci sono milioni di galassie, è possibile l’esistenza d’altri pianeti dove vi sia vita vegetale e animale. L’uomo è però solo sulla terra”.

“Il Paradiso dove lo collocate?”.

“Il Paradiso, come luogo, è al di sopra di tutte le realtà astronomiche. Altro non so dirle. Però per Paradiso noi intendiamo più specificamente la contemplazione di Dio, visto così come Egli è”.

“Io invidio la vostra fede”.

“La fede è offerta a tutti, ed è stupendo credere. Io fino a 26 anni sono stato ateo, o meglio educato tale, e sono contentissimo di avere abbracciato ora il Vangelo”.

“Io ho fatto alla rovescia. Prima andavo in Chiesa, poi…”.

“Ci ritorni. Gesù l’aspetta. E' nei tabernacoli per noi. Non dubiti; è là per noi".

 

IL RACCONTO BIBLICO DELLA CREAZIONE

Porretta - Bologna. Un signore sui 40 anni.

 

“Pace e bene! Vado a Bologna”.

“Io vado a Modena”.

“E’ di Modena?”.

“Sì di un paese vicino, però”.

“Ci sono andato diverse volte a Modena. Sa che la storia della <secchia rapita> è una favola?”.

“No, mi racconti”.

“Me l’ha detto un mio confratello cappuccino che è stato diverso tempo a S. Giovanni Rotondo, nel convento di padre Pio da Pietrelcina. Mi ha raccontato che una sera, in refettorio, si era messo a parlare della secchia rapita…”.

“Padre Pio ne parlava?”.

“No: il confratello, che mi ha riferito il fatto. Padre Pio ascoltava; dopo un bel pezzo, perché si andava per le lunghe, gli disse: <La vuoi finire? Non è vero nulla. Va in biblioteca, nello scaffale…>”.

“Il confratello salì subito in biblioteca, andò allo scaffale, trovò il libro, lo lesse e vide che affermava che la secchia rapita era una favola senza fondamento storico. La cosa che ha sorpreso quel mio confratello è che padre Pio in biblioteca ci andava ben poco, anzi non ci andava”.

“Padre Pio è stato osteggiato dalla Chiesa?”.

“Sarebbe meglio dire verificato. Sa, c’è chi vorrebbe separare i santi dalla Chiesa, poi separare la Chiesa da Cristo, poi Cristo da Dio e, infine, Dio dall’esistenza; capisce? Padre Pio ha amato la Chiesa ed è stato obbediente ad essa”.

“Avevo sentito dire così. Senta, cambiamo argomento; non c’è divario tra racconto della creazione come lo presenta la Bibbia e le realtà scientifiche?”.

“Non c’è discordanza, se le realtà scientifiche sono veramente scientifiche”.

“La Bibbia dice che la creazione è stata fatta in 6 giorni, mentre invece oggi si sa che l’universo ha miliardi di anni, che anche adesso vi sono stelle in formazione, poi la Bibbia dice che l’uomo è stato creato dalla terra, mentre si sa che si è prodotto per evoluzione”.

“Ecco, il fatto che Dio opera nell’ambito di 6 giorni e il settimo si riposa ha il significato di far vedere la sacralità del settimo giorno: il giorno del sabato. In quel giorno l’Israelita doveva astenersi dal lavoro e attendere alla preghiera. La Bibbia, poi, quando dice che Dio prese della terra non è inesatta, perché la composizione del corpo dell’uomo viene in ogni caso dalla terra”.

“Va bene, ma quello che volevo dire è che l’uomo discende per evoluzione dalla scimmia. Cioè la scimmia  si è pian piano sviluppata diventando uomo”.

“Prima di poter dire questo, bisognerebbe riflettere che ci dovrebbero essere delle scimmie quasi uomo, o addirittura dovremmo assistere al prodigio di una scimmia che diventa professore di matematica. Sa, date le condizioni ambientali dello zoo, data l’alimentazione curata, dato il continuo vedere uomini, ce ne dovrebbero essere a decine e decine di questi prodigi, e invece niente. Si potranno avere scimmie ammaestrate dall’uomo per il circo, ma poi queste scimmie non sono in grado di comunicare lo stesso insegnamento ai loro piccoli. L’uomo è nato da un preciso intervento di Dio”.

“Quindi io ho letto delle filastrocche?”.

“Lei ha letto delle ipotesi, che come tali vanno prese”.

“Lei è preparato”.

“Io vedo il mondo con occhio francescano, e sono contento di questo. Ogni cosa ha come causa suprema Dio. Non c’è esplosione stellare nell’universo che Dio non abbia previsto dall’eternità; non c’è montagna che sia sorta che lui non volesse, non c’è animale che abbia caratteristiche da lui non decise”.

 

DOVE PRENDETE IL DENARO PER VIVERE?

Bologna - Ancona. Un giovane su di una Citroen utilitaria.

 

“Grazie del passaggio”.

“Di niente”.

“I giovani sono quelli che più facilmente danno un passaggio”.

“Lei lo fa sempre l’autostop?”

“Sì, lo faccio sempre. Ho incominciato a farlo quando ero militare in Sardegna. Il deposito di munizioni dell’aeronautica, dove ero, distava 14 km da un paesello; e per raggiungerlo ci si serviva dell’autostop. Poi, una volta frate, l’ho continuato a fare”.

“Ma non vi danno i soldi per viaggiare in treno?”.

“Sì, uno che viaggia per ministero ne ha diritto; ma io li risparmio, viaggiando in autostop e così posso usarli per regalare corone del rosario o libretti. Poi mi piace incontrare le persone”.

“Dove prendete il denaro per vivere?”.

“E’ la carità delle persone che ci aiuta. Noi non abbiamo altro che il convento e l’orto”.

“Il Vaticano non vi finanzia?”.

“E dai con questa storia del Vaticano! Dove sono tutti questi soldi del Vaticano? Fra l’altro è in deficit!”.

“In ogni modo, io vi lascio le vostre problematiche e sto contento della mia pace”.

“Ah, chi si accontenta gode. Se ti accontenti fa pure. A me piace la pace e la gioia di Cristo. Una pace rintanata nella cerchia dell’egoismo non la invidio di certo”.

“Ma, non potete credere che uno possa seguire le vostre idee!”.

“Tanto le nostre idee sono di Cristo! Poi uno faccia quello che vuole. Di bello, però, l’uomo ha questo: che dopo 80 o 90 anni muore”. "Se l’aldilà non c’è tu ci rimetti un bel po’”.

“E se c’è, tu sei rovinato per sempre! Ammesso, e non concesso, che non ci sia niente, io non ci sarò e perciò non avrò coscienza di averci rimesso. Ma se c'è tu sei rovinato.

Questo è un pensiero elementare, ma un mare di fasulle ipotesi sull’uomo sono riuscite a soffocarlo. Poi, sai dirmi in che cosa ci sto rimettendo?”.

“Ma la libertà, le donne?!”.

“Se ti sentissero le donne, in questo momento non ti sorriderebbero di certo. Poi la libertà! Quale? La libertà di rifiutarsi a tutti. La mia è la libertà del donarsi: uno è libero quando lotta contro l’egoismo. La libertà vera è la libertà dall’egoismo.”

 

METEMPSICOSI

Bologna - Otranto. Un ragazzo e una ragazza su una Ritmo.

 

“Io credo che sia vera la metempsicosi, mi dice ad un certo punto il ragazzo, e anche il Vangelo ne parla”.

“Questa proprio no!”.

“Eppure!”.

“Forse qualcuno vorrà cavillare sull’episodio del cieco nato”.

“Ecco, è in tal punto del Vangelo. Lì si dice che il cieco nato era tale per un male fatto in una precedente esistenza”.

“Non va interpretato in quel modo quel passo, e questo è fuori questione per tutte le confessioni cristiane. Gesù ribatte del tutto negativamente la frase dei discepoli: <Ha peccato lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?>. I discepoli avevano in mente, secondo un’idea rabbinica, che ogni peccato dei genitori potesse ricadere come male sui figli. Quando dicono <Ha peccato lui>, avevano in mente l’insegnamento di alcuni rabbini, che, nelle loro dispute, arrivavano a dire che anche il feto poteva in qualche modo peccare, e che perciò i mali di nascita potevano essere attribuiti a quei peccati. La risposta di Gesù è rivolta ad eliminare tutte quelle idee distorte”.

“Potessi essere sicuro…”.

“Senta la Bibbia parla chiaro in molti passi. Tutta la Chiesa rifiuta la metempsicosi. Nella lettera agli Ebrei (9,27) si legge: <E com’è stabilito che gli uomini muoiono una sola volta, dopo di che viene il giudizio…>”.

“Quindi lei mi garantisce che è cosi: niente metempsicosi”.

“Niente metempsicosi”.

Cambiando argomento.

“Non gira troppo questo Papa?”.

“Direi di no! Come successore di Pietro ha il dovere di visitare le varie comunità ecclesiali”.

“Ma nel passato i Papi non lo facevano”.

“Mandavano degli incaricati. Giovanni Paolo II ci va di persona e fa bene”.

“Ma i soldi che costano quei viaggi…!”.

“Se si muove il Presidente della Repubblica nessuno ha da dire sui soldi; se si muove il Papa, sì. Chissà perché?!”.

“Ma, non lo so!”.

“Anch’io proprio non lo so!”.

“E della piscina?”.

“Giovanni Paolo II ha bisogno di fare dello sport per ragioni mediche. Poi, che abbia scelto il nuoto non deve meravigliare data la sua completezza ginnica. Poi la piscina gliel’hanno regalata i tedeschi e non è destinata al suo esclusivo uso”.

“E di tutti gli abiti che portano i cardinali?”.

“Senta, il decoro non è contro il Vangelo; poi il presentarsi con abiti significanti il ruolo sacerdotale non dovrebbe far problema a nessuno”.

“Lei sa rispondere a tutto”.

“Adesso non stia a sviolinare; poi sono sacerdote e queste cose devo saperle chiarire”.

 

NEL PARADISO TERRESTRE

Bologna. Un giovane sui 20 anni.

 

“Nella Bibbia c’è una distinzione fra gli animali mondi ed immondi. Che cosa vuol dire?”.

“E’ nel libro biblico del Levitico che si fa questa distinzione, ed è in connessione con il fatto che gli animali ritenuti sacri dai popoli vicini venivano ritenuti immondi dagli Ebrei: non però in quanto lo fossero in se stessi. La Sacra Scrittura, infatti, dice chiaramente che Dio creò tutte le cose buone. Vede, anche quando un leone sbrana una preda fa una cosa buona nel suo ordine animale, che è un ordine non cosciente. Solo l’uomo è cosciente di sé, perché è un essere razionale. L'animale è senziente, non cosciente. Poi l’uomo ha ricevuto la possibilità del dominio su tutti gli animali. Nel paradiso terrestre ciò avveniva senza bisogno di gabbie, perché Dio circondava l’esistenza dell’uomo con un continuo flusso di grazia”.

“Voi che studi fate?”.

“Dopo le superiori, facciamo cinque anni di teologia e filosofia. Adesso da cinque si è passati a sei”.

“Ho visto le puntate di Gesù di Nazareth di Zeffirelli e mi ha colpito il fatto che abbia rappresentato Maria con le doglie del parto. Io sapevo che Maria non aveva sofferto nel parto”.

“Sì, Maria non ha sofferto durante il parto, perché era immacolata e perciò esente dalle conseguenze del peccato; poi, il suo parto fu verginale, cioè nell’ambito di una situazione miracolosa”.

“Allora Zeffirelli non ha detto il vero”.

“In questo punto evidentemente, no!”.

 

DICIAMO IL ROSARIO

Bologna - Modena. Due giovani sui 20 anni.

 

“Pace e bene! Ci sono autotreni che, quando ti passano vicino, ti gelano con lo spostamento d’aria”.

“Alzo il riscaldamento?", mi dice il conducente.

“Grazie. Oh, che bello che avete il rosario! Lo dite o lo lasciate attaccato allo specchietto?”.

“A casa qualche volta lo dico", dice il conducente”.

“E tu lo dici?", dico all’altro giovane.

“Io, no”.

“Sentite, proviamo a dirlo. Un po’ di preghiera ci fa bene e poi il mondo ne ha tanto bisogno”.

“Va bene”.

Si recita il rosario.

“Benissimo abbiamo fatto del gran bene. Sembra che non si sia fatto niente, ma in realtà con la nostra preghiera qualcosa è cambiato”.

 

PERCHE’ NON UCCIDE I MALVAGI?

Milano - Sesto San Giovanni. Una signora sui 40 anni.

 

“Sa che qua in Lombardia l’autostop è più facile?”.

“No”.

“Io che giro nelle varie regioni per la predicazione, vedo che qua l’autostop va a gonfie vele”.

“Perché lei ha l’abito religioso, altrimenti resterebbe a piedi”.

“Se uno però comincia ad avere paura di tutti è finita”.

“Di delinquenti ce ne sono in giro, e uno fa bene a stare attento. Cristo però dovrebbe impedire tanta delinquenza”.

“Vede, fintanto che gli uomini non vogliono seguire Dio, il male avanza nel mondo distruggendo le nostre comunità; così il male diventa autocastigo”.

“Ma il male colpisce anche gli innocenti. Questo Dio non lo dovrebbe permettere”.

