Salmo 122 (123) La fiducia del popolo è nel Signore

 

Canto delle salite. Di Davide
 

A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.

Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni,
come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.

Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
siamo già troppo sazi di disprezzo,

troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi.

 

Commento

 

Il salmo riflette una situazione di dolore e di smarrimento alla quale l'orante reagisce con una grande fiducia in Dio.

Molto probabilmente si tratta di eventi dell'epoca Maccabaica. Quando venne ucciso Giuda Maccabeo i rinnegati di Israele, quelli passati ai costumi ellenistici, ripresero forza con Bacchide, che perseguitò coloro che si erano uniti nella fedeltà all'alleanza (1Mac 9,22-26). Stessa situazione si ebbe dopo la morte del successore di Giuda Maccabeo, Gionata (1Mac 12,52).

In quel tempo mancavano profeti e i fedeli in attesa di una guida che li conducesse alla vittoria guardavano a Dio per sapere come muoversi, come reagire.

Il salmo è precisamente un'invocazione a Dio in un momento di smarrimento. Il popolo non sa cosa fare e guarda a Dio come i servi guardano la mano dei loro padroni, e come la schiava guarda alla mano della sua padrona per  riceverne le indicazioni.

Il salmo invoca pietà perché la resistenza di Israele è allo stremo di fronte alla forza dei dominatori, gaudenti e superbi.