OGGI E’ UNA BELLA GIORNATA
Roma - Bologna. Un ragazzo sui 20 anni.
“Io avrei da farle una domanda”.
“Va bene”.
“Perché la Chiesa non permette i
rapporti prematrimoniali?”.
“Perché possiede una sapienza alla
quale non può rinunciare e che è talmente ricca che arricchisce chi la vive.
Ecco la sapienza è nel vedere l’incontro tra l’uomo e la donna articolato in
tre momenti. Il primo è l’innamoramento: due si vedono, hanno il presentimento
di essere fatti l’uno per l’altra…così. A questo momento subentra il
fidanzamento, dove il presentimento avuto è verificato. Ci si conosce meglio; si
conosce il parentado, e così via. Questo tempo è caratterizzato da un non
essere ancora l’uno dell’altro, ma in cammino verso il sacramento del matrimonio, che dà stabilità definitiva all’incontro. In questo tempo avere i
cosiddetti rapporti prematrimoniali è un errore perché si fa qualcosa che per
sua natura vuole il per sempre, mentre si è ancora nel provvisorio. Chi si
avventura nei rapporti prematrimoniali si trova, così, in stato di
contraddizione: da una parte è nel provvisorio, dall’altra parte è nel per
sempre. Se poi si aggiunge che nel fidanzamento non ci si può assumere la
natalità, si vede bene come il discorso sia traballante. Poi il fidanzamento è
un catecumenato, nel senso che prepara al sacramento del matrimonio. Ora questo
catecumenato mira a verificare il cuore, ad affinare l’amore reciproco che
sarà la base del sì, detto davanti al Signore e alla Chiesa. La successiva
donazione del corpo sarà una conseguenza della donazione stabile del cuore. I
rapporti prematrimoniali portano poi a notevoli incertezze circa
l’armonizzazione dei caratteri nei primi momenti del matrimonio: se si ha
ancora in mano la carta vincente dell’incontro dei corpi, i caratteri con
facilità si armonizzeranno, altrimenti si avranno risultati faticosi. Poi se uno
vuol imboccare un vicolo cieco, faccia pure il cosiddetto <Provarsi prima>. La
realtà del fidanzamento non fornisce mai le condizioni di serenità psichica, di
maturità, per una vera donazione del corpo. Il cosiddetto <provarsi> fornisce
perciò campioni senza valori; per di più immette nel gelo tecnico, di un provarsi, una donazione che vuole come fatto indispensabile l’amore, quello
vero; poi,
per le difficoltà che si potranno incontrare, in ogni diocesi ci sono dei
consultori matrimoniali cattolici. In essi si può avere l’aiuto di psicologi e
di medici”.
“Ma perché uno dopo non può divorziare?
Se una coppia non va avanti, perché insistere? Se l’amore finisce, perché
continuare a stare insieme? Voi dite delle belle cose, ma poi la realtà è
diversa. Ci sono dei casi che sono terribili, perché non ci si potrebbe rifare
una vita?”.
“Guardi che Cristo non è privo di
carità nel dire che il matrimonio è indissolubile. La parola del Signore ha la
sua testimonianza d’amore nella sua croce”.
“Sì, ma se uno non crede perché
vincolarlo ad un vincolo che non sente più, che lo tormenta…?”.
“Guardi che il Signore non afferra per
il collo nessuno, né credenti né non credenti. Se infatti una coppia di
credenti o non credenti è a pezzi può ricorrere alla separazione; certo, però
non può passare a seconde nozze”.
“Le sembra giusto?”.
“A me sì. Perché se la coppia sa che
può ricorrere alla rottura del vincolo e passare ad altre nozze non fa che
scarsi tentativi per superare l’eventuale crisi”.
“Ma uno non può rifarsi una vita!?”.
“Bisogna distinguere tra la possibilità
di rifarsi una vita e il cercare la possibilità di soddisfazione sessuale. So
che questo distinguo non piace ai fautori della sessualità come tutto
dell’uomo. Ecco, se è per cercare la possibilità della soddisfazione sessuale
non funziona, perché l’uomo è chiamato al domino di sé, e questo dominio è
realizzante. Se vuole rifarsi una vita capirà che, per lui, la vita si apre
nella misura in cui accetta virilmente la sua realtà e si apre ai valori che gli stanno dinanzi
quali il lavoro, le amicizie, l’impegno per il miglioramento della società:
così uno si rifà una vita”.
“Se uno ha la fede gli risulta facile,
ma se no, no!”.
“Se
uno non ha fede, non va neanche in chiesa a sposarsi. Vede tutte le sue obiezioni nascono da
una concezione materialistica dell’uomo. Se uno parte da questa, risulta non
solo lecito il divorzio, ma anche inutile il matrimonio davanti a un sindaco, poiché l’unica cosa
da fare sarebbe quella di accoppiarsi e basta”.
“Non passi agli estremi”.
“Non sono gli estremi, se guardiamo la
realtà che ci sta intorno. Quali sarebbero le posizioni di equilibrio?”.
“Due non si trovano, e senza tante
tragedie si separano. Io non vedo tante complicazioni”.
“Gliele faccio vedere io. La prima è la
ferita che i figli vengono a subire dall’instabilità della famiglia. La
seconda è che l’instabilità della famiglia crea l’instabilità della società.
La terza è che è indebolito ogni tentativo di superamento delle crisi”.
“Mhoo!”.
“Provi a pensarci su. Io di quello che
le ho detto sono perfettamente convinto e non sono per nulla insensibile alla
sofferenza di tanti casi”.
“Sarà perché sono in mezzo a tanti
discorsi diversi dai suoi, che faccio fatica a capire. Comunque la ringrazio
per quello che mi ha detto”.
“Oggi è una bella giornata, perché c’è
stato un bell’incontro. Pace e bene!”.
NON CI SARANNO PROBLEMI PER IL SIGNORE
Bologna - Rimini. Un giovane sui 20 anni.
“Senta, cosa faremo in Paradiso?”
“Non ci annoieremo stai tranquillo,
vedremo Dio così come egli è,
e perciò
saremo inondati dalla sua comunicazione d'amore. Poi, in Paradiso, ci sarà
l’incontro con i nostri cari, con gli angeli.”.
“Dov’è il Paradiso?”.
“Nel più alto dei cieli, al di sopra di
quelli astronomici. Il cielo di cui parliamo nel Credo <Salì al cielo siede
alla destra del Padre…>, non è quello dei telescopi”.
“E l’Inferno?”.
“Infernum significa luogo sottostante.
Noi lo crediamo in basso e basta. Noi, piuttosto che voler soddisfare curiosità
inutili, pensiamo a riflettere bene sul fatto che al termine della vita saremo
giudicati e avremo il premio o la condanna del nostro agire”.
“Ma se uno dopo si pente? Dio lo
manderà all’Inferno?”.
“Quando il tempo è finito, non è più
possibile pentirsi”.
“Sono
in tanti che vanno all’Inferno?”.
“Lasci stare le percentuali. Il Signore
nel Vangelo afferma che la via del male è spaziosa e molti la percorrono. Se
poi mi dici che tutti ti sembrano buoni, ti dico che molti la sanno dare ad
intendere per bene, e su questo credo che tutti siano d’accordo. Io sono
convinto che tra i praticanti sono pochi quelli che hanno l’animo del traditore
e perciò la massa di essi si salva; ma tra i non praticanti abituali credo che
le cose stiano piuttosto al contrario”.
“Certo che se stanno così le cose…”.
“Quando si muore, a seconda delle opere
si va o in Paradiso, o in Purgatorio, o all’Inferno. E questa è verità di fede,
definita più volte dalla Chiesa. Poi, alla fine del mondo risorgeremo e resterà
solo il cielo con il cosmo rinnovato e l’Inferno, che è eterno”.
“Risorgeremo!”.
“Nel Credo non diciamo forse che
crediamo nella risurrezione della carne? Quando Gesù ritornerà per il giudizio
finale i nostri corpi risorgeranno. Dio è onnipotente e ricomporrà i nostri
corpi, proprio i nostri. La nostra anima si riunirà al nostro corpo”.
“Gesù ritornerà ?!”.
“Oh! Non sei mai andato a Messa? Non si
dice nel Credo che Cristo di nuovo tornerà per giudicare i vivi e i morti?”.
“Ma quando ritornerà e risorgeremo come
faremo a stare tutti sulla terra?”.
“Risorgeremo, occupando nel momento del
giudizio, perché dopo saliremo al cielo, chissà quale crosta terrestre,
realizzata da Dio in quel momento. Comunque sono cose che farà Dio e non noi, e
perciò fantasticare serve a poco. Se vuoi delle cose a fantasia, si può pensare
che i continenti si riuniscono, che magari la terra prenda l’aspetto di una
piattaforma, che la materia dei pianeti del sistema solare si unisca in
un'unica massa che poi si rapprende, il tutto sotto l’azione dell’onnipotenza
di Dio. Ecco ti voglio far capire che non ci saranno problemi per il Signore;
poi, dopo il giudizio, i beati saliranno alla città celeste, i dannati andranno
anche con il corpo all’Inferno, dopo aver visto per un fulmineo istante Dio,
che hanno disprezzato e odiato
nella loro vita e che non potranno più avere”.
“Mi ricorderò di lei”.
“Bene!
Sei giovane stai fermo nella fede. Stai con Cristo e Maria”.
MI DICE COME DOVREI RISPONDERE?
Cesena - Bologna. Una signora.
“Posso domandarle alcune cose?”.
“Certo, va bene”.
“Io sono un’insegnante, e tante volte mi
sento fare delle domande sull’esistenza di Dio; mi dice come dovrei
rispondere?”.
“Ci sono gli argomenti di dimostrazione
dell’esistenza di Dio. Questi sono di diverso tipo; il primo è la dimostrazione
metafisica, poi c’è l’argomento teleologico, poi ci sono gli argomenti
psicologici”.
“Le chiedo troppo se le chiedo di
illuminarmi?”.