“E’ vero tocca anche gli innocenti, ma il loro dolore non è senza significato, perché sale a Dio in Cristo, che è stato il grande innocente”.

“Anche quando si tratta di un bambino?”.

“Gli innocenti che furono uccisi da Erode avevano tutti meno di due anni, e il loro dolore non fu inutile, come ci afferma la Chiesa”.

 

CHI HA FATTO DIO?

Ravenna - Rimini. Un giovane sui 25 anni.

 

“Grazie che si è fermato”.

“E’ da molto che aspetta?”.

“No! Dio oggi mi dà molte caramelle; vorrà dire che tra poco mi darà delle buone croci”.

“Ma esiste Dio?”.

“Perché mi fa questa domanda? Il frate crede e proclama che Dio esiste”.

“Ma chi ha fatto Dio?”.

“Se Dio fosse fatto da qualcuno non sarebbe più Dio, ma una creatura; e il creatore dell’ipotetico Dio creato sarebbe lui, Dio. Dio è colui che è, e che ha creato tutte le cose”.

“Ma perché non si fa vedere?”.

“Si fa vedere con le sue opere. Dio è spirito e non si può pretendere di vederlo con le pupille, che sono abilitate a vedere volumi e colori. Uno intende subito che la montagna non è Dio e che un albero non è Dio. L’uomo vede le cose create da Dio e  queste lo portano a Dio. La luna ha conosciuto la presenza degli astronauti, ma è ovvio che non l’hanno fatta loro: essa dichiara la presenza di un artefice supremo. Nell’universo c’è un inizio, poiché è impossibile all’universo il riorganizzarsi una volta che sia giunto a quella che si può chiamare <morte dell’universo>. Questo fatto si chiama entropia ed è affermato dalla termodinamica”.

“Certo che non è facile sentire parlare di queste cose”.

“Si parla di questo o di quello, dell’ultimo ritrovato o dell’ultimo apparecchio laser, ma non ci s’innalza a pensieri su Dio. Notizie su ciò che l’uomo ha scoperto e può fare, ma il pensiero di Dio non viene sviluppato. Però salta sempre fuori lo stesso. Il problema di Dio è insopprimibile: in tutto il mondo, dappertutto, perché nel cuore dell’uomo nasce sempre una voce: <Dio c’è, Dio c’è.>. Dio è il creatore dell’universo: egli l’ha creato dal nulla con un atto della sua onnipotenza”.

 

UN LIBRO DEL 1500

Bologna - Roma. Un signore sui 45 anni.

 

“Alè, via col vento!”.

“Io vado piano però”.

“Dicevo così: ho aspettato un po’ per il passaggio. Che bel paesaggio!”.

“Senta, dalle mie parti c’è una signora che ha delle capacità stranissime. Ha un vecchio libro del 1500 e aprendolo vi trova il futuro di ognuno. E’ una cosa straordinaria. Ci va tanta gente. Lei cosa ne pensa di questa cosa?”.

“Lei c’è andato, e ha sentito il suo futuro?”.

“No, ma me ne hanno parlato. Voglio andarci”.

“Se vuole un consiglio da amico non ci vada, perché quella è un’imbrogliona”.

“Ma riesce ad indovinare! Ad esempio, uno l’avvicina, e lei sa dirti il nome”.

“Senta, o si tratta di una montatura oppure bisogna pensare al brano della Sacra Scrittura negli Atti degli Apostoli al capitolo 16. Lì, si parla di una donna che faceva l’indovina e S. Paolo le scacciò uno spirito maligno con la conseguenza che quella smise subito d’indovinare”.

“Quindi voi dite che sia il Diavolo a far indovinare quella donna?”.

“Se non ha un servizio d’investigazione per il quale viene a conoscere le notizie, bisogna concludere così “.

“Ma quella donna ha in casa il Crocifisso, dei santi…”.

“Non vuol dire nulla. Se sta lì con un libro del 1500 a indovinare è sicuro che è fasulla”.

“Dà anche delle benedizioni”.

“Bene, questo conferma ancora di più che è fasulla, perché le benedizioni le può dare solo il sacerdote. Ai fedeli compete solo la benedizione del padre di famiglia ai figli, e nel senso più semplice”.

“C’è chi dice che ha delle qualità superiori. Dicono che l’uomo non usa tutte le cellule del cervello e che può darsi che alcuni ne usino di più e abbiano per questo poteri superiori”.

“Il cervello è tutto adoperato dall’uomo. Si dice che le circonvoluzioni della corteccia servono per le espressioni alte dello spirito, ma si dice anche che il restante del cervello presiede a settori ben precisi, ad esempio, l’udito, la vista, il tatto…La cosa non regge neanche per gli evoluzionisti che dicono che l'organo è prodotto dalla funzione, qui l'organo non sarebbe prodotto da nessuna funzione, eppure si sarebbe prodotto. Come vede, è sballato anche per gli evoluzionisti”.

“Senta, esiste il malocchio?”.

“Io di questi argomenti non m’interesso”.

“Una volta ho parlato con un sacerdote e mi ha detto che esiste”.

“Senta, esiste per quelli che sono nel peccato e che ci credono. Se uno vive nella fede stia tranquillo che dal malocchio è del tutto al riparo. Se poi uno è tormentato dallo spirito del male c’è l’azione della Chiesa, che ha il potere di scacciare gli spiriti maligni”.

 

CREATO AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA CON DIO

Rimini - Ravenna. Una signora sui 45 anni.

 

“Pace e bene!”

“Grazie”.

“Vado a Ravenna e poi a Porto Garibaldi, a prendere del pesce: me lo danno in carità”.

“Voi portate un senso di pace. Sa, noi, viviamo in mezzo a tanti urti e facciamo così fatica ad essere veri e sinceri. Sempre si è in stato di all’erta”.

“Non bisogna lasciarsi travolgere. Il Signore ci è accanto”.

“A volte ho dei dubbi di fede. Mi viene da discutere l’infallibilità del Papa”.

“L’infallibilità del Papa è fondata sulle parole di Gesù: <Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa>. Poi, è logico pensare all’infallibilità se si pensa che la Sacra Scrittura è data, sì, a tutto il popolo di Dio, ma nello stesso tempo, poiché è possibile la diversità d’interpretazioni su punti di fondo, occorre che nella Chiesa ci sia una parola che concluda con certezza infallibile le problematiche che possono nascere. Vede, nel mondo protestante ognuno può porsi come interprete illuminato e assoluto della Bibbia; ed è per questo che sono nate tutte quelle numerose organizzazioni religiose come gli Evangelisti, i Calvinisti, gli Anglicani, i Luterani e cosi via. Adesso, però, i Protestanti stanno sentendo il problema dell’unità e questo è molto confortante. Ecco, l’infallibilità del Pontefice è un servizio all’unità. L’infallibilità del Pontefice si esprime quando parla ex chatedra, ma anche negli interventi del suo magistero ordinario egli è guida sicura; anzi, anche in questi, se lo vuole, può esprimersi infallibilmente”.

“Ma per il passato i Papi hanno commesso degli errori”.

“Dottrinali no. Ecco, i successori di Pietro non sono impeccabili, sono solo infallibili. Solo Cristo è stato infallibile e impeccabile. Però stia sicura che noi sacerdoti viviamo il comando di Cristo di non peccare”.

“Io vi ammiro per la vita che conducete”.

“Niente! Pensi com’è bella la santa Messa, ed è il sacerdote che la celebra. La nostra vita conosce, sì, sacrifici, ma conosce ancor più l’amore di Dio”.

“Certo che questi devono essere tempi difficili, per un sacerdote”.

“Sono difficili se ci si allontana dal Signore. Per il resto niente paura. Molti dicono: ma al giorno d’oggi…; oggi come oggi, non è possibile pensare ad una vita come quella di un frate, oggi si può costruire il paradiso qui in terra e non c’è bisogno di andare a fantasticarne uno in cielo; oggi la situazione culturale è diversa, c’è meno ignoranza; e poi ancora oggi, oggi e oggi, ma  a costoro noi rispondiamo che Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre, e così pure l’uomo nei suoi problemi di fondo.

Non ci sentiamo perciò dei fuori tempo, ma uomini che invitano altri uomini a seguire Cristo per costruire una civiltà d’amore, e questo senza proporre illusioni, ma la realtà dell’incontro con Cristo crocifisso e risorto.

Noi crediamo che l’uomo non è un piccolo punto dell’universo. La grandezza dell’uomo non dipende dalla sua statura, ma dipende dalla possibilità che ha di comunicare con Dio.

Mi ricordo di un bravissimo medico che mi riferì un dialogo che aveva avuto con un suo collega. Questo gli disse, dopo avere dimostrato di guardare all’uomo come luogo di fenomeni biologici e basta: <Ma come hai fatto a conservare la fede?>. La risposta fu: <Io ho sempre creduto che l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza con Dio>.

“Sono contenta d’averla incontrata”.

“Anch’io. Sia lodato Gesù Cristo”.