1) Le visioni o apparizioni, le locuzioni, si ritrovano nella Bibbia, è dunque di fede che esse esistano e che sono opera dello Spirito Santo. Vedi il discorso di Pietro a Pentecoste dove cita il profeta Gioele (At 2,17s)

Esse sono un fatto importante nell’azione evangelizzatrice della Chiesa: Pietro ha visioni che lo guidano ad aprire il Vangelo ai pagani (At 10,3s); così pure Paolo ha visioni che lo indirizzano nell'evangelizzazione (At 16,9s).

Il Concilio Vaticano nella Lumen Gentium n. 12 pone i carismi straordinari in connessione con l’azione della Chiesa: “E questi carismi, straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adatti e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione. I doni straordinari però non si devono - expetenda - chiedere imprudentemente, né con presunzione si devono da essi sperare i frutti dei lavori apostolici, ma il giudizio sulla loro genuinità e ordinato uso appartiene all’Autorità ecclesiastica, alla quale spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (Cf. Ts. 5,12; 19-21)”. La prima lettera ai Corinzi così dice (14,1): “Desiderate intensamente i doni dello Spirito”, ma ciò con le precisazioni del n. 12 della L.G.

 

2) Le visioni, le apparizioni, le locuzioni - si precisa nell’ambito della mistica - non fanno direttamente parte dell’organismo soprannaturale della vita cristiana, formato dalla grazia santificante, dalle virtù infuse, dai doni dello Spirito Santo, dalla grazia attuale.

 

La santità, anche la più alta, può avvenire senza che il soggetto abbia mai avuto doni straordinari, essendo che “il vincolo della perfezione è la carità” (Col 3,14).

 

Tali doni straordinari devono essere accolti con gratitudine e consolazione, cioè devono essere accolti nell’amore verso Dio e verso i fratelli. Sempre deve essere chiaro che lo Spirito distribuisce i suoi doni (Cf. 1 Cor 12,11) "come vuole, quando vuole e a chi vuole"

 

Santa Teresa d’Avila ammonisce di non desiderare visioni e locuzioni propriamente relative alle elevazioni mistiche (Cf. Seste mansioni, c.9); dello stesso avviso è san Giovanni della Croce (Cf. Salita del Monte Carmelo II,11).

 

Essi costituiscono per il soggetto che li riceve una prova, perché richiedono un forte spirito di oblazione, una grande umiltà, un'obbedienza perseverante alla Chiesa, ad un vero direttore spirituale, altrimenti si diventa preda delle contraffazioni del Demonio.

 

Valore delle rivelazioni private

Il termine “Rivelazione privata” definisce le visioni-rivelazioni orientate a suscitare maggior adesione alla "Rivelazione pubblica e definitiva" e maggior senso di appartenenza alla Chiesa. Il CCC n° 67 dice: “Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”, alcune delle quali sono state riconosciute dalla Chiesa…Il loro ruolo non è quello…di “completare” la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutarla a vivere in una determinata epoca storica”.

 

(Dal documento di presentazione del Messaggio di Fatima della Congregazione per la dottrina della fede; maggio 2000):

“L’autorità delle rivelazioni private è essenzialmente diversa dall’unica rivelazione pubblica: questa esige la nostra fede; in essa infatti per mezzo di parole umane e della mediazione della comunità vivente della Chiesa Dio stesso parla a noi.

 

La "Rivelazione privata" è un aiuto nei casi di abbassamento della luce evangelica, e si manifesta credibile proprio perché rimanda all’unica rivelazione pubblica. Il criterio per la verità ed il valore di una rivelazione privata è pertanto il suo orientamento a Cristo stesso. Quando ci si allontana da lui, quando essa si rende autonoma o addirittura si fa passare come un altro e migliore disegno di salvezza, più importante del Vangelo, allora essa non viene certamente dallo Spirito Santo, che ci guida all’interno del Vangelo. Ciò non esclude che una rivelazione privata ponga nuovi accenti, faccia emergere nuove forme di pietà o ne approfondisca e ne estenda di antiche. Ma in tutto questo deve comunque trattarsi di un nutrimento della fede, della speranza e della carità, che sono per tutti la via permanente della salvezza.

 

3) Il giudizio

Il primo giudizio su di una rivelazione privata lo deve dare il soggetto ricevente, che tuttavia, in posizione di prudenza, deve ricorrere ad un assistente spirituale.

Poi, affermandosi la rivelazione privata come fatto pubblico e incidente nella vita dei fedeli, comporta l’interessamento del vescovo prima in forma privata, con la costituzione di una commissione teologica di esame del caso.

Spesso l’autorità ecclesiastica impiega tempo per esprimere un giudizio; in tal caso tutto grava sul soggetto, il quale agisce con il sensus fidei, che gli è proprio quando vive nella Chiesa ed è obbediente alla Chiesa. Da qui l'inizio di una severa prova: il soggetto rimane obbediente e la Chiesa indaga sulla sua obbedienza. Il soggetto non ha il conforto del giudizio della Chiesa, quando è fatto oggetto di diffidenze e di disapprovazioni; vedi p. Pio da Pietrelcina. Perciò il giudizio poggia tutto sul soggetto, il quale deve appoggiarsi alla Sacra Scrittura, ai documenti della Chiesa, alla teologia, alla sua sincerità. Deve essere interiormente pronto a lasciare tutto, a tacere; ma non può entrare in conflitto con la sua capacità di essere sincero con se stesso fino in fondo, non può entrare in conflitto con le sue stesse capacità denudate di tutto quello che potrebbe portarlo ad accogliere l’inganno; sarebbe l’involuzione mentale del soggetto. E’ un vero cammino di purificazione: una notte dello spirito, secondo il linguaggio di san Giovanni della Croce.

Pensiamo, ancora, alle diffidenze e riserve del parroco di santa Bernardetta. Pensiamo a santa Teresa d’Avila i cui scritti vennero ritenuti di origine diabolica da alcuni teologi ai quali erano stati sottoposti. Pensiamo all’azione del Gesuita padre Crivelli inviato dal sant’Uffizio per controllare santa Veronica Giuliani nel convento di Città di Castello. E i metodi passati conoscevano la segregazione del soggetto: una vera prigionia.

 

La Chiesa - ma poche volte - lascia al tempo e al giudizio dei fedeli la cosa, non registrando alcuna eresia o comportamento contro la morale (L’apparizione mariana alle Tre Fontane, il 12 aprile 1947, al protestante Bruno Cornacchiola).

 

Usualmente invece la Chiesa interviene con un’approvazione o una disapprovazione. Le approvazioni ecclesiastiche richiedono soltanto un ragionevole assenso di fede umana, sul principio che la Chiesa ha fatto indagini serie, in un adeguato lasso di tempo.

Il Card. Prospero Lambertini, poi Papa Benedetto XIV, nel “De servorum Dei beatificatione et canonizatione”  dice: “Revelationibus, etsi approbatis, non debere, nec posse a nobis adhiberi assensum fideu catholicae, sed tantum fidei humanae, iuxta regula prudentia, quas praedictae revelaziones sunt probabiles et pie credibiles”.(III, cap. 53, n.15 ed. Aldima, Prato 1840)

“Sequitur posse aliquem, salva et integra fide catholica, assensum revelationibus praedictis non praestare, et ab eis recedere dummodo id fiat cum debita modestia, non sine ratione, et citra contemptum” ( Ivi, III, cap. 53 n 15).

 

Pio X presenta la medesima cosa:

“Eiusmodi apparitiones seu revelationes neque approbatas neque dammatas ab Apostolica Sede fuisse, sed tantum permissas tamquam pie credendas fide solum humana, iuxta traditionem quam ferunt…” (AAS, 40 1907, 649).

 

L’approvazione di un Papa ha evidentemente una rilevanza particolare, ma tuttavia l’assenso che si chiede a quella determinata apparizione è sempre di fede umana, naturalmente sapendo di fede divina che le rivelazioni esistono poiché la Scrittura le presenta. Così per Lourdes e per Fatima.

 

Gli scritti delle rivelazioni private debbono essere sottoposti all’autorità ecclesiastica

In molti degli scritti di pseudomistici si legge: “Il Decreto della congregazione della fede (AAS n 58/16 del 29 dicembre 1966) che abroga i canoni 1399 e 2318 fu approvato da Paolo VI il 14 ottobre 1966. Per cui non è più proibito divulgare senza l'imprimatur scritti riguardanti nuove apparizioni rivelazioni visioni profezie e miracoli”.

La data del documento è diversa: (AAS v. 58 / 15 giugno 1966 / n. 6). In un comunicato stampa della Congregazione per la dottrina della fede sul Bollettino Sala Stampa Santa Sede n° 447 del 29/11/1996 si legge: "Non è assolutamente valida l’interpretazione data da alcuni di una Decisione approvata da Paolo VI il 12 ottobre 1966 (si tratta di un “plenario conventu”) e promulgata il 15 novembre dello stesso anno, in virtù della quale potrebbero essere liberamente diffusi nella Chiesa scritti e messaggi provenienti da presunte rivelazioni. Detta decisione si riferiva in realtà all’Abolizione dell’Indice dei libri proibiti, e stabiliva che - tolte le censure relative - rimaneva tuttavia l’obbligo morale di non diffondere e leggere quegli scritti che mettono in pericolo la fede e i costumi. Si richiama che per la diffusione di testi di presunte rivelazioni private, rimane valida la norma del codice vigente (1983) can.823.

 

Canone 823 §1: “Perché sia conservata l’integrità della verità della fede e dei costumi, i pastori della Chiesa hanno il dovere e il diritto di vigilare che non si arrechi danno alla fede e ai costumi dei fedeli con gli scritti o con l’uso degli strumenti di comunicazione sociale; parimenti di esigere che vengano sottoposti al proprio giudizio prima della pubblicazione gli scritti dei fedeli che toccano la fede o i costumi; e altresì di riprovare gli scritti che portino danno alla retta fede o ai buoni costumi”.

 

Questo il testo integrale della notificazione della sacra Congregazione per la dottrina della fede 15 giugno 1996 (AAS v. 58 / 15 giugno 1966 / n. 6):

 

Sacra Congregatio pro Doctrina Fidei,  notificatio

Post Litteras Apostolicas, a verbis incipientis “Integrae servandae” Motu Proprio datas die VII mensis decembris anno 1965, non paucae pervenerunt ad S. Sedem percontationes de Indicis librorum prohibitorum conditione, quo Ecclesia ad integritatem fidei et morum, iuxta divinum mandatum, tuendam huncusque usa est.

Ut memoratis petitionibus respondeatur, haec S. Congregatio pro Docrina Fidei, facto verbo cum Beatissimo Patre, nuntiat Indicem suum vigorem moralem servare, quatenus Christifidelium conscientiam docet, ut ab illis scriptis, ipso iure naturali exigente, caveant, quae fidem ac bonos mores in discrimen adducere possint; eundem tamen non amplius vim legis ecclesiasticae habere cum adiectis censuris.

Quam ob rem Ecclesia fidelium maturae conscientiae confidit, praesertim auctorum et editorum catholicorum atque eorum qui iuvenibus instituendis operam navant. Firmissimam autem spem collocat in vigili sollicitudine et singulorum Ordinariorum et Conferentiarum Episcopalium, quorum ius et officium est libros noxios tum inspiciendi tum praeveniendi atque, si res tulerit, reprehendendi et improbandi.

S. Congregatio pro Doctrina Fidei, ad mentem Litterarum Apostolicarum “Integrae servandae” ac Concilii Vaticani II decretorum, communicare sataget, si opus est, cum orbis catholici Ordinariis ut eorum sedulitatem adiuvet, in diiudicandis operibus editis, in sana contra insidiosam promovenda cultura, collatis etiam viribus com Institutis et studiorum Universitatibus.

Si autem doctrinae et opiniones quovis modo evulgatae prodierint, quae fidei ac morum principiis adversentur, et eorum auctores ad errores corrigendos humaniter invitati id facere noluerint, S. Sedes iure et officio suo utetur ad talia scripta etiam publice reprobanda, ut animarum bono ea qua par est firmitate consulat.

Apte denique providebitur, ut Ecclesiae iudicium de editis operibus in Christifidelium notitiam perveniat.

Datum Romae, ex Aedibus S. Officii, d. XIV  iunii, a. MCMLXVI.

 

A. Card. Ottaviani, Pro-praefectus S: C: pro Doctrina Fidei

 

+ P. Parente, a Secretis

 

Traduzione in italiano

“Dopo la Lettera Apostolica che comincia con le parole “Integrae servandae”, promulgata con Motu Proprio il 7 dicembre dell'anno 1965, sono pervenute alla Santa Sede non poche interrogazioni sulla condizione dell'Indice dei libri proibiti, che la Chiesa fino ad ora ha usato per difendere l'integrità della fede e dei costumi secondo il divino mandato. Per rispondere alle suddette petizioni questa Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, dopo aver consultato il Beatissimo Padre, afferma che l'Indice conserva il suo vigore morale nella misura in cui è di insegnamento alla coscienza dei fedeli perché si guardino da quegli scritti, esigendolo lo stesso diritto naturale, che possono porre in pericolo la fede e i retti costumi; tuttavia il medesimo Indice non ha più vigore di legge ecclesiastica con le censure annesse. Perciò la Chiesa confida nella coscienza matura dei fedeli, in particolare degli autori e degli editori cattolici e di coloro che prestano la loro opera nella educazione dei giovani. Ripone poi piena speranza nella vigile sollecitudine e dei singoli Ordinari e delle Conferenze Episcopali, il cui diritto e compito è quello di esaminare attentamente e di prevenire i libri nocivi, e, se le circostanze lo comporteranno, di censurarli e di disapprovarli. La Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo la mente della Lettera Apostolica “Integrae servandae” e dei decreti del Concilio Vaticano II si adopererà di stare in comunicazione, se sarà necessario, con tutti gli Ordinari cattolici del mondo per aiutare la loro solerzia nel giudicare gli scritti editi per promuovere la sana cultura contro quella insidiosa, collaborando con gli Istituti e le Università. Se poi gli autori di dottrine e opinioni, in qualsiasi modo divulgate, che sono contro la fede e i principi morali, rifiutano, benché cortesemente invitati, a correggere i loro errori, la Santa Sede, in forza del suo diritto e compito di riprovare tali scritti anche pubblicamente, deliberi con quella fermezza che esige il bene delle anime. Infine si provvederà in maniera idonea a che il giudizio della Chiesa sulle opere edite giunga a conoscenza dei fedeli”.

 

Viene dunque affermato il diritto-dovere della Chiesa di prevenire, attraverso l'esame  degli scritti da dare alle stampe (o altro modo, come video-cassette, CD, filmati) la diffusione di testi che recano pericolo per la crescita spirituale dei fedeli, e di intervenire, qualora non fosse stato osservato da scrittori ed editori cattolici questo vaglio preventivo e doveroso, oppure, riguardando non cattolici, non fosse  possibile ottenerlo. La Chiesa ha pure il diritto-dovere di intervenire, a seconda delle situazioni, denunciando pubblicamente gli errori con la dovuta fermezza.

 

In data 15 novembre veniva espresso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede questo decreto (AAS v. 58 / 15 novembre 1966 / n. 16):

 

Decretum

“Post editam “Notificationem” diei 14 iunii c. a. circa “Indicem” librorum prohibitorum, quaesitum fuit ab hac S. Congregazione pro Doctrina Fidei an in suo vigore permaneant can. 1399, quo quidam libri ipso iure prohibentur, et can. 2318, quo quaedam poenae ferentur in violatores legum de censura et prohibitione librorum.

Dubiis in plenario conventu fer. IV diei Octobris 1966 propositis, E.mi Patres rebus Fidei tutandis praepositi respondendum decreverunt:

1) Negavive ad utrumque, quoad vim legis ecclesiasticae; iterum tamen inculcato valore legis moralis, quae omnino prohibet fidem ac bonos mores in discrimen adducere;

2) eos vero, qui forte innodati fuerint censuris de quibus in can. 2318, ab iisdem absolutos habendos esse ipso facto abrogationis eiusdem canonis.

Et in Audientia E.mo Cardinali Pro-Praefecto S. Congregationis pro Doctrina Fidei die 14 eiusdem mensis et anni concessa, praefatum decretum S. Pontifex Paulus Papa VI benigne adprobare dignatus est et publici iuris fieri mandavit.

Datum Romae, ex aedibus S. Congregationis pro Doctrina Fidei, die 15 novembris 1966.

 

A. Card. Ottaviani, Pro-Praefectus

 

+ P. Parente, Secretarius

 

Traduzione in italiano

Dopo che è stata edita la “Notificazione” del 14 Giugno circa l'Indice dei libri proibiti, è stato chiesto a questa Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede se rimangono in vigore il canone 1399, col quale alcuni libri “ipso iure” vengono proibiti, e il canone 2318 nel quale alcune pene sono connotate contro i violatori delle leggi sulla censura e proibizione dei libri.

Dopo che sono stati proposti i dubbi nella riunione plenaria di mercoledì 12 Ottobre 1966, gli Eminentissimi Padri preposti alla tutela della fede hanno decretato di rispondere così:

1) Negativamente ad ambedue per quanto attiene alla forza della legge ecclesiastica; ribadendo di nuovo, tuttavia, il valore della legge morale che impedisce del tutto di porre in dubbio la fede e i buoni costumi;

2) quelli poi, che eventualmente siano caduti nelle censure delle quali si dice nel can. 2318, debbono essere sciolti da tali censure dalla medesima abrogazione del canone.

E nell'udienza concessa all'Eminentissimo Cardinale Pro-Prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede, il 14 del medesimo anno e mese, il sommo Pontefice Paolo VI Papa si è benignamente degnato di approvare il predetto decreto e ha deciso che fosse di pubblico diritto.

 

Il Decreto di Urbano VIII dice che la qualifica di fatto soprannaturale spetta solo alla Chiesa.

L’imprimatur eventualmente concesso a rivelazioni private non è impegnativo circa la soprannaturalità dei fatti, dice solo che non vi sono eresie e cose contrarie alla morale. Sulla soprannaturalità dei fatti occorre un pronunciamento.

 

L’imprimatur - se non vi è una dichiarazione esplicita sulla soprannaturalità dei fatti - viene dato nel senso che le rivelazioni presentate non sono altro che meditazioni del soggetto.

 

4) Valore teologico delle rivelazioni “private”

“Private” non perché il destinatario sia uno solo; del resto oggi rimangono “private” per poco tempo; ma “private” in contrapposto a quella “pubblica”, che è quella a cui fa capo la fede; essa è pubblica perché annunciata a tutti, non per via della capacità dei mezzi di comunicazione, ma perché è lo stesso annuncio cristiano.

Oggi le apparizione hanno una risonanza enorme per via della rapidità della diffusione delle notizie (stampa, radio, Tv), della capacità di organizzazione dei pellegrinaggi, per cui il fenomeno si diffonde rapidissimamente, mentre il giudizio pubblico dell’autorità ecclesiastica è lento: una commissione d’indagine, che esamini per bene la cosa, il pronunciamento e quando arriva la cosa ha già delle proporzioni con le quali bisogna fare i conti, se si vuole essere ecumenici, ecc.”

E’ un problema serio.

 

Esempi di come in esse possono essere presenti elementi umani:

Le rivelazioni private, essendo soggette ad errore umano da parte del soggetto o da parte del segretario del soggetto ricevente, può contenere errori. Benedetto XIV nella sua opera già citata dice che se una rivelazione in un qualche dettaglio non è corretta, non vuol dire che il resto non sia vero.

Nelle rivelazioni false lo stato di errore è sistematico, il che non vuol dire che in mezzo agli errori non ci siano delle verità.

 

Santa Giovanna D’Arco avendo chiesto alle voci se sarebbe stata bruciata le venne risposto di rimettersi al Signore che da lui sarebbe stata liberata con grande vittoria. La locuzione non intendeva che non avrebbe subito il martirio, come lei comprese, ma la vittoria nella prova.

Suor Maria d’Agreda (1602-1665) vide aprirsi i sette cieli tolemaici per l’evento dell’Incarnazione. Chi fosse partito da quella rivelazione sarebbe rimasto per sempre ancorato ad uno schema astronomico inesatto.

Bisogna poi essere certi che non siano intervenute mani redazionali che hanno alterato il tenore originale. Così è avvenuto con Katarina Emmerick (1774-1824) i cui scritti risentono palesemente dell’influsso del redattore.

 

Il loro valore teologico risiede nel fatto che esse sono di stimolo al pensiero teologico, in quanto sottolineano verità che in certi momenti possono essere state più o meno oscurate.

Esse sono utili perché il teologo si trova rafforzato nella sua comprensione della Sacra Scrittura, sulla quale poggia la sua azione di pensiero.

Sono utili perché entrano nella pietà popolare, che è la “prima e fondamentale forma di “inculturazione” della fede, che però si deve lasciare orientare e guidare dalle indicazioni della liturgia, ma che a sua volta feconda la fede a partire dal cuore” (Dichiarazione della Congregazione della dottrina della fede sul messaggio di Fatima).

 

5) Le visioni si distinguono in esteriori o corporali, e in immaginarie

Le visioni esteriori o corporali si hanno quando c’è l’impressione della retina, cioè si ha una figura davanti all’occhio. Le può produrre Dio, ma anche un angelo può realizzare questo come si dichiara espressamente nella Scrittura a proposito di Raffaele (Tb 12,19); lo fa organizzando la materia aerea dice san Tommaso (Cf. Summa, I q.51, aa 2), ma certo il modo è per noi del tutto misterioso. Il demonio, essendo un angelo, le può produrre.

 

Le immaginarie possono avvenire o per azione sulle immagini acquisite dal soggetto nella memoria, o per nuove immagini infuse. Il secondo modo non è possibile al Demonio, che deve agire sulle immagini già acquisite. Il processo di questa azione è ben possibile se facciamo un parallelo con le allucinazioni di un soggetto malato.

Esse sono capaci di fornire un quadro vasto di cose (I sogni di Giuseppe, di Nabucodonosor, ecc). Si possono produrre in stato di sonno o di estasi o anche senza alcuna estasi. Il demonio non può infondere nuove immagini, per cui l’interrogatorio di discernimento che la Chiesa fa si preoccupa, tra l’altro, di vedere se nella descrizione della visione vi siano elementi noti al soggetto: Ad es: In un’apparizione mariana bisogna preoccuparsi se la Madonna sia descritta come quella che il soggetto vede nella chiesa parrocchiale o in qualche santuario. Se ciò è, subito bisogna porsi in stato di sospetto. Il demonio le può produrre; e ovviamente si possono dare allucinazioni del soggetto. Anni fa, dopo la proiezione del film su santa Bernardetta, tanti cominciarono a dire di vedere la Madonna.

 

Le visioni intellettuali avvengono nell’intelligenza, senza impressione o immagine sensibile. Forniscono all’anima una certezza assoluta sulla loro autenticità. Nella Vita di santa Teresa c.27 n. 5 si legge: ”Il Signore s’imprime nell’anima con una conoscenza così chiara che non è più possibile dubitarne…; l’anima n’esce poi con tanta sicurezza che il dubbio non ha forza”.

Il demonio non può assolutamente produrre le visioni intellettuali.