“Mio compito. Allora, partiamo dall’argomento metafisico. Esso afferma che tutto quello che si muove è mosso da un
altro, e che non si può procedere all’infinito nel pensare cose che si muovono
e sono mosse, che è perciò necessario
arrivare a un primo motore immobile. Il moto va inteso come ogni sorta di
divenire o di mutazione nella natura, nella qualità, nella quantità, nel luogo.
Il moto esiste, lo vediamo chiaramente nelle cose. Però non si deve vedere nel
mondo solo il divenire, come diceva erroneamente Eraclito. Nel mondo c’è
l’essere e il divenire.
La forza della dimostrazione metafisica
sta nel fatto che è impossibile la serie infinita delle cose che muovono e sono
mosse, perché niente muove, se non dopo essere stato mosso da un precedente. Se
la serie fosse infinita, non vi sarebbe il primo che muove e così nessuno
muoverebbe e niente si muoverebbe.
Per esempio: in una macchina con delle
cinghie di trasmissione, ogni ruota è mossa dalla precedente, ma se si
procedesse all’infinito non ci sarebbe la ruota che muove tutto, e così tutto
sarebbe fermo.
Si ha ancora che è impossibile che una
cosa sia prima di se stessa, in altre parole che una cosa sia causa efficiente
di se stessa; non può essere che passi essa stessa dal non essere all’essere. Il
nulla è tale perché non è, e non può essere causa di qualche cosa. Il nulla non
può essere nulla e qualcosa nello stesso tempo. Ecco, una cosa quando comincia
ad essere trae la sua causa efficiente dall’essere di un altro; ora non si può
procede all’infinito perché se non esiste una causa prima, tutte le cause
successive non potrebbero essere. Si deve arrivare ad una Causa non causata:
Dio.
Ho letto un giorno un’intervista ad un
operaio sulla sua fede nell’esistenza di Dio; lui rispose che prima di operare
una cosa ha bisogno di esistere e prima di esistere ha bisogno di essere stata
creata.
Si narra che una bambina, educata dal
padre ateo ad affermare che Dio non c’è, si trovò di fronte, durante un pranzo,
ad una serie di domande da parte di un sacerdote, poiché diceva che il pane
quotidiano non glielo dava Dio ma il suo papà. Il sacerdote gli domandò dove lo
trovavano, papà e mamma, il pane che le davano. Lei rispose, con un attimo
d’esitazione, che lo trovava dal fornaio. Di nuovo le fu domandato con che
cosa il fornaio impastasse il pane; e rispose che lo faceva con l'acqua e che
poi lo cuoceva con il fuoco. Le fu domandato, alla fine, chi aveva inventato
l’acqua, il fuoco e i chicchi di grano; qui la bimba si arenò e cominciò a
pensare che papà le aveva detto delle cose da brutta figura.
Questi sono aneddoti. Dal campo scientifico
ci viene una riprova dell’argomento metafisico, la cui forza sussiste anche
indipendentemente da una tale riprova.
La scienza, nella termodinamica, ci
dice che in una qualsiasi trasformazione d’energia la quantità d’energia
utilizzabile è sempre minore di quella disponibile. Non è possibile trasformare
energia senza perderne continuamente. La quantità d’energia nell’universo resta
constante, ma aumenta sempre la parte inutilizzabile, che è sotto forma di
calore. L’energia non trasformabile (entropia) va continuamente aumentando. Ora
il calore si diffonde in tutti i punti fino all’equilibrio, determinando che il
rendimento della trasformazione sarà nullo.
Ora, da questa situazione, l’universo non
potrebbe riemergere per propria forza, per la legge d’inerzia, che dice che nessun corpo
in riposo passa al moto da se stesso. Ora, ne consegue che andando a ritroso
dalla situazione finale d’equilibrio, si arriva ad una situazione origine, che
non può scaturire dal nulla per sua forza.
Gli antichi avevano ben capito questo
tendere a Dio dell’universo, ed è per questo che l’avevano chiamato, appunto,
universo, cioè versum unum, cioè verso un Unum personale.
Altro punto è l’origine della vita:
essa, per quanto nei laboratori ci si sia dati da fare, non è stata prodotta.
Haeckel nel 1877 diceva che bisognava
affermare la generazione spontanea, se no si cadeva, diceva lui, nell’assurdo
di dover ammettere il miracolo; ma Haeckel ha detto parecchie menzogne. La
generazione spontanea al suo attivo, dopo cento anni, non ha nessuna prova, neppure oggi
con tutti i sofisticati mezzi a disposizione.
Visto che non c’è nulla di nulla che
appoggia la generazione spontanea, si fomentano delle frottoline. Un tale,
molti anni fa, mi disse che con un esperimento avevano formato, in un grumo di
sostanze, una membrana, e diceva che la membrana fu la prima condizione della
vita. Mi sono fatto dare il libro: la cosa era in una paginetta.
Insomma era solo un fenomeno chimico ottenuto con la spruzzata di qualche cosa;
il termine giusto doveva essere crosta non membrana, o in ogni caso non
membrana vivente. La membrana non è poi la prima condizione della vita, quasi
che essa innesti il resto del procedimento.
Una volta mi è stato detto che
una professoressa aveva affermato ai suoi scolari che la vita veniva dal DNA.
Anche qui una falsità. Il DNA. è un codice genetico nel quale vi sono le
<informazioni> per i processi biologici; non è affatto il <nucleo> che ha
attratto a sé atomi organizzando la vita. Nei laboratori dove si è riusciti a
isolare il DNA., il DNA. se ne sta tranquillo.
Un’altra insegnante ha detto ai suoi
ragazzi che la vita è venuta dagli astri; ora nessun virus, nessuna cellula può
resistere ai raggi ultravioletti del sole, per non parlare dei raggi X e dei
raggi gamma presenti nello spazio cosmico, e dei raggi cosmici. Così un'altra frottola sulle spalle
dei ragazzi.
Ma, ancora si sogna che la vita si sia prodotta per circostanze particolari milioni e milioni di anni fa. Benissimo,
sulla terra ci fu un’epoca in cui non c'era la vita. Benissimo, è vero; ma come
la vita si produsse? Con i raggi del sole, con radiazioni di vario tipo, con
vari fanghi o brodi? Ma in laboratorio si sono tentate tutte le strade, si è
tentato negli ultimi cento anni di tutto, ma niente, di niente!
Così, tornando a Haeckel, per non
credere ai miracoli, o meglio all’azione creativa di Dio, credeva nei sogni, o
meglio credeva nell’impossibile miracolo di un’autogenesi della vita, di una
cellula dalla quale sarebbe venuto tutto, tutte le innumerevoli specie di
animali, vegetali, per evoluzione, per autoevoluzione; quella cellula sognata
era stata sognata proprio onnipotente.
Pensi che il grado di probabilità che
una cellula si sia formata per caso, con il concorso causale delle forze della
natura, e cioè senza un creatore, è simile, dice Marcozzi, a quella che avrebbe
un reggimento di scimmie di riprodurre a caso, senza fare errori, l’intera
bibliografia di tutte le biblioteche del mondo.
Se si pensasse alla probabilità che ha
di formarsi a caso una proteina, e la proteina non è la vita, c’è da piantarla
con il sognare la generazione spontanea o raccontare frottoline.
Marcozzi, un antropologo cattolico, cita, a proposito, l’esempio di una molecola
d’ovalbumina, la più semplice proteina. Essa è composta da 4.448 atomi di
quattro sorta. Il suo peso molecolare è di 34.500. Per poter fare qualche
calcolo Marcozzi, citando Lecomte du Nouy, ipotizza che abbia 2.000 atomi di
due tipi. Va tenuto presente che gli atomi non sono per niente disposti a caso.
Ora anche facendo la semplificazioni a 2.000 atomi, per misurare la probabilità
che a caso si formi la molecola, cioè per essere sicuri di produrla, bisognerebbe
fare in media un numero di tentativi tali che, mettendo insieme gli atomi dei
tentativi falliti, si avrebbe una sfera di materia il cui raggio sarebbe così
grande, che la luce impiegherebbe 1083 anni a percorrerla, e la luce viaggia a
300.000 km al sec.
Dice ancora Marcozzi, che se si avesse a
disposizione una sfera cava del diametro della terra e si potessero fare 500
trilioni di scuotimenti al sec. Il tempo, in media, perché si formi la molecola
sarebbe di circa 1243 miliardi di anni. Ora la terra non esiste che da 4 o 5
miliardi, cioè un tempo che è una minima frazione dei 1243 miliardi di anni”.
“Interessante”.
“Proprio così. Ma passiamo
all’argomento teleologico”.
“Che cosa vuol dire teleologico?”.
“Teleologico vuol dire ordine
finalistico. Teleos vuol dire fine. Logos vuol dire discorso. Ora
quest’argomento parte dal fatto che nel mondo c’è un ordine stupendo. Gli
antichi chiamavano il creato, cosmos, che significa ordine. L’universo non è
regolato dal caso. Affermare che i fenomeni avvengono per caso è dire quanto di
più antiscientifico si può dire. Se, per esempio, si getta un dado su di un
tavolo e si ha un numero, si dice che per caso è venuto quel numero, ma in sé e
per sé non è esatto, perché quel numero è il risultato di tante componenti
precise: la posizione della mano, la forza con cui si è gettato, l’elasticità
del dado, la posizione del dado all’inizio, l’elasticità del tavolo. Quel
numero è così il risultato di una rigorosa concomitanza di cause. Ora l'ordine
dice organizzazione a dei fini, e l’organizzazione a dei fini vuol dire
intelligenza ordinatrice e tale intelligenza non può essere altro che quella di
Dio.
Se guardiamo ad un organismo vediamo
come tutto cospira ad un unico effetto. La funzione è il teleos a cui concorre
l’organo. La funzione allora non è una causa che è prima dell’organo, ma agisce
come causa finale: è posteriore all’organo. L’orientamento dell’organo alla
funzione è così perfetto che non è un orientamento casuale, ma voluto,
prestabilito.
Il detto che la funzione sviluppa
l’organo è valido solo, appunto, come sviluppo e non come determinazione. E’
lapalissiano, infatti, che se uno esercita i muscoli questi si sviluppano; ma
questi si sviluppano: non cambiano la loro funzione. In natura gli organismi
operano sapientemente, ma dicono pure che la sapienza non è in loro. Dice
Marcozzi, un antropologo cattolico, che se gli organismi viventi fossero
intelligenti le loro operazioni meravigliose dovrebbero essere frutto
dell’esperienza, invece precedono l’esperienza. La cicala conosce subito quello
che dovrà fare. La vespa ichneunon con il suo esile ovidutto fa una
perforazione per uno spessore di legno pari ad un pollice, per deporvi le uova.
L’operazione che dura 3 quarti d’ora gli riesce senza fallimenti; senza, perciò,
alcuna esperienza o prova l’istinto delle vespe è indipendente dall’esperienza e si potrebbe continuare a non finire.
Ancora; gli organismi viventi fanno
cose meravigliose; ora se fosse in essi l'intelligenza dovrebbe essere grande,
e così nel tempo dovrebbero fare nuove cose, ma invece no; nei secoli.
Aristotele, il gran filosofo greco,
diceva a proposito di alcune parole di Anassagora: <L’uomo che affermò essere
l’ordine esistente negli animali e in tutta la natura opera dell’Intelligenza, appare simile ad un temperante in
mezzo ad ubriachi>”.
“Bellissimo”.
“Andiamo avanti, con l’argomento
psicologico. Tutti gli uomini desiderano la felicità, e questo non è un
desiderio vuoto, ma comanda tutto. Ora deve esistere un bene capace di saziare
infinitamente l’uomo. L’uomo vuole sempre il meglio, il perfetto, ora questo è
Dio. E’ vero che l’uomo spesso vuole il meglio, il perfetto, l’infinito in cose
create, ma quando fa questo si condanna a cupe delusioni, a tristezze, a
cecità, a deformazione di sé.
Esiste poi l’argomento morale, che si
basa sul fatto che gli uomini nei secoli dei secoli hanno sempre creduto
nell’esistenza di Dio; lo si crede anche oggi dalla grande maggioranza degli
uomini. E’ smentito l’assunto ateo che afferma che il bisogno della gente
afflitta dalle impellenze della vita è la ragione della creazione
dell’esistenza di Dio; le impellenze
della vita in Europa, in America e in altre parti non ci sono eppure si
continua a credere in Dio. In Europa
solo il 23%, oggi, dice di non credere nell’esistenza di Dio, e c’è da essere
sicuri che la percentuale scenderebbe se questo 23% fosse avvicinato da idee
chiare sull’esistenza di Dio. Voglio affermare che molti si lasciano
suggestionare dai negatori di Dio; l’ateo non esiste in realtà, esiste il
negatore di Dio. Dunque nei secoli, e anche oggi, gli uomini credono nell’esistenza di un Essere supremo. Anche i popoli che noi diciamo selvaggi hanno
spirito religioso, credono nell’esistenza di un Essere supremo. Haeckel,
falsario di prima nomina, affermava che i popoli non guastati dalla civiltà erano privi d'ogni spirito religioso, ora questo è smentito da tutti.
Ecco, non è possibile che la maggior parte degli uomini s’inganni,
permanentemente nei secoli, in una cosa d’assoluta importanza morale. Non si
tratta qui di ingannarsi sul moto della terra, ma su di una cosa vitalissima.
Si può ancora affermare che in ogni uomo c’è la voce della coscienza, che
comanda il bene e comanda di rifiutare il male. Si ha così una legge intima
allo spirito dell’uomo; tale legge è universale, immutabile, le aberrazioni
degli uomini non la possono distruggere, riemerge e sussiste sempre. Tale legge
è cardine di vita perché tutela il bene morale. Ora la legge che l’uomo ha
scritto nel cuore, anche se condizionamenti e atteggiamenti voluti la possono
offuscare, deve avere un legislatore; non c’è, infatti, legge senza
legislatore. Ora il legislatore della legge che l’uomo ha impresso nel cuore è
Dio.
Esiste poi il Cristo, la seconda
persona della Trinità, che è venuta tra gli uomini. Dio esiste e non è rimasto
lontano dagli uomini. Qui il discorso lo saprà già benissimo. Esistono i
miracoli, ed è inutile tirare fuori la storiella delle suggestioni, perché, non
c’è niente da fare, quando uno ha un cancro in tutti e due i polmoni, in stato
avanzato, e guarisce perfettamente, istantaneamente, non c’è niente da dire in
materia di suggestioni.”.
“E’ accaduto?”.
“Sì, è un miracolo operato da Dio per
la preghiera di padre Pio da Pietrelcina. Ma la storia della Chiesa è piena di
queste sovrane manifestazioni di Dio.”
“Grazie, molto. Senta ai bambini come
si fa a spiegare la morte di Gesù? Io ho paura che s’impressionino”.
“I bambini capiscono benissimo e
s’impressionano per ben altre cose che vedono nei giornali o alla TV. Ecco,
capiscono benissimo che un uomo buono possa essere rifiutato e messo a morte. E
capiscono bene che un Dio sia venuto in mezzo a noi per parlarci, per farci
vedere quanto ci ama. Capiscono anche il valore sacrificale
della morte di Gesù. Basterà affermare che Gesù, vedendoci peccatori, ha
domandato al Padre, nel momento nel quale era rifiutato e messo a morte,
perdono per gli uomini. Questo perdono è stato ottenuto e si traduce nel dono
della grazia, nel dono di essere figli di Dio. Poi non mancano sussidi
catechistici al proposito. Ecco, annunci che il Padre ha inviato il Figlio
perché fosse ascoltato dagli uomini, e salisse glorioso al cielo dopo aver donato
tutto se stesso agli uomini, a tutti gli uomini, perché Gesù è causa universale
di salvezza”.
“E del Diavolo come si fa a parlarne?”.
“Parta dal Vangelo. Gesù è stato tentato
nel deserto. Gesù ha mandato i discepoli a scacciare i demoni; così le malattie
sono una cosa e i demoni un'altra. Parta dalla vita dei Santi. Poi faccia
capire che Dio non permette che siamo tentati al di sopra delle nostre forze. Preghi il Signore
la illuminerà. Ami quei ragazzi e avrà le parole giuste. Per parlare del
Vangelo, che è dottrina d’amore, bisogna amare.”
“Se uno mi domanda: <Chi ha fatto Dio?>”.
“Lei risponda che se Dio fosse stato
fatto non sarebbe Dio, ma Dio sarebbe quello che l’ha fatto. Dio è colui che è,
che è sempre stato, senza che alcuno lo abbia creato. Egli conosce il passato,
il presente, il futuro, perché egli è l’Eterno; e qui bisogna affermare che
quest’onniscienza di Dio è un mistero, ma le cose stanno così, come si ricava
dalla Scrittura, dove si vede che Dio fa annunci su cose future, che
immancabilmente si sono avverate.
D’altra parte non credere in Dio è un
assurdo. Chi infatti ha fatto tante
cose?”.
“Senta, il Demonio era un angelo, ma
come ha fatto a ribellarsi a Dio?”.
“Si è ribellato e basta. Dio lo
sottopose ad una prova e questa prova, secondo la teologia francescana, fu l’adorazione del Verbo incarnato, futuro; per la teologia francescana il Verbo si
sarebbe incarnato anche se l’uomo non avesse peccato. Satana disprezzò questo
disegno di Dio, non volle adorare e così si ribellò. Fu precipitato
nell’Inferno. Poi per invidia contro l’uomo e per livore contro Dio tentò Adamo
ed Eva, che caddero. Ma caddero per colpa loro, perché avevano benissimo la
capacità di vincere.”
“Grazie, padre”.
“Preghi la Madonna, il Diavolo è sotto
il suo calcagno. Ma senta ancora questi argomenti sull’esistenza di Dio. Ecco
l’uomo che nega Dio, nega di essere stato creato da Dio, e si dà come origine
una bestia, a sua volta originata da un'altra e questa dalla materia. Ma poiché
non può ritenersi una bestia, in quanto è lampante che non lo è, e poi non
potrebbe sostare su un tale concetto di sé, dice che è lui la causa del suo
essere umano, il plasmatore di se stesso. Non dovrebbe però dire ciò dal
momento che afferma che tutto avvenne per il determinismo della materia. Si hanno
così due pensieri in contraddizione. Poiché la contraddizione preme in lui, egli
cerca una sintesi e questa si chiama lotta, lotta contro colui che determina l’essere della contraddizione: Dio. Lotta che si traduce nella lotta contro chi
testimonia l’esistenza di Dio; lotta cruenta e incruenta, violenta e suadente.
La lotta contro l’esistenza di Dio è
così affermazione dell’esistenza di Dio; infatti, è determinata da un pensiero
contraddittorio che non volendo sanarsi con il riconoscimento di Dio, persevera
nella negazione di Dio, lottando contro tutto quello che afferma Dio, ragione
della contraddizione. La lotta si attenua, si esaurisce, quando incontra la <conversione> alla negazione di Dio;
quando Dio è ritenuto una dolce idea sentimentale si attenua, ma non si
esaurisce, si lancia a nuove prede, poiché la negazione di Dio giunge ad essere
militante.
La lotta si alimenta furente tutte le
volte che incontra cattivi esempi, incongruenze morali dei credenti; si
alimenta furente perché si ammanta di causa per la giustizia, ogni mancanza di
un credente si traduce in un aumento di lotta contro la fede. Per questo il
credente contro la <lotta> non ha che le armi del bene. <Vincete il male con il
bene>, dice S. Paolo.
Ma ancora, il negatore di Dio dice che
Dio è un’idea soltanto, una proiezione nel vuoto del bisogno di sicurezza dell’uomo. Il Dio vero, concreto, esistente, è invece lo
Stato. Lo Stato è il
suo dio provvidente. Ma lo stato
chi è? Che cos’è? Non certo il fine ultimo dell’uomo, ma uno strumento per il
bene temporale dell'uomo. Ora i negatori di Dio, facendo dio lo Stato, costruiscono
un idolo, che è opera delle loro mani. Questi
negatori di Dio fanno leggi da negatori e così non leggono l’uomo come
immagine di Dio, come è, ma nelle maniere più contrarie a questo.
Così i diritti fondamentali dell’uomo
non sono riconosciuti come inerenti in sé e per sé all’uomo, ma gli vengono
concessi, dandoli o negandoli a seconda del culto da rendere all’idolo costruito. Lo Stato però non può essere elevato a
dio; esso
è uno strumento dell’uomo al servizio dell’uomo, e i diritti fondamentali
dell’uomo devono essere tutelati e serviti da esso; vengono prima di
esso".
“Grazie, padre, voi studiate tanto”.
“Noi abbiamo la parola di Dio. Bene!
Pregate il Signore e Maria, che affrettino il tempo della civiltà della verità
e dell’amore; pregate per i giovani che hanno tante difficoltà e pregate perché
non si abbia l’idolo di una Terra alleata nella negazione di Dio.
CERTI INGHIPPI
Bologna - Prato. Un signore.
“Salga”.
“Vado a fare una giornata di ritiro
alle suore di S. Piero a Ponti. Un po’ di preghiera. Ehi, se non si prega! Qua
con tutti i veleni che ci sono in giro ti fanno secco.”
“Davvero”.
“L’altro giorno un professore di
Firenze ha voluto sostenere che c’è da aspettarsi l’uomo scimmia: un incrocio
tra l’uomo e lo scimpanzé; roba da surriscaldati nella testa”.
“Anch’io l’ho sentito dire. Senta è
possibile?”.
“E’ possibile fare solo un uomo
avvilito, ma resterebbe un uomo; o una bestia avvilita, ma resterebbe una
bestia. Nel caso poi di un’ipotetica, dico ipotetica, riuscita di un ibrido, non si avrebbe
altro che una bestia. L’uomo infatti non è diverso per grado dall’animale, ma
sostanzialmente diverso: Non c’è un uomo più o meno uomo, come non c’è un
animale più o meno animale”.
“Mi spieghi meglio”.
“Ecco, l’uomo ha un’anima spirituale.
Lei penserebbe che ad un animale si potrebbe dare un anima spirituale?
Bisognerebbe che quell’animale ricevesse un cambiamento per potere essere un
corpo che possa ricevere un’anima spirituale. L’uomo bisogna che resti tale,
anche con avvilimenti somatici, per essere uomo, cioè un essere il cui corpo è
in grado di ricevere un’anima spirituale per la quale viva. Ecco, l’uomo senza
l’anima sarebbe un cadavere. Se si facesse un incrocio non ci sarebbe più un uomo,
nè un meno uomo”.
“Certo che bisogna avere studiato per
sciogliere certi inghippi”.
“Sa,
prima di diventare sacerdoti di filosofia ce ne fanno studiare un bel po’”.
IL COMPUTER
Bologna - Cesena. Un signore giovane.
“Pace e bene! Grazie del passaggio”.
“Di niente”.
“Che lavoro fa?”.
“Il programmatore di computer”.
“Un buon lavoro. Come si trova davanti
al pc? Lo sbandierano tanto, e sognano su di esso come se fosse un vivente”.
“Il computer è solo una macchina, e
vale solo per la testa che lo sa usare. Io proprio non ho il feticismo del
computer. A casa non ce l'ho il pc: non saprei che cosa farmene”.
“Oh bravo! I giornalisti di tanti
giornali sono sempre lì ad insolfanare la gente con questo pc; ne fanno un mito
per far pensare all’uomo artificiale”.
“Io ho un amico che ha il complesso del
robot. Mi dice che quando ne costruiranno uno evoluto avrà paura: vincerà su di
lui il robot”.
“Ha letto molta fantascienza quel
tale”.
“Io gli ho detto che se lo vedrà,
stacchi la spina e così lo fermerà. Lui però mi ha detto che il robot avrà
delle batterie di riserva. Io gli ho detto che cosa farebbe di fronte ad un
uomo con una pistola e lui mi ha risposto che scapperebbe. Io gli ho detto di
fare altrettanto con il robot”.
“Ragazzi se ce ne sono in giro di
ipnotizzati!”.
“E’ così”.
“Ci sono delle ragioni, però. Si è
così cominciato a pensare da diversi divulgatori di panzane che
in un’officina si arrivi un bel giorno a tirare fuori l’uomo, o qualcosa di
vicino. L’antica superbia di voler essere Dio, e perciò creatore come lui,
suggerisce tutti questi bei sogni. Pur di continuare ad essere ostili a Dio,
negatori di Dio, sono pronti a costruire le più stupide balle.”
“Comunque quelli sono dei malati nella
testa”.
“Mi ha fatto piacere incontrarti. Dove
vai?”.
“Vado a trovare mia moglie e i miei
figli al mare”.
“Che tutto sia per la tua gioia”.
“Grazie”.
IL VASO DI PANDORA
Faenza - Bagnacavallo. Una signora.
“Senta, padre, io faccio fatica a credere
al peccato originale mi sembra la storia del vaso di Pandora.”
“No, no; c’è stato il peccato
originale. Il mito del vaso di Pandora è un tentativo di spiegazione del perché
della condizione dell’uomo. Nel vaso di Pandora quello che agisce è una curiosità
su di un vaso impossibile, e i mali che si riversano da esso nel mondo sono
visti fatalisticamente. Nella Bibbia le cose stanno altrimenti; si tratta di
una disobbedienza dell’uomo, della rottura dell’alleanza primordiale tra Dio e
l’uomo.
Quello che si stende di generazione in
generazione è solo una certa inclinazione al peccato; non inclinazione
ineluttabile, però. Il mito di Pandora non fa che affermare che l’uomo
avverte che deve esserci stata una qualche disfunzione iniziale. Ecco, la
dottrina del peccato originale include la verità dell’elevazione alla vita
soprannaturale e questa verità, vissuta da Adamo ed Eva, la conosciamo per mezzo
della rivelazione. Chi
ha scritto il mito di Pandora aveva il sospetto, solo sospetto però, che le
cose all'inizio della storia siano partite male, ma il tutto è annodato a molto
falso".
“E la faccenda del diluvio
universale?”.
“Del racconto di un diluvio se ne trova
presenza presso popoli lontani tra di loro. Quello che si deve dire è che il
racconto biblico è frutto di una lunga elaborazione orale e che perciò non è il
reportage di un cronista. Tuttavia, la narrazione fa vedere le modalità essenziali
del diluvio; in particolare fa vedere come Noè abbia creduto in Dio e abbia
agito per la propria salvezza. Nella lettera di S. Pietro viene ben notata la
fede di Noè, in contrapposizione all’incredulità di coloro che non aderirono al
progetto che Dio aveva dato a Noè, cioè di costruire uno strumento di
salvezza.”
L’ANIMA
S. Pietro a Ponti una giovane signora.
“Se fossi sicura di avere l’anima!”.
“Ce l' hai! Certo che con
le pupille l’anima non la puoi vedere; però se le pupille non vedono l’anima,
vedono le operazioni dell'uomo che indicano che possiede un’anima spirituale.
Inoltre, la coscienza di avere l'anima sorge spontanea osservando come l'uomo
abbia pensiero e parola e creatività”.
“Anch’io sono cosciente di averla, ma
ho il dubbio”.
La signora mi appare in preda ad un
esaurimento nervoso.
“Senti, partiamo da questo ragionamento
semplice: il nostro cervello, per quanto sia raffinato nelle sue strutture
rispetto a quello degli animali, non dà spiegazione da solo del dislivello
enorme che esiste tra l’uomo e l’animale. Guarda quello che sa fare l’uomo e
quello che sa fare l’animale. L’animale fa sempre le stesse cose. L’uomo cose
nuove e stupefacenti. Ora, bisogna pure ammettere nell’uomo un’intelligenza
spirituale, una volontà spirituale.
I negatori della natura spirituale
dell’uomo rimangono a capo basso, anche se non l’abbassano, quando devono
pensare che il cervello umano, per quanto raffinato, non spiega il grande più
dell’uomo; ma sono dei negatori e come negatori continuano il loro discorso che
li avvilisce.
Vedi, ad una scimmia si può insegnare
ad andare in bici, ad aprire una porta, a bere in un bicchiere; può anche
arrivare a prendere un bastoncino di sua iniziativa e metterlo in un formicaio
per prendere le formiche e mangiarle: questo lo fa lo scimpanzé; gli
esercizi però che impara una scimmia non li sa insegnare: se un'altra scimmia impara
qualcosa è per imitazione del tutto casuale. Tutto così si smarrisce; il fatto
del bastoncino è, poi, il frutto di una situazione particolare e non ha affatto
la sistematicità di uso dell’utensile, per di più elaborato, che si ha nell’uomo.”
“Questo è giusto, ma noi non
assomigliamo agli animali?”.
“Visto che Dio ci ha voluti composti di
anima e corpo non poteva che darci un corpo che poteva darci la capacità di
muoverci; di operare; ma guarda, anche il corpo dichiara la realtà stupenda
dell’anima immortale: non è forse armonico e bellissimo? Di fronte a quello di
una scimmia appare come il sole rispetto a quello di una lucerna.
Certo non tutti gli uomini sono belli, ma questo
deriva dalla moltitudine di peccati orrendi che l’uomo ha fatto nei secoli dei
secoli. Adamo ed Eva erano bellissimi;
ora, purtroppo, la bellezza non è sempre presente, ma un giorno, nella
risurrezione, torneremo ad essere bellissimi com’era nel progetto di Dio. Il
nostro corpo si differenza intrinsecamente da quello di un animale, per il
fatto che esso è stato fatto per ricevere un'anima razionale: noi siamo vivi per l’anima, senza l’anima saremmo cadaveri”.
“Grazie, padre”.
“Bene,
stia con Gesù”.
I BUCHI NERI
Porretta Terme - Bologna. Un giovane.
“Mhoo! Dicono tante cose sulle stelle.
Parlano di buchi neri”.
“Lo so”.
“Dicono che è materia supercondensata.”
“Mah!. Io non
sono un astrofisico”.
“Senta, il Paradiso è un luogo?”.
“Sì; però l’essenza del Paradiso è la
visione beatifica di Dio”.
“Ma dov’è?”.
“E’ al di sopra dei cieli astronomici;
altro non le so dire. Ecco, Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo, senza però
essere compreso da nessun luogo. Tuttavia, nel 'Padre Nostro' diciamo: <Che sei
nei cieli>; ciò perché egli è il trascendente, colui che è al di sopra
di tutte le cose. Egli è l’altissimo, il sovrano di tutto. <Che sei nei cieli>,
è invito all’anima ad elevarsi dalle cose terrene verso Dio; <Che sei nei cieli>,
è desiderio di Dio. Dunque: <Padre nostro, che sei nei cieli>.
SE POI CI RIMETTO
Bagnacavallo - Ravenna . Una ragazza.
“Senta, padre, io ho il dubbio che
l’uomo derivi dalla scimmia”.
“Ma no, l’uomo non è un animale
evoluto”.
“E allora Lucy, l’uomo di
Neanderthal,
i muscoli che non usiamo più?”.
“Guarda; non si sono trovate forme
intermedie tra l’australopitecus afarensis e la scimmia. L'australopitecus
afarensis è chiamato così dalla zona di Afar,
in Africa Orientale, è testimoniato da più reperti, in particolare da uno
scheletro incompleto chiamato <Lucy> dalla canzonetta che si stava
cantando nel campo dei ricercatori. E’ del tutto inspiegato come si sia
formato il piede dell'australopitecus, con dita arcuate, adatte alla presa nel
fango e all'arrampicata sugli alberi, sebbene non sia come quello di una
scimmia, il quale è prensile come una mano, e anche come abbia, l'afarensis,
assunto l’andatura bipede, ma però non completamente perfetta come nell'uomo:
il tallone è umanoide e le dita scimmiesche. E poi altre cose. Pensa solo che
la capacità cranica di un afaresis è di circa 380-450 cc, mentre quella di uno
scimpanzè è 450 cc, di un gorilla 500-600 cc, di un orango è di 400 cc., e
vedi che dovrebbe vinire prima l'afaresis”.
“E i muscoli che l’uomo non usa più?”.
“Sono quelli del padiglione auricolare.
Però alcuni uomini li usano: danno dei leggerissimi movimenti al padiglione. La
grandissima maggioranza degli uomini attuali non li muove perché il nervo
motore è attualmente troppo esile per lasciare passare l’impulso. Anche per il
muscolo risorio si ha una piccola parte di uomini che non ce l'ha (tutti però
ridono lo stesso, ben inteso). L’assenza più frequente si ha in Australia, in
Giappone e in Malesia si ha il minimo di assenza, anzi in Malesia non si ha
affatto assenza.
Così il coccige ha in media oggi 5
vertebre, ma presso alcuni ne ha 4 o 6”.
“Ma non è un residuo di coda?”.
“La
faccenda di un residuo di coda è una sparata di qualcuno, accolta da molti. Il
coccige è funzionante all’inserzione di muscoli. Ora, quello che si deve
invece dire è che la faccenda delle 4 o 5 o 6 vertebre del coccige è solo
relativa a fatti biologici sopravvenuti, all'interno della stirpe di Adamo. Poi,
i due o tre esili fili nervosi che originano dal filo terminale del midollo, che
in quel tratto ha ancora cellule nervose, sono dei rudimenti che hanno perso il
loro compito, che era secondario, cioè ausiliario nel sistema del gran
simpatico viscerale: il sistema midollare ha più collegamenti con il sistema
viscerale. Non ho letto percentuali che permettessero di sapere se il fatto ora
è generale o meno, ma c’è da pensare che non sia generale. Quindi l'idea di
un residuo di coda è balzana e dovrebbe, anzi, dare ragione del perché di un
così tenace residuo, dal momento che né lo scimpanzé o il gorilla, né l’australopiteco
hanno la coda. In anatomia topografica non si ha nessun avanzamento di tale
idea; il tutto è trascurato, non se ne dice nulla, come ho capito interpellando
uno specialista di anatomia topografica”.
“Lei sa tante cose”.
“Un po’ ho studiato e un po’ mi sono
fatto aiutare”.
DIO E’ AMORE
Parma - Milano. Un signore.
“Come è bella la vita! Il Signore è
buono. Dio è amore! Vede, non basta credere nell’esistenza di Dio, bisogna
credere anche che Dio è amore. Lui si è manifestato come tale. Nel Cristo noi
vediamo che Dio è amore. Vediamo l’amore del Padre che l’ha inviato: <Dio ha
tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito>; vediamo
l’amore del Figlio che ha dato la sua vita per noi. Vediamo l’amore dello
Spirito Santo, l’amore increato del Padre e del Figlio, tramite tra i due e
conseguenza dei due; egli con la sua potenza è stato l'autore dell'incarnazione
del Verbo nel seno verginale di Maria, e
ha condotto il Cristo sulla croce; l’amore ha condotto Gesù sulla croce.
Nessuno può dubitare dell’amore di Dio”.
“Ma c’è tanta sofferenza nel mondo!
Perché Dio non interviene?”.
“Il 99% delle sofferenze che sono nel
mondo nasce dall’uomo; solo l’1% scende dal cielo come correzione. Chi guarda
il Crocifisso non può dubitare dell’amore di Dio. Dio è senza colpa, dobbiamo
perciò amarlo, dobbiamo servirlo. Prima o poi ci farà vedere l’era di una terra
riconciliata con lui, con se stessa. Niente paura, anche se oggi ci sono tanti
uomini con menzogne da indemoniati; Dio è fedele, ci sarà sempre vicino”.
LE STIGMATE DI PADRE PIO
Bologna - Rimini. Una signora.
“Senta, ci vorrà molto tempo prima che
facciano santo padre Pio?”.
“Non lo so, ma la cosa è già ben avviata”.
“C’è stata, alla televisione, una
trasmissione dove un tale metteva in dubbio la soprannaturalità delle stigmate
di padre Pio. Cosa ne dite? “.
“Scientificamente è impossibile che
l’isterismo produca ferite così profonde e così specializzate. E’ possibile che
un isterico arrivi ad una lesione, per via di tensione psichica, di un tessuto;
ma è un isterico, e padre Pio era invece normale. Poi, poco tempo prima della
morte, le stigmate gli scomparvero e si formò la pelle senza alcuna cicatrice.
Ora, ogni ferita per quanto possa essere curata, produce sempre una cicatrice.
Quindi quel tale ha fatto un’affermazione campata in aria”.
“Ma perché le stigmate padre Pio non le
aveva ai polsi, ma alle mani? I chiodi vennero infissi a Gesù nei
polsi”.
“Doveva pur usare un po’ le mani padre
Pio! Se avesse avuto i buchi nei polsi, non avrebbe potuto fare niente. Tutto
qui. Padre Pio, poi, risolse il problema pensando che Gesù fosse stato legato
per le mani e, in aggiunta, gli fossero state inchiodate le mani e i piedi”.
COME UNA MACCHINA SENZA IL
MOTORE
Pistoia - Firenze. Una signora.
“Buongiorno, padre”.
“Buongiorno, per tutto il giorno e
anche un po’ di notte”.
“Allegro, lei”.
“Cuor allegro, il ciel l’aiuta”.
“Davvero! E ce n'è bisogno oggi di
aiuto, non c’è pace. Si corre e alla fine non si stringe nulla”.
“Non sia pessimista! Sta a noi stare
attenti a non girare come una trottola; bisogna salvarsi dei tempi di interiorità,
di preghiera.”
“Senta, che cosa ne pensate dei Testimoni di
Geova?”.
“Cosa vuole che ne pensiamo? Negano la
Trinità, e così negano il motore di tutto.
Il Padre è Dio, e su questo sono
d’accordo ma anche Gesù Cristo è Dio precisamente il Verbo, la seconda Persona
della Trinità, incarnatasi nel seno di Maria, senza affatto cessare d’essere Dio.
Ciò è affermato in moltissimi punti nella scrittura. (Gv 16,28): <Sono uscito
dal Padre e sono venuto nel mondo>; (Rm 8,3): <Mandando il proprio Figlio nella
carne>; (Fil 2,7): <Gesù Cristo pur essendo di natura Divina>; (Col 2,9) :
<In
Cristo abita corporalmente tutta la pienezza della divinità>; (1Tm 3,16) :
<Egli si manifestò nella carne>; (1Gv 1,2) : <La vita si è fatta visibile>;
(1Gv 4,2): <Ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne>;
(1Gv 4,9): <Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo>; (Mt 11, 27): <Nessuno
conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio
e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare>; (Gv 1,1): <In principio era il
Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio
presso Dio: Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di lui niente è stato
fatto di tutto ciò che esiste (…). E il Verbo si fece carne e venne ad abitare
in mezzo a noi>; (Gv 5,18): <Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di
ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre,
facendosi uguale a Dio>; (Gv 19,7): <Gli risposero i Giudei: Noi abbiamo una
legge e secondo questa legge deve morire,
perché si è fatto Figlio di Dio>; (Lc 23,70) : <Allora tutti
esclamarono: Tu dunque sei Figlio di Dio? Ed egli disse loro: Lo dite voi
stessi, io lo sono>; e anche lo Spirito Santo è Dio, loro dicono che è
un’energia, ma si sbagliano di grosso, o meglio negano ciò che con chiarezza la
Scrittura presenta. (Mt 12,31): <La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà
perdonata> (Lei capisce che un'energia non è una realtà personale che possa
essere offesa); (At 8,29): <Disse allora lo Spirito a Filippo: Va avanti, e
raggiungi quel carro>; (1 Cor 2,10): <Lo Spirito Santo conosce i segreti di
Dio> ; (1Gv 5,6): <E' lo Spirito che rende testimonianza>; (At 5,32) :
<Siamo
testimoni noi e lo Spirito Santo>; (At 20,28): <Lo Spirito Santo vi ha posti
come vescovi>; (At 1,8): <Ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su
di voi> ; (Gv 15,26): <Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà
nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho
detto>; (Gv 16,8): <E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al
peccato>; (Gv 16,13): <Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve
l’annunzierà> ; ecc….
Più chiaro di così! Si vede con
chiarezza che lo Spirito Santo è una persona divina e non un’energia.
Un’energia non comunica altro che se stessa; lo Spirito santo invece comunica
virtù. Lo Spirito Santo non è energia, ma comunica energia. Lo Spirito Santo è
la terza persona della Santissima Trinità;
è l’Amore prodotto, da sempre, dai rapporti del
Padre con il Figlio, il tramite tra i Due, e la conseguenza dei Due. Poi ancora
il testo biblico dice (Mt 28,19) : <Andate dunque in tutte le nazioni,
battezzandole nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito santo> (Il <nome>
nella Bibbia indica la persona, guardi ad esempio la lettera agli Ebrei al
capitolo n. 6 il versetto n. 10 ). Lo stesso si ha in Marco e Luca. Dunque: <Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, com’era nel principio ora
e sempre, nei secoli dei secoli. Amen> .
Sia lode, onore, adorazione, rendimento
di grazia a Dio uno e Trino. I Testimoni di Geova negano la Trinità, sono come
una macchina senza motore, o un corpo senza cuore “
“Sono sempre in giro a dare fastidio;
come ci si deve comportare?”.
“Quando dicono: <Siamo Testimoni di
Geova>, risponda: <Come non detto>; o qualcosa del genere. Vede il dialogo è impossibile
farlo. Quando li si
rifiuta - parlo per esperienza personale -
sfoggiano un sorriso che vuol dire: <Io ti volevo con me per la
risurrezione di Geova, ma pazienza tu finirai nel nulla, mentre io resterò>.
Nel nulla perché non credono nell’esistenza dell’anima, e così chi non è dei
loro si annulla, e se si annulla niente inferno. Infatti, negano l’esistenza dell’Inferno.
Allora uno potrebbe anche adottare, se fosse vero quello che dicono, il famoso:
<Meglio un uovo oggi che una gallina domani> visto che poi uno non ci sarà
più".
“Senta ancora una cosa. Dicono che i
cattolici hanno benedetto i cannoni, è vero?” .
“Nel rituale delle benedizioni non c’è
nessuna preghiera di benedizioni per le armi, nel rituale in latino, quello in
uso prima del Concilio. Purtroppo, qualche cappellano lo ha fatto nell’ultima
guerra; ciò però era di suo arbitrio. La cosa mi è stata detta recentemente da
un signore, cattolico fervente, che l’ha visto fare, e c’è rimasto malissimo”.
“Grazie, padre mi ha chiarito le idee”.
RESTEREBBE FERMO
Fano - Ancona. Un signore sui 40 anni.
“Io mi occupo d’ufologia”.
“Ma lasci perdere, sono favole. Sono
solo dei fulmini globulari, come ben si conosce”.
“Io ho degli amici, e ne hanno
fotografato degli U.F.O. (UFO
vuol dire Unidentified Flying Object o Unknown Flying Object, cioè oggetto
volante non identificato).
“.
“Tu li hai fotografati?”.
“Io no. Io ho fotografato dei papaveri
in aereo”.
“Cosa? C’era un vaso di papaveri in
aereo?”.
“No, no. Ho scattato una foto in basso.
Ero su di un aereo della NATO, con un amico”.
“Così anche nella NATO ci sono degli
ufologi!”.
“Sì”.
“Andiamo bene! Ma chissà che razza di obiettivo
dovevi avere!”.
“Niente”.
“Ma, era la stagione dei papaveri?”.
“No, ma io li ho fotografati”.
“Senti, il fotografo ti ha gabbato”.
“No, no, niente gabbatura”.
“Senti, a chi vuoi darla a bere?
Papaveri che non ci sono non si fotografano.
Riguardo ai tuoi dischi volanti io
proprio non ci credo. Tempo fa su di un giornale, un quotidiano, c’era scritto
di un avvistamento in un paese della Lombardia; si diceva che la popolazione
aveva visto. Ho telefonato in parrocchia l’unica che c’era, e perciò sicuramente
a conoscenza di un argomento del genere, “visto dalla popolazione”.
La perpetua, ed è tutto dire, mi ha
detto che lo imparava da me. Bell'onestà di giornalisti! E belle panzane!.
Ascolti ancora questa; passeggiando per
Firenze un giorno ho visto un manifesto su un incontro di ufologi. C’era
scritto che gli extraterrestri dicono che Dio non c’è. E allora!? Da dove l’avrebbero saputo gli
extraterrestri che Dio non c’è? Certo, non dal creato che ne grida l’esistenza,
e perché lo direbbero a noi? Per emanciparci? Ma se stiamo avvelenandoci la
vita proprio perché stiamo abbandonando Dio! Vuoi che creda agli
extraterrestri, allora?
Riguardo alle foto dei tuoi amici
guarda che, se non sono trucchi, devono farsi risalire sempre a trucchi, ma del
Diavolo che può benissimo impressionare una pellicola con una luminescenza
nella camera fotografica”.
“Ma che cosa mi viene a dire?”.
“Quello che ti ho detto!”.
Mi metto a tacere, passano i km. Poi
mi rivolge la parola.
“Non si sarà mica arrabbiato?”.
“No, ma m’impedisci di farti un po’
del bene. Cosa devo dirti? Parliamo di calcio e basta”.
“Cosa ne pensa della radioestesia?”.
“Guardi io sono diventato credente a 26
anni, prima sono stato miscredente, un educato a stare lontano dalla Chiesa.
Nei 26 anni ho incontrato anche la faccenda del pendolino, in una famiglia di
un mio amico. La madre del mio amico frequentava uno spiritista. Una sera la
signora mi mise davanti, ero con un altro mio amico, un pendolino. Ci disse di
girarlo per scoprire il temperamento di una persona. Quando il pendolino girava
voleva dire che quel tale aveva quel determinato temperamento; sulla carta, in
cerchio, c'erano scritti vari temperamenti. Non mi ricordo cosa lessi a proposito
di quella persona perché ero più incuriosito del fatto che del risultato.
Ecco, lì c’era l’inganno del Diavolo
che faceva girare il pendolo; non mi si dirà che in un foglio di carta si registrano
i temperamenti degli individui!? Un giorno poi venne lo spiritista e ci disse
che con il volere si poteva muovere il pendolino tenuto in mano. Si poteva
farlo girare in senso orario e antiorario, come pure dargli un movimento
pendolare, oppure fermarlo. Diceva che, però, bisognava essere rilassati.
Funzionava, però a distanza di tempo, quando ripresi in mano la cosa per
esaminarla, mi sono accorto dell’assurdità e ho verificato che ero io che
imprimevo dei piccolissimi movimenti al pendolino; tali piccolissimi movimenti
si sommavano per risonanza e così il pendolo si muoveva. Ero io che, pensando
che il pendolino doveva muoversi, davo, di fatto, senza accorgermene, perché
condizionato da quanto mi era stato detto, il movimento, oppure lo bloccavo; in
quest'ultimo caso imprimevo dei movimenti piccolissimi che si annullavano
perché opposti. L’ho scoperto ponendo il braccio ben fermo su di un tavolo.
Questa è la mia esperienza, tragga lei la conclusione su ciò che penso della
radioestesia. Io penso che dovremmo usare la testa di più e ne scopriremo delle
belle. Stia a sentire,
riguardo alla
levitazione dei medium, le faccio una domanda: Se un aereo fosse dotato di due reattori posti in senso opposto si alzerebbe in volo?”.
“Resterebbe fermo”.
“Bene, seguimi. Il nostro corpo emette
radiazioni termiche, è naturale che sia così, e le emette in tutte le direzioni,
e cioè non in una direzione ordinata; si trova in una condizione di un aereo
con reattori contrari. Ascolta ancora. Una lampada con paraboloide, cioè con la
possibilità di un flusso unidirezionale, una lampada potente, potentissima, è
mai stata vista elevarsi da terra? Eppure il flusso di una lampada è più forte
e di molto di quello del corpo è ed unidirezionale .
A te la conduzione di tutto. Il fatto
che al termine della levitazione il medium si presenti sfinito c’è da
crederlo, ma non si può dire che sia dovuto a dispendio del flusso energetico,
anzi c’è da pensare che, come la levitazione fu dovuta al Diavolo, così il
diavolo, per far credere a poteri straordinari, crea la stanchezza.”
“Ma lei vede il Diavolo dappertutto!”.
“Senti, non dire una roba del genere
perché ti ho dimostrato di vedere prima le leggi della fisica e poi di
ragionare di conseguenza. E, se hai notato, ho fatto appello al principio
universalissimo dell’azione e reazione. Quello che volevo farti capire è che
bisogna essere logici e conseguenti se non si vuole volare di fantasia e
suggestioni”.
Ci lasciamo con pace. Un amico lo
stava aspettando al casello. Ci siamo dati la mano.
E PER L’UOMO?
Porretta Terme - Bologna. Un giovane.
“Sa, mio padre ha trovato, scavando una
fossa, un dente grande, grande così”.
“Bello!”.
“Lo ha portato ad esaminare da un
competente e gli ha detto che era di uno squalo antico”.
“Bello! L’uomo ha anche a che fare con
i fossili, e questi gli dicono la storia delle varie ere zoologiche”.
“Proprio così. Ci sono stati i
dinosauri, tanti animali. Senta, cosa ne dice dell’evoluzione?”.
“Dico:
evoluzione sì, ma, in assoluto, non autoevoluzione. Sono stati ritrovati
passaggi repentini tra una specie e l’altra che necessariamente indicano
l’intervento di una potenza esterna a tutto: la potenza di Dio. Ogni forma è
ben finalizzata alle finalità dell’animale, cioè non ci sono forme in abbozzo,
in ricerca di configurazione. Certo, va ammesso l’adattamento, con formazione di
varietà delle varie specie alle situazioni climatiche e di nutrizione. Quello
che io posso dire è che c’è, in generale, un’evoluzione, ma questa non può
essere autoevoluzione, ciò per termini intrinseci. Vi sono dei passaggi ex
novo, che postulano un intervento pieno di Dio, altri un intervento meno pieno,
cioè un intervento su di un ovulo antecedente, per produrre una nuova
specie, in una determinata famiglia sistematica; infine vi sono adattamenti
alle varie situazioni ambientali”.
“E per l’uomo?”.
“Per l’uomo le cose non possono essere
affrontate che a partire da ciò che è: un essere dotato di un’anima razionale.
Ecco, molti pensano che l’uomo venga da una materia organica preesistente,
dicendo però che tale materia ha dovuto avere una trasformazione sostanziale
per essere atta a ricevere un’anima. Il pensiero è così ortodosso. Ecco, Dio
sarebbe partito da un animale. A quest’idea un tempo ho dato un certo credito,
un po’ acriticamente devo dire, di tangenza, ma poi esaminando la cosa per
bene, ho visto che non può reggere. Infatti, bisognerebbe attribuire alla
creazione dell’uomo un intervento non pieno di Dio, ma ciò è in contrasto con
il tenore delle parole bibliche. Una
creazione dell’uomo, fatto ad immagine e somiglianza con Dio, che passi
attraverso una generazione da bruti non mi convince: essa deve spiegare come il
nato abbia risolto, dipendendo da una bestia, i problemi dell’età evolutiva;
deve spiegare come poteva l’uomo sottrarsi alla coscienza di essere nato da un
parto di una bestia. Ora, se si pensa che l’uomo era dotato di grazia, di doni
preternaturali, si vede bene che doveva avere una coscienza fortissima di
essere uscito da un intervento attuato totalmente da Dio. Il
racconto biblico sottolinea come l’uomo avesse questa coscienza quando tra gli
animali non trovò un aiuto che gli fosse simile. Per scartare l’idea del parto
si dovrebbe pensare, adesso magari sarò banale, all’utilizzo della
materia organica di un animale ucciso da Dio, ma poi tale materia avrebbe
dovuto, necessariamente, essere disorganizzata per poter essere base dell’organizzazione del corpo umano. Come si vede,
bisognerebbe pensare che Dio abbia
avuto bisogno di materia già avviata, ma in tal modo si dimentica che è Dio che
l’aveva “avviata”. Sicchè è ben giusto dire, con S. Giovanni Battista, che Dio
può trarre uomini dalle pietre (Cf. Mt. 3,9). Dio prese del fango per formare
il corpo dell’uomo e della donna, così come dice il testo sacro, e dicendo
questo non sono un ottuso. Adamo è nome che significa tratto della terra.
Adamo ed Eva non sono certo i nomi con i quali i due si chiamavano; sono stati
dati dalla riflessione ispirata d’Israele. Nel nome dato al primo uomo viene
affermata l’origine e nel nome Eva, che deriva da “vivere”, viene affermato che
tutti gli uomini derivano da una sola coppia. Il testo sacro dice che Adamo
chiamò la moglie Eva perché fu la madre di tutti i viventi, cioè di tutti gli
uomini, di tutte le razze.
La Bibbia non dice come gli atomi, le
molecole del fango si combinarono sotto l’onnipotente volontà di Dio; non dice
i passaggi del prodigioso laboratorio operato in una massa di fango o di polvere
dal volere
di Dio. Tutto questo la Bibbia lo esprime nei termini del plasmare: Dio però
non ha mani. Ecco, non è detto come avvenne il processo dell’azione, ma è
detto chi la operò e a partire da che cosa. Simmetricamente, si ha che Dio
soffiò l’anima nel corpo; mi spiego, da una parte si parla di plasmare e da
una parte di soffiare, ora le due azioni sono presentate in termini
antropomorfici, gli elementi terra e anima in termini effettivi. Dio <soffiò>
l’anima, dunque “plasmò” la terra. Quando poi la Bibbia parla della costola di
Adamo, afferma la realtà della complementarietà tra l’uomo e la donna: in
questo senso l’insegnamento è scientifico.
Si dice che è stato Pio XII ad aprire
all’evoluzionismo, ma propriamente nell’Humani generis lasciava un margine per
l’indagine circa l’origine del corpo dell’uomo, e non spingeva affatto ad
aderire a teorie senza sufficiente dimostrazione. Paolo VI, nel luglio del
1966, affermò poi che la Chiesa non ammetteva un impoverimento della verità che
provenisse dall’accettazione della teoria dell’evoluzione del corpo dell’uomo, e affermava la realtà del peccato originale come privazione della grazia.
E,
poi, visto che da tanto tempo c’è l’idea evoluzionistica, non si sono
con accuratezza selezionati ed educati scimpanzé e gorilla, per anni e
anni, in attesa di avere almeno un cosiddetto ominide, se non l’uomo?
Non lo si è fatto perché si sapeva in partenza il fallimento. Certo,
dico, gli animali addomesticati da secoli dall’uomo hanno
un’istintività di relazione con l’uomo più spiccata di quanto erano
allo stato selvatico, ma ognuno può vedere che restano bestie”.
“Senta, ma gli australopiteci cosa
sono?”.
“Niente, abbia presente uno scimpanzé
eretto e tutto è fatto. Tutto lì. E’ un tipo di animale. Il Signore ne ha fatti
tanti. Questi vivevano milioni di anni fa”.
“Era eretto?”.
“Sì. L’uomo è grande, però, non perché
va eretto, ma perché ha l’anima razionale. Poi l’australopiteco non aveva
andatura perfettamente eretta come l’uomo; aveva arti superiori lunghi, adatti
all'arrampicata; peloso come tutte le scimmie, com’è disegnato. Se potessimo
vederlo diremmo subito che è una bestia. Vede, l’uomo è grande per l’anima razionale
e la sua posizione eretta è una sua sottolineatura della sua capacità di
dominio. La sua posizione eretta è in connessione con le sue caratteristiche di
dominatore. Gli arti superiori non hanno nulla che richiami una qualche
locomozione, ma il lavoro, la creatività, la sua posizione eretta svincola i
suoi arti superiori da tutto quello che è procedere fisico. Le mani sono per la
creatività; esse attingono la loro capacità da ampie zone del cervello, le zone
per i cosiddetti movimenti fini delle mani. Naturalmente l’uomo usa le braccia
per arrampicarsi all’occorrenza ma il prius è il dominio creativo sulle cose.
Le forme australopitecine non esprimono in nulla quello che esprime il corpo
dell’ uomo. Se
uno poi è un suggestionato pensi quello che vuole. Dimenticavo di dire che gli
australopiteci non vivevano in tutte le parti del mondo, ma solo nell’Africa
Orientale e un po’ nell’Asia
Meridionale. Dio ha avuto fantasia nel creare tante specie di animali; i
dinosauri, di cui parlavamo prima, e via dicendo. L’uomo sente di fronte
all’animale tutta la sua grandezza, sente il suo dominio. Certo una pantera fa
paura, ma l’uomo è ingegnoso e riesce a ucciderla, a catturarla. Certo il
serpente fa paura, ma l’uomo lo cattura e utilizza il suo veleno come farmaco.”
“Bello”.
“Ecco, andiamo avanti. L’embrione umano,
come gli atri embrioni di mammiferi, possiede nei primi tempi una parte caudale;
ma questa non è affatto una “appendice”, un residuo di coda, ma parte
integrante di un tutto organico in sviluppo, al terzo mese la parte caudale è
già organizzata nelle ormai definitive fattezze del feto; le cosiddette <branchie> non dicono, come sosteneva Haeckel, che la discendenza dell’uomo
parte dal pesce, e che questa discendenza è rimasta impressa nell'embrione nel
quale ci sarebbero così gli stati delle evoluzioni. Haeckel, che per passare le
sue idee truccò i disegni relativi al processo dell'embrione, sbagliava, ed ora
è detto dalla grande maggioranza degli studiosi. La
morfologia dell’uomo non rimanda all’evoluzione, se si è attenti al vero.
Andiamo avanti. Le ghiandole mammarie e
soprannumerarie che a volte, rarissimamente, si riscontrano, ovviamente senza sviluppo, non sono altro che anomalie e non tracce di qualcosa di
primitivo; ecco, quando l’embrione è di pochi millimetri di lunghezza si
formano due linee, dette del latte. Al
livello del torace poi si formano, dentro le linee stesse, due bottoni. Poi dai
bottoni partono degli <zaffi> nel tessuto adiacente e si forma l’abbozzo
delle ghiandole. Nel maschio rimane una ghiandola atrofizzata, per un
significato formale.”
“Quante cose sa”.
“Ho guardato un libro di
embriologia, tutto qua. Ma, andiamo avanti. Le unghie hanno un significato
estetico e un significato funzionale nel dare rigidità all’estremità dei
polpastrelli. I peli hanno un significato estetico e termoregolatore; nella
sudorazione il pelo si umetta e si ha così un aumento di superficie di
evaporazione; l’evaporazione fa diminuire la temperatura e così il corpo se ne
avvantaggia; sotto le ascelle favorisce l’evaporazione. La barba ha un
significato estetico come i capelli, che servono anche come difesa dal freddo.
Le sopracciglia sono poste per la polvere e il sudore; le ciglia per la
polvere, insomma sto dicendo che siamo fatti bene.”
“Bene, mi ha fatto piacere
incontrarla”.
“Bene! Viva Gesù! Arrivederci. Se mi
ritrovi, dammi un passaggio”.
“Va
bene”.
IL DILUVIO
Forlimpopoli - Cesena. Una signora.
“Senta, è vero che c’è stato il
diluvio? Ho sentito dire da uno che è stata solo una spruzzata d’acqua.”.
“Quel tale c’era a vedere? Io non c’ero, ma
credo nella parola di Dio, che mi dice che ci fu. Poi, tra i popoli d’ogni
razza esistono narrazioni di un diluvio, così tra i greci, tra i babilonesi,
tra i popoli dell'Australia, dell'India, della Polinesia, del Tibet, del
Kashmir, della Lituania; e, prima di Cristoforo Colombo, c’era già il ricordo del
diluvio tra gli aborigeni del continente americano. Quindi, chiuso!”.
“Ma non è possibile un diluvio che
abbia ucciso tutto, anche tutti gli animali.”
“Il racconto parla d’universalità della
catastrofe; ma essa va pensata non come un fatto simultaneo ed esteso ovunque. Pensi ad enormi
cicloni formatisi sul mare e lanciati sulla terra ferma, e vedrà
che è stato possibile il diluvio. Il diluvio fu un intervento diretto della
giustizia di Dio che colpì un'umanità che era diventata orribilmente ribelle ad
ogni vero.
Guardi, oltre il testo sacro, ci dicono
l’orribile abbrutimento dell’uomo i fossili umani ritrovati. Tali fossili ci
presentano forme umane avvilite. Pensi che sono stati ritrovati fossili umani,
pochi resti, con capacità craniche molto basse, poco al di sopra dei
microcefali umani, che possono arrivare a poco più di 400cc; ecco, capacità di 650
cc. La
datazione di questi reperti, trovati ad Odolvai, è di un milione e 800.000 anni fa. Fino a qualche tempo fa, molti erano propensi che fossero
d’australopiteci, ma ora la gran maggioranza ritiene che siano uomini: sono
state trovate industrie litiche e costruzioni pavimentali circolari; il calco
endocranico ha rivelato una configurazione umana del cervello.”
“Tanti anni? Un milione e 800.000 anni?”.
“Sì, la data è stata ritrovata con il
metodo potassio-argo. Sì, l’umanità è da molto che è sulla terra. Milioni e
milioni di uomini: tutti unici e irripetibili come spesso dice il Papa. Niente
paura, tutti quegli uomini furono vicini alla grazia di Cristo; di Cristo che è
venuto millenni dopo, ma che è causa universale di salvezza per tutti gli
uomini. In cielo, poi, più saremo e meglio sarà. Io, poi, credo che in altri
pianeti non ci siano affatto esseri umani, razionali, così non ho meraviglie.
Io, poi, credo, sulla scorta della tradizione teologica francescana e anche
carmelitana, con S. Maria Maddalena de Pazzi, che Cristo alla fine del tempo
si sarebbe incarnato. Se il genere umano non avesse peccato avrebbe avuto la
gioia, alla fine della sua presenza sulla terra, di incontrare il Verbo
incarnato. Il Verbo non avrebbe però assunto una natura umana da una donna, ma
avrebbe creato un corpo adulto, subito nella gloria. Il Verbo incarnato sarebbe
stato così glorificatore della natura umana. Ora, invece, egli è nato da donna,
nato sotto la legge. Egli ha condiviso in tutto, eccettuato il peccato, la
nostra condizione umana. Egli è il nostro salvatore oltre che il nostro
glorificatore. Ora in lui noi abbiamo un accesso alla gloria ben più grande che
avremmo avuto se Adamo ed Eva non avessero peccato”.
“Ma, senta, chissà allora quanto verrà
la fine del mondo?! Visto che Dio ha aspettato tanto tempo prima di redimerlo”.
“Certo, ha aspettato tanto tempo, ma non
gli ha fatto mancare i benefici della redenzione che sarebbe venuta dopo; e se
ha aspettato è stato per preparare la pienezza dei tempi, cioè una situazione
di cultura umana e religiosa sufficiente per l’incontro con Cristo. Ora, circa
la fine del mondo va detto che il 'basta' di Dio verrà in connessione con la
durezza estrema degli uomini, che si avrà alla fine del mondo; questo ce lo dice la
Scrittura. Così la fine del modo può essere lontana, lontanissima o anche
vicina. Certo che noi che viviamo nella pienezza dei beni messianici abbiamo
ben di più delle generazioni e delle generazioni dei millenni; ma a noi sarà
chiesto di più. A chi più è stato dato più sarà chiesto, dice il Vangelo. Noi
dobbiamo servire il Signore per il suo trionfo nei cuori e in tutta la terra,
cioè per il tempo della civiltà della verità e dell’amore. Non stiamo a
pensare ad altro. I tempi e i momenti, si legge nel libro degli Atti, sono in
mano al Padre".
TRANSUSTANZIAZIONE
Ancona - Termoli. Un giovane.
“Pace e bene! Di quale città sei?”.
“Di Lanciano”.
“Dove c’è stato un miracolo
eucaristico”.
“Sì”.
“Il Signore com’è buono per aiutare la
fede vacillante di alcuni, colpevoli nel loro dubitare, ha fatto quel miracolo e non solo quello”.
“Sì, l’Ostia è diventata carne, carne
del tessuto del miocardio, e le apparenze del vino sono diventate sangue”.
“Mi hanno detto che è stato esaminato
il gruppo sanguigno ed è stato trovato AB, uguale a quello del miracolo
eucaristico di Bolsena.”
“Non lo sapevo”.
“Il miracolo della transustanziazione è
un immenso dono di Gesù, è Gesù che si dona, perché tale miracolo rende
presente Gesù. Egli è presente tutto intero nell’ostia; è presente realmente.
La sostanza del pane si trasforma nella sostanza del corpo di Cristo; per
concomitanza naturale si ha la presenza dell’anima, e per concomitanza
soprannaturale si ha la presenza della persona divina. Gesù è tutto presente:
corpo, sangue, anima, divinità. E’ un mistero altissimo della fede. E’ il più
grande miracolo operato da Dio. Lazzaro che risuscita dopo quattro giorni è un
miracolo piccolo, rispetto al miracolo della transustanziazione”.
“Io ci credo”.
“Viva Gesù. E avanti, che voi giovani
dovete portare il Vangelo nel III millennio.”
SONO DISTRATTA PENSO AD ALTRO
Porretta Terme - Firenze. Una signora.
“Padre, come devo fare per pregare,
perché sono distratta, penso ad altro?”.
“Le cose da fare sono tre. La prima è
essere convinti di Dio; la seconda consiste nel pregare, perché s’impara a
pregare pregando, e si prega veramente quando si vive la parola di Dio, quando
si obbedisce alla Verità; la terza è dare tempo alla preghiera. Se s’impegnerà
in questi punti arriverà ad una vera preghiera. Non c’è altro da dire.”.
“Il rosario faccio fatica a dirlo;
tutta quella ripetizione di Ave Maria mi dà monotonia”.
“Vede, in realtà non dovrebbe esserci
un’Ave Maria uguale all’altra. La novità non consiste tanto nelle parole
quanto nell’amore che si esprime con quelle parole, che sono luminosissime. Mi
creda, dalle parole dell’Ave Maria si possono riempire scaffalature di libri di
riflessione, ma da tutte le biblioteche del mondo l’uomo non avrebbe potuto
scrivere l’Ave Maria, e ciò vale per il Padre Nostro, che è la preghiera che ci
ha insegnato Gesù.”
“Senta, la Madonna ha avuto altri
figli? I Testimoni di Geova dicono di sì”.
“Niente affatto. Il discorso sui
fratelli e le sorelle di Gesù non dice altro che l’usanza, ben conosciuta, ben
documentata, che i parenti, gli amici, venivano detti fratelli, sorelle. Era un
segno d’appartenenza al casato. Pensi che per l’antico, nell’istituto della
poligamia, il marito, qualche volta, chiamava la moglie preferita, sorella. Questa
cosa è ancora presente in Etiopia. L’ho vista io stesso.
Maria è vergine in perpetuo. Lo è stata
prima del parto, durante il parto e dopo il parto.
Il parto avvenne senza alcun dolore. Il
fatto che non ebbe sofferenze è ben dichiarato nelle antifone dei cantici per
le celebrazioni vigilari, nel breviario, nel primo volume si legge: <Madre
castissima e Vergine feconda, intatta hai concepito, senza dolore hai generato
il nostro Salvatore>; nelle Messe della Beata Vergine Maria si legge: <Colei che per l’azione dello Spirito Santo era divenuta Madre del Redentore,
per un nuovo dono della tua bontà fu associata alla sua passione; la Vergine
Maria che senza doglie aveva partorito il Divin Figlio, patì sofferenze
indicibili per la nostra rigenerazione>. Ecco, nella stalla di Betlemme le cose
avvennero in una sfera di soprannaturalità.
Il
momento fulgido della nascita di Cristo è così che io lo penso. Ecco, Maria era in preghiera;
l’incontro orante con Dio la trasfigurava. Era in attesa. Venne attratta ancor più dal fuoco dell’amore di Dio, e si
trovò tra le braccia il Bambinello. Mi capisce? Il Bambinello uscì a porte
chiuse e in modo che Maria vivesse con consapevolezza il suo rimanere integra:
Maria se lo trovò sul grembo, tra le braccia, in un rapimento d’amore a Dio. Se
entrò a porte chiuse nel cenacolo, poté uscire a porte chiuse dal seno di
Maria.”
“Bellissimo”.
“Bene. Preghi tanto la Madonna. Il
diavolo fa ogni sforzo per allontanare le anime da Maria.
Voglio aggiungere il
consiglio di stare alla larga da libri che divulgano lo yoga in terreno
cristiano. Noi lo yoga lo abbiamo recepito comunemente come una pratica di
relax, ma è un’interpretazione nostrana, in realtà esso è radicato in una
concezione filosofica e religiosa induista: lo yoga ha a monte il discorso
della reincarnazione, del panteismo, del nirvana, perciò non è una cosa che si
presenti asettica.
Qualcuno tra i cristiani che guardano
allo yoga dice che per bene pregare bisogna, noti, 'imparare a
respirare'; ma non c’è bisogno d’imparare a respirare, il respiro non ha
bisogno di attenzione: esso è un fatto normalmente involontario. Se uno sta a pensare
a controllare il respiro, s’impelaga in un pensiero inutile, distrattivo, che
lo porta lontano dall’autentica preghiera cristiana. Ecco tutto.”
“Grazie, padre”.
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