Salmo 110 (111) La grandezza delle opere del Signore

 

  Alleluia
   
Alef Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
Bet tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
   
Ghimel Grandi sono le opere del Signore:
Dalet le ricerchino coloro che le amano.
   
He Il suo agire è splendido e maestoso,
Vau la sua giustizia rimane per sempre.
   
Zain Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
Het misericordioso e pietoso è il Signore.
   
Tet Egli dà il cibo a chi lo teme,
Iod si ricorda sempre della sua alleanza.
   
Caf Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
Lamed gli diede l'eredità delle genti.
   
Mem Le opere delle sue mani sono verità e diritto,
Nun stabili sono tutti i suoi comandi,
   
Samec immutabili nei secoli, per sempre,
Ain da eseguire con verità e rettitudine.
   
Pe Mandò a liberare il suo popolo,
Sade stabilì la sua alleanza per sempre.
Kof Santo e terribile è il suo nome.
   
Res Principio della sapienza è il timore del Signore:
Sin rende saggio chi ne esegue i precetti.
   
Tau La lode del Signore rimane per sempre.

 

Commento

 

Il salmista preso dalla grandezza delle opere fatte per il suo popolo si propone di  ringraziare Dio "con tutto il cuore" nell'assemblea liturgica del tempio. Davanti a tutti egli esclama “grandi sono le opere del Signore”, e invita l'assemblea a ricercare in esse la bontà e la giustizia del Signore: "Le ricerchino coloro che le amano". Che "le amano", ma non sempre le considerano nei loro insegnamenti profondi, poiché "Il suo agire è splendido e maestoso". 

Delle sue opere si deve sempre fare memoria. Per questo “ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie”, cioè le varie feste di Israele, da lui prescritte poiché "misericordioso e pietoso è il Signore" verso il suo popolo.

Egli “dà il cibo a chi lo teme”, poiché “si ricorda sempre della sua alleanza”.

Il salmista prosegue presentando che “l'eredità delle genti”, cioè la terra di Canaan, venne data dal Signore ad Israele. “Eredità”, perché le genti di Canaan avevano ricevuto la loro terra dai loro antichi padri (Gn 10,6s). Questo diritto di eredità venne loro tolto a favore di Israele a causa dei loro gravissimi peccati, e quindi con giustizia, poichè: “Le opere delle sue mani sono verità e diritto”. I suoi comandi sono stabili, immutabili nei secoli, perché luminosi, “da eseguire con verità e rettitudine”, il che vuol dire che sono rivolti al bene dell'uomo, non contengono alcun inganno che violenti l'uomo; essi corrispondono alle profonde esigenze dell'uomo.

Dopo aver accennato alla conquista della terra di Canaan, il salmista ricorda la liberazione dall'Egitto e l'alleanza del Sinai: “Mandò a liberare il suo popolo, stabilì la sua alleanza per sempre”.

Poi il salmista presenta alcune massime: “Principio della sapienza è il timore del Signore: rende saggio chi ne esegue i precetti. La lode del Signore rimane per sempre”.

Chi ha il timor di Dio obbedisce al Signore, e nell'obbedire alla sua parola diventa sapiente, poiché essa è piena di sapienza. Così il saggio, il vero saggio, è colui che è fedele a Dio. Il timore del Signore nel V.T era più che altro il timor servile, cioè il timore del servo di fronte alla punizione del padrone in caso di inadempienza. Nel N.T il timore del Signore è il santo timor di Dio, cioè il timore di offenderlo, di rattristarlo, lui che, infinitamente buono, è degno di essere amato sopra ogni cosa.

Infine i motivi di lodare di Dio,  sono inesauribile, sono senza fine.

Probabilmente questo salmo, per i suoi riferimenti deuteronomistici, è stato scritto nel postesilio