S.Tommaso dice con grande precisione che solo Dio può toccare direttamente le potenze dell’anima: intelletto e volontà. (Summa, I q.111, aa 1-2). Lo dice anche S. Giovanni della Croce (Salita, libro 2, cap. 26, 5-6; Notte oscura, libro 2 cap. 23, 8). Un angelo cattivo non può toccare direttamente le potenze di un’anima neppure nel caso che si tratti di uno che si è dato al demonio. Giovanni della Croce quando parla dell’azione su un tale individuo afferma che essendovi da parte del soggetto la “nequizia volontaria” facilmente il demonio riempirà il soggetto di suggestioni, degli effetti cattivi dei suoi detti e delle sue parole (Cf. Salita, Lib.2, cap.31,2).

 

6) Le locuzioni si distinguono in auricolari, immaginarie e intellettuali

Le auricolari possono essere udite come voce esterna al soggetto. Possono venire da Dio, ma anche dagli angeli buoni o dai demoni.

 

Le immaginarie si possono avere in stato di sonno (sogno) o di veglia. Possono procedere da Dio, dagli angeli buoni, ma anche dai demoni. Il demonio può agire solo sulla memoria e sull’immaginazione usando di ciò che il soggetto ha già acquisito nella memoria. Dio può invece infondere specie nuove. La voce è udita nel cuore, ma anche il demonio può fare questo agendo sulla psiche del soggetto.

 

Le intellettuali. Possono essere di tre specie: successive, formali, sostanziali. Possono essere fatte solo da Dio.

Le successive avvengono nel procedere del pensiero del soggetto, ciò con l’aiuto dello Spirito Santo; successive perché non si tratta di luce istantanea, intuitiva.

Le formali si hanno senza che l’anima si trovi impegnata nello svolgimento di una riflessione.

Le sostanziali sono quelle formali corredate di un’efficacia straordinaria nel produrre nell’anima ciò che le parole dicono: “Sii, umile; tranquillizzati”.

 

7) Altri fenomeni

Discernimento degli spiriti (1 Cor 12,10) è la conoscenza dei segreti dei cuori comunicata da Dio. Tale conoscenza certa e infallibile non è producibile dal demonio. Quella probabile o congetturale la possono avere gli angeli e quindi i demoni e anche bravi psicologi.

 

La ierognosi è la conoscenza del sacro. Riconoscere rosari benedetti, le particole consacrate, le reliquie, senza alcuna indagine.

 

Le estasi sono una grazia di orazione e quindi la si colloca nello sviluppo del cammino (via straordinaria) dei gradi dell’orazione mistica; ha un valore santificante: è soave o dolorosa. Ha fenomeni straordinari, infatti pone in uno stato di astrazione dei sensi. Può avere il fenomeno esterno tre cause: Dio, il demonio, oppure uno stato psicologico, ma qui siamo nella patologia. Raffreddamento della temperatura, rigidità del corpo (a volte) insensibilità ad una azione esterna sul soggetto, (es. una bruciatura).

 

Le stimmate sono la produzione dei segni della passione di Cristo: piaghe nelle mani e nel costato, sulla spalla. Sono prodotte da Dio e si mantengono aperte senza infezioni. Possono essere invisibili, ma dare ugualmente dolore. Le visibili emettono sangue. Possono essere prodotte anche dal demonio, come attestano numerosi casi. Nel caso che le stimmate fossero autoprocurate dal soggetto con delle punte, queste in breve si infetterebbero. Il giudizio sulla loro autenticità passa attraverso la santità del soggetto, la sua obbedienza alla Chiesa.

 

Le lacrime di sangue sono un fenomeno per il quale invece di lacrime il soggetto emette sangue; è dovuto alla rottura dei capillari delle congiuntive. Teresa Neuman (1898-1962) ebbe questo fenomeno.

 

Il sudore di sangue è un fenomeno che è in parallelo con la sudorazione di sangue di Cristo nell’orto degli ulivi. E’ dovuto alla rottura di capillari sanguigni. Anche questo fenomeno potrebbe essere prodotto dal demonio.

 

Il digiuno prolungato (inedia) è un fenomeno per cui il soggetto vive senza alcun nutrimento.

 

L’agilità è quel fenomeno che ebbe il diacono Filippo quando fu trasferito dallo Spirito in Azoto. Potrebbe essere, al pari della levitazione, essere prodotto dal demonio.

 

La bilocazione è fenomeno che si realizza in questo modo: un angelo appare in un qualche luogo con le sembianze del soggetto, mentre il soggetto è cosciente del fenomeno. L’angelo, oppure (altra spiegazione) una figura prodotta da Dio, dice le cose che vuole comunicare il soggetto.

 

La levitazione è il fenomeno per il quale il soggetto si eleva da terra. Può essere prodotto dal demonio.

 

La sottigliezza è il fenomeno del passaggio di un corpo attraverso un altro corpo. Gesù che entra a porte chiuse nel Cenacolo. Ma anche santa Veronica Giuliani entrò nella sua cella attraverso la parete cosicché una consorella che la cercava la vide inspiegabilmente dentro la cella mentre prima era fuori. Così Santa Rita, che entrò nel monastero a porte chiuse. Così S. Raimondo di Penafort che entrò nel suo convento di Barcellona a porte chiuse. Questo fenomeno non può essere affatto prodotto dal demonio.
Gli aruspici di Roma spesso trovavano che la vittima non aveva il cuore o ne aveva due. La cosa avveniva con un “gioco di prestigio” del maligno, che può realizzare la distrazione del soggetto, in modo tale che non veda il trucco. Di cuori durante i sacrifici non ne mancavano.

 

Luci e splendori, sono fenomeni luminosi, possono venire anche dal demonio

.

I profumi ( sono aromi singolari) possono essere prodotti anche dal demonio.

 

La glossolalia è il parlare altre lingue (in lingua) (1 Cor 14,4ss); anche questa può essere prodotta anche dal demonio, come si vede bene nel caso degli esorcismi dove il soggetto diventa capace di parlare lingue che non conosce affatto.

 

8) Alcune osservazioni circa l’ipotesi scientifico naturalistica dei fenomeni presenti nello spiritismo, in quanto tale ipotesi ha un riflesso circa la lettura dei fatti dello spirito

Lo spiritismo si presenta con  tutta una serie di errori. Infatti mentre si ammette l’esistenza dei trapassati, non si ha un concetto adeguato dello spirito: spirito e materia sono per loro espressioni diverse nella forma, ma sostanzialmente identiche, di un’unica Energia. Nello spiritismo antico si ammetteva che il medium venisse invasato dallo spirito invocato, ora in quello più moderno (ultrafania) si parla di nouri o correnti mentali, che portano con se i pensieri stessi, le immagini.

 

Sulla parapsicologia

Metapsichica, parapsicologia, paranormale, fatti preternaturali. L’ultimo termine piace a qualcuno più degli altri termini, ma dire preternaturale è dire oltre le possibilità della natura umana, e dunque come dire che essi non sono inerenti alla natura umana in sé.

Le forze in campo, chiamate in diversi modi, sarebbero forze biopsichiche, forze medianiche, fluidi psichici, puramente naturali. Della loro natura specifica nulla si sa, ci si limita alla registrazione dei fenomeni, che paiono a volte riuscire nei laboratori di osservazione, ma si commenta, per i fallimenti, che siano le stesse condizioni di laboratorio ad impedire gli stessi fenomeni.

Il principio generale, base generale, è che basti dimostrare che esse agiscono in conformità alle grandi e generali leggi della natura. Certo questa forza occulta, il fluido medianico, produrrà i suoi effetti, così come li produce l’elettricità, il calore, ma non contro la leggi generali causa-effetto, di azione-reazione, di costanza del fenomeno, di leggi dei campi dove l’azione è in rapporto alla distanza dalla fonte energetica: campo magnetico.

I fenomeni non si presentano con costanza: ma si dice che la cosa dipende dalle situazioni psichiche.

 

La levitazione

Benedetto XIV nel suo trattato De Beatificazione, pone la levitazione tra i fenomeni che non si possono produrre naturalmente. Gli argomenti sono che al termine della levitazione il soggetto è spossato e quindi ciò dimostra che vi è stato dispendio di energia e che quindi egli ne è l’autore. Così le levitazioni dei santi sono altra cosa perché il soggetto non si trova alla fine spossato. Si parla fantasiosamente di poliplani vorticosi emessi dal soggetto e agenti contro l’aria, che vengono a formare come degli arti invisibili esterni. Il soggetto non emette solo energia, ma costruisce un’impalcatura. E qui allora si va contro le leggi generali e si presuppone l’esistenza di forze che una volta emesse obbediscono ad un’intenzione mentale. Per una corretta impostazione si dovrebbe dire che il soggetto in concentrazione irraggia energia attorno a sé, in tutte le direzioni; ma detto questo bisognerebbe pensare che l’energia sia tutta in una direzione in modo da avere l’effetto a reazione. Ma non c’è nessun organo che possa dare una tale direzione. Inoltre se uno mette capovolta per terra una lampada ad altissimo voltaggio non ne consegue che essa parta come un razzo. I razzi a fotoni sono possibili solo nello spazio.

 

Prendiamo la telepatia

La telepatia è una comunicazione tra due o più soggetti a grandi distanza, senza limite di distanza. Si hanno rumori insoliti, scricchiolii, colpi battuti sui mobili, brevi chiamate, esortazioni, percezioni visive anche.

La telepatia è comunemente intesa come trasmissione del pensiero. Il pensiero è un fatto spirituale nel quale è connesso il cervello. Ora si deve ammettere che il cervello non solo riceva gli elementi dai sensi, ma moduli le immagine connesse al pensiero in onde di trasmissione le quali hanno la capacità di evocare in un altro cervello le stesse immagini, e il cervello ricevente le intende così come le intende l’altro. Ma non si trasmettono le immagini, ma onde e quindi occorre un’organo di modulazione delle onde e un’organo che elabori in entrata le onde e le decodifichi. Tre cervelli deve avere ogni cervello, con possibilità di bloccare uscita ed entrata, pena il rimanere in uno stato di continua astrazione dal reale. Il raggio della portata dell’emittente è proporzionale alla sua potenza, e quindi alla capacità di modulare la potenza oltre che le onde. Ora questo discorso non può essere affatto accettato: è antropologicamente errato. Del resto la telepatia non ha riscontro scientifico e si basa solo sulla descrizione di fenomeni.

 

Prendiamo gli eventi registrati (psicometria)

Consiste nel ritenere che la realtà circostante al soggetto sia come un disco sul quale viene registrata l’emissione del soggetto. Un altro soggetto entrando in contatto con quell’ambiente, da quegli oggetti persone dotate di poteri particolari ne ricava come da un disco i dati registrati. Una pacchia per la scientifica se la cosa fosse vera. Ora bisogna dire che una impressione di onde dovrebbe conservarsi, si dovrebbe realizzare un’incisione senza alcuna incisione. Semplice assorbimento di onde. Ma l’assorbimento deve essere ordinato e quindi emesso ordinatamente. Il materiale deve essere ordinato a conservarle in maniere ordinata, cioè nell’ordine di tempo del messaggio: prima un’immagine, poi un’altra per sapere una vicenda. Inoltre l’oggetto dovrebbe conservarsi nelle condizioni ottimali. La prima alterazione guasterebbe tutto.  Ognuno che sappia qualcosa di cd, di nastri magnetici, di registratori, di microprocessori, vede come queste condizioni è impossibile aspettarsele nella realtà.

 

Prendiamo l’ectoplasma

Non c’è costanza nei fenomeni. Non solo si emette sostanza (materializzazioni), ma sostanza informe con volti, articolazioni: l’esistenza di un quid materiale che si organizza in forme. E tali forme da dove vengono? Come sono causate? E l’ectoplasma fotografabile, quando rientra, quale posto biologico ha? Nessuno!

 

Materializzazioni

Sono la comparizione di elementi corporei che vengono detti materializzati (Sai Baba). Il pensiero che sta alla base di questa posizione è che la materia sia energia e che un intelletto, in stato di concentrazione,  possa farla passare a materia. L'errore fisico di base  è che si confonde la materia con la massa, la quale è una proprietà della materia, come sempre ha inteso Einstein e con lui i fisici.

La massa secondo la notissima formula di formula di Einstein (E=mc2) equivale ad energia, ma l'energia senza la materia non è possibile; infatti anche le radiazioni sono materia.

L'errore antropologico, che si aggiunge all'errore fisico, è che nessun intelletto può far emergere da una radiazione una realtà corporea. Le materializzazioni sono dunque degli abili giochi di prestigio di guru, magari condotti da quell'astutissimo illusionista che è il demonio.

 

Esperimenti sulla fusione fredda

La cosa è una realtà seria. Ma i due americani che hanno annunciato di avere effettuato un esperimento di fusione fredda attraverso un pezzo di platino, con forze di compressione e corrente elettrica, si sono sentiti dire da laboratori di mezzo mondo che la loro esperienza non era stata riprodotta.

Presso l’Enea si fecero esperienze di fusione fredda, era un tubo a pressione interna variabile con dentro dei trucioli di un metallo (platino) da sottoporre a pressione diverse. Poi l’azione della corrente elettrica. Ora il fenomeno si registrò per due o tre volte, ma in maniera casuale, cioè senza che si potesse dedurre  una legge di costanza. Esperimenti vengono ancora condotti - non so in quale sede tuttavia -, e tutte le leggi della fisica risultano compromesse. Ora quello che emerge è una realtà oscura, proteiforme, che sfugge all’indagine razionale, alle leggi formulate in base al ripetersi rigoroso in costanti condizioni del fenomeno. La realtà diventa inintelligibile, contraddittoria, misterica; e dunque non si è più sul piano della verità scientifica, ma dell’inganno oscuro e alienante.

 

Foto spiritiche

Nell’ambito delle sedute spiritiche si fecero spesso le cosiddette foto spiritiche. Si pose l’obiettivo verso un punto, si scattò. Si fece lo sviluppo, la stampa ed ecco un volto: quello di un trapassato.

La stessa cosa per registrazioni video su nastro. Il registratore presenta sul video delle immagini non presenti nel campo della registrazione.

Lo stesso per i registratori della voce, musica, su nastro. Il registratore presenta voci e messaggi che non sono stati immessi  da nessuna fonte che fosse presente.

 

La scrittura automatica

Si ha quando il medium scrive automaticamente, cioè senza che azioni di suo il braccio e la mano. Il fatto non procede da Dio, perché il soggetto non è in stato di libertà, ma succube di un’azione che lo lede. Ho incontrato il caso di una giovane che dopo esperimenti di scrittura automatica è entrata in schizofrenia, perché non riusciva a gestire intellettualmente e psicologicamente quell’esperienza: fare una cosa credendo che sei tu a farla per un qualche immaginoso meccanismo psichico, mentre non sei tu a farla è alienante.

 

La fine di un mito ancora in voga
Il mito è quello di ritenere che solo il 10% delle cellule del cervello sono sfruttate, cosicché soggetti particolari sono in grado di sfruttare le cellule restanti. Il mito ha preso avvio da una ricerca a Santiago di Ramon y Cajal (1852 - 1934). Lo studioso disse che le cellule della nevroglia superavano di nove volte il numero dei neuroni. Era poi il tempo in cui i ricercatori dichiaravano di aver mappato solo il 10% del cervello. Tanto bastò per avviare ed estendere enormemente il mito.
Gli studi attuali invece affermano (in particolare Barry Beyerstein, 1947 - 2007) che tutto il cervello è funzionante. Se nell'area del 90% del mito ci sono delle lesioni anche piccole subito se ne notano le conseguenze nelle parti corporee relative. Gli studi fatti con la Tomografia ad emissione di positroni, e con la Risonanza magnetica funzionale hanno mappato il cervello in modo tale che il mito non ha più nessuna speranza di sostenersi: non si hanno aree senza funzioni. Il cervello poi si comporta come un'unica massa, pur possedendo aree distinte per funzioni.
Il mito resiste anche oggi ed è ritenuto la premessa per i cosiddetti poteri paranormali. In ambito cattolico parecchi, vittime del mito, li hanno chiamati doni preternaturali, creando grave confusione con i veri doni preternaturali presentati dalla Rivelazione circa la creazione di Adamo ed Eva, cioè l'assenza della morte, l'assenza della concupiscenza disordinata. E con ciò, nella vita di innocenza originale, il pieno rispetto del corpo, con la conseguente assenza della malattia; il rispetto della creazione; l'agilità intellettuale.

 

9) Criteri generali di indagine

Criterio storico: accertare che i fatti siano reali. Nel caso, ad esempio, di una lacrimazione bisogna accertare se non sia stato un trucco.

Criterio psicologico: esame del soggetto o dei soggetti, per accertarne la normalità psichica. Il temperamento (calmo o passionale). Accertarne le capacità intellettuali. La cultura. Le esperienze. La sincerità. Soprattutto il suo comportamento virtuso: umiltà, obbedienza. Vedere dunque la credibilità di un soggetto.

Criterio teologico: vedere se l’autore è Dio o il demonio o semplicemente la fantasia.Ciò comprende l’esame del clima spirituale dei fedeli, l’esame rigoroso degli eventuali miracoli connessi strettamente all’apparizione (il miracolo del sole a Fatima: miracolo visto da tutta la folla dei presenti che comprendeva pure scettici e atei)

 

Modo di approccio: né scettici, né creduloni

Credere veramente che esistano i doni straordinari ed essere disposti che essi esistano concretamente (Atti 11,23-24):  ”Quando Barnaba giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare nel Signore”, e nello stesso tempo porsi in una posizione di distanza: occorre avere occhi per vedere e mente per capire. Infatti la Scrittura ci parla dei falsi profeti.

(Mt 7,21): “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me operatori di iniquità.

 

Modi di indagine:

Il colloquio con le persone interessate e quindi ascolto della descrizione dei fenomeni.

 

Indagini sul clima spirituale che si è formato attorno alla presunta fonte di rivelazioni private. Osservazioni sulle virtù del soggetto o dei soggetti. (san Filippo Neri…) (donna a Roma con in casa l’Eucarestia…)

 

La richiesta di relazioni scritte o orali sugli avvenimenti. Questo permette di vedere le contraddizioni se esistono. Oggi viene detta una cosa, domani un’altra. Oppure si ha la rilevazione di errori dottrinali, incompatibili con una rivelazione che viene da Dio. Si deve richiedere che tutte le esperienze vengano registrate e consegnate, cioè non venga ad esistere un fondo segreto. Qualora si formasse si avrebbe subito una prova dell’inattendibilità del soggetto. Questa è veramente una carta vincente perché in caso di giudizio negativo si può presentare la motivazione del rifiuto a partire dagli scritti.

Santa Veronica Giuliani ricevette dal vescovo l’obbligo a scrivere su fogli consegnati di volta in volta la relazione di quello che viveva.

 

10) Esempi

La lacrimazione della Madonna di Civitavecchia. Prima il vescovo è in una posizione di distanza: dubita del fatto storico. Poi lui stesso vede accadere il fenomeno, così acquista la certezza storica del fatto. Fa poi fare correttamente l’esame della sostanza rossa per vedere se è sangue umano. La sua richiesta si ferma li, ma con un’altra semplice operazione i due laboratori interpellati scoprono che è sangue umano di un maschio. A questo punto c’è il materiale per esprimere il parere teologico e chiudere la questione. Ma ugualmente si procede, lasciando spazio alla posizione di pensare che la Madonna abbia pianto il sangue di Cristo. Poi bisognava esaminare la traiettoria delle lacrime, che non si presentava regolare, quasi che ci fosse stata una forte azione del vento. E si è favoleggiato attorno alle forme: qualcuno vi ha visto l’Italia.

Il punto che manca nel discorso è il sospetto doveroso che tutto sia prodotto dal demonio. Casi in cui uno si è ritrovato addosso sostanze coloranti…sangue di animale, là dove si pensava che ci fosse un riferimento a Cristo.

Non reggono affatto le recenti favole giornalistiche su visite segrete del Pontefice a Civitavecchia  oppure di sue devozioni segrete in merito.

 

Caso A. G. a Bologna. Colloqui con padre Pio ogni giorno e anche con tanti altri santi. Una trentina di rosari al giorno. Atteggiamento devoto. Situazioni di guarigione.

Il caso è stato risolto con una serie di colloqui dove il soggetto ha detto di avere degli scritti che avrebbe fatto pubblicare dopo la sua morte. Da qui la richiesta  del Vescovo di poter esaminare quegli scritti. Il G presenta degli scritti, ma non sono quelli che ci si aspettava. L’esame degli scritti consegnati rivela una serie di errori e nello stesso tempo rivela in una scritta-diario come lui abbia a parte degli scritti sulle sue esperienze, che quindi non ha consegnato.

 

A san Giovanni Rotondo entra in confessionale una giovane, mi dice che vede padre Pio. Interessato la faccio parlare e scopro che padre Pio le si presenta con in mano un libro dove sono segnate le grazie che fa. Le dico che il libro non esiste e lei rimane impressionata. Mi rivela che le si presenta a volte piagnucolante, desideroso della sua compagnia. Una volta l’ha visto genuflesso a baciare i piedi di una bambina. Vengo a sapere che padre Pio le dice di non domandare soldi. Le chiedo il numero di telefono e poi le telefono affinché registri tutto su di un quaderno da sottopormi. Qualche giorno dopo il telefono venne disattivato.

 

Durante una missione al popolo a Pompei una signora mi dice che l’anima di suo marito le è sempre accanto. A volte sente delle carezze, a volte dolci parole con la voce del marito. A volte nel letto sente come uno che le sia accanto e le dia delle dolci gomitate. Rispondo con la teologia. Le anime dei defunti o sono in cielo o in purgatorio o all’inferno. Un’anima non è un angelo, che ha sue proprietà e che quindi si può spostare in virtù di se stesso. L’anima è una realtà spirituale fatta per informare il corpo; separata dal corpo non ha le capacità angeliche. Per venire sulla terra deve essere portata da Dio o da una angelo. Quindi coloro che sentono la presenza e la voce, segni, di una presenza dei loro defunti vanno illuminate. La donna rimase incredula, quando le prospettai l’inganno del demonio. Io le dissi che quando sentiva questa presenza si rifugiasse nella preghiera. Lei fece di meglio disse affettuosamente alla pensata anima del marito: “Diciamo un Pater noster”. Si sentì dire un cupo e sprezzante: ehhhh!! La persona si convinse che avevo ragione.

 

Per valutare se da Dio, da un angelo, dal demonio, dal soggetto

 

Si ricercano proposizioni contrarie alla morale e alla fede

Ad esempio le rivelazioni dello spiritismo sono tutte piene di negazione della verità cattolica.

 

Vedere se vi sono parole indecenti, descrizioni minuziose dei vizi sensuali. Pitture sconce dei vizi dei sacerdoti, sotto pretesto di stimolare alla preghiera per loro.

 

Descrizioni tragiche di castighi. Parole di un Dio senza più risorse di misericordia. Pitture di eventi catastrofici che si traducono in offese alla speranza cristiana e alla visione di un Dio che tiene conto della debolezza delle sue creature e non le angoscia, creando la psicosi del catastrofismo.

 

Se vi sono richieste di cose impossibili da fare in modo che venga insinuato lo scoraggiamento, la disperazione di potere corrispondere (Nella vita di santa Caterina da Bologna si legge che il demonio le appariva in sembianze di crocifisso, ordinandole cose impossