Questo servizio alla Parola vuole avvicinare alla quotidianità delle persone i Vangeli feriali. La scelta comunicativa è stata quella di presentare in forma scritta i vari testi, seguiti da meditazioni in video.
L’oratore, padre Paolo Berti, non assume l’esclusività visiva, lasciando ampiamente il campo alle bellezze della natura e dell’arte.
TRENTUNESIMA SETTIMANA DEL TEMPO
ORDINARIO
Le riprese video sono state
a Porto Recanati (MC)
LUNEDI' (Lc 14,12-14)
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
"Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".
MARTEDI' (Lc 14,15-24)
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: "Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!".
Gli rispose: "Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: ‹Venite, è pronto›. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: ‹Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi›. Un altro disse: ‹Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi›. Un altro disse: ‹Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi›.
Il servo disse: ‹Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto›. Il padrone allora disse al servo: ‹Esci
per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare,
perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico:
nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la
mia cena›".
MERCOLEDI'
(Lc 14,25-33)
In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse:
"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo".
GIOVEDI'
(Lc 15,1-10)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo:
"Costui accoglie i peccatori e mangia con loro".
Ed egli disse loro questa parabola:
"Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: ‹Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta›. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: ‹Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto›. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte".
VENERDI' (Lc 16,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
"Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: ‹Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare›.
L’amministratore disse tra sé: ‹Che cosa farò,
ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione?
Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So
io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato
dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in
casa sua”›
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: ‹Tu quanto devi al mio padrone?›. Quello rispose: ‹Cento barili d’olio›. Gli disse: ‹Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta›. Poi disse a un altro: ‹Tu quanto devi?›. Rispose: ‹Cento misure di grano›. Gli disse: ‹Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta›.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce".
SABATO
(Lc 16,9-15)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: "Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza".
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro:
"Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole".