Homo habilis

 

                                                                      

L'Homo habilis è testimoniato da pochi frammenti. Non tutti i reperti ritrovati possono essere classificati Homo habilis (denominazione data nel 1964 da Leakey, Tobias e Napier). Mary Leakey (1976) ritiene che solo tre reperti di Olduvai (Tanzania), denominati OH7, OH13, OH16, siano Homo habilis; si può aggiungere OH24 (Tobias 1983).

OH7, già datato a 1,9-1,7 milioni di anni ora è risultato databile a 2,3 milioni di anni fa, fa comprende una mandibola con tredici denti; la capacità cranica è difficilmente misurabile a causa dell'esiguità del campione: le misurazioni proposte sono incerte vanno da circa 400 cc. fino a 590. La mandibola risulta deformata.

OH13 è datato 1,6 milioni di anni fa. Comprende parti di osso frontale, parti di entrambi i parietali, una grande porzione di occipitale, frammenti di mascella, mandibola - di identità umana - fornita di dentizione completa; inoltre alcuni frammenti post-cranici, quali un piccolo frammento di ulna prossimale. Si tratta di una femmina, di circa 15-16 anni, con capacità cranica di circa 650 cc; da adulta stimata 673 cc. Homo habilis OH13 potrebbe essere quello che viene definito Homo rudolfensis.

OH24, datato circa 1,8 milioni di anni; diversi pensano a una sua correlazione con Africanus, avendo tratti morfologici che lo avvicinano in parte agli australopiteci. Si aggiunge anche KMN-ER 1813 (Koobi Fora, Turkana) datato a 1,8-1,9 milioni di anni.

OH7, che ha la capacità cranica è di 510 cc, ed è datato recentemente a 2,3 milioni di anni risultando così il più antico reperto di Homo habilis. Attualmente però il primato di antichità è passato al fossile mandibola LD 350-1 datato a 2,8/2,75 milioni di anni fa, e ritrovato nell’area di Ledi-Geraru nella regione di Afar. Nella regione di Afar visse Lucy e Selam (australipiteci afarensi). Lucy risulta a circa 3,2 milioni di anni fa; Selam risulta a 3,3 milioni di anni fa. La presenza di questa coesistenza ha fatto dire che la mandibola ha alcuni tratti (in particolare il mento sfuggente) che la assomigliano all’autralopithecus afarensis; tuttavia la dentizione (tre molari, e premolari e un canino, nonché le proporzioni della mandibola accumunano decisamente il reperto ad Homo.

L'Homo habilis è detto tale perché in grado di produrre una primitiva industria di ciottoli scheggiati da una parte (choppers) o su entrambi i lati (chopping tools). Tale industria è detta Olduvana, da Olduvai, in Tanzania, luogo di ritrovamento di fossili di Homo habilis. L'Homo habilis, oltre la capacità di costruire un utensile, non solo di usarlo, (Una scimmia può usare una bacchetta per raccattare formiche o lanciare noci di cocco da una pianta su di un avversario, ma non costruire un utensile), presenta la capacità di strutturare in maniera inventiva il proprio spazio di vita, come risulta da pavimentazioni circolari di ciottoli. L'industria Olduviana dei ciottoli, datata da 1,8 a 2 milioni di anni fa, è dell'Homo habilis, ma essa ha accompagnato per molto tempo anche l'Homo erectus. Tale industria è preceduta nel triangolo di Afar - zona di Hadar - da un'industria litica datata a 2,5/2,6 milioni di anni fa, di fattura "alquanto migliore" (Cf. "Lucy, le origini dell'umanità"; pag 224); ciò testimonia degli Homo anche più habilis.

Nel sito Lomekwi 3 sul lago Turkana in Kenya sono stati ritrovati (2015), da ricercatori della Stony Brook University di New York, oltre 20 utensili in una data ancora più anteriore: 3,3 milioni di anni fa.

Va precisato che presso i fossili di autralopithecus non sono mai stati ritrovati utensili, per quanto siano stati cercati; così vale per le tracce del fuoco. La data degli utensili di Lomekwi è in sincronia con la data delle orme di Laetoli (3,5 milioni di anni fa).

A Olduvai non sono state trovate tracce di utilizzo del fuoco, ma ciò non significa che vada escluso, data la capacità di Homo abilis di organizzare il suo ambiente di vita domestica.

Comunque, le prime tracce dell’utilizzo del fuoco sono state ritrovate nel sito di Chesowanja, presso il lago Baringo (Kenia) alla datazione di 1,4 milioni di anni fa. Non è postulabile il dominio tecnico del fuoco, cioè di capacità di produrlo, con percussione di selci e piriti, o sfregamento di legni, ma ciò non dovette tardare. Il fuoco veniva preso da incendi per autocombustione, o per l’azione dei fulmini.

Altro indizio dell’utilizzo del fuoco si trova nella caverna di Swartkrans, in Sud Africa, a circa 1,6 milioni di anni fa per opera di Homo erectus, in un tipo differenziato denominato Telantropus capensis (resti di mandibola e cinque denti molari). A Swartkrans sono stati rinvenute anche tracce fossili di Homo habilis. Sempre in Sud Africa, nella grotta Wonderwerk, sono state trovate tracce d’utilizzo del fuoco alla datazione di circa 1/1,6 milione di anni fa, da parte di Homo erectus.

L’utilizzo del fuoco ha accompagnato molto presto Homo, per il movente elementare, prima della cottura delle carni, di sottrarsi al freddo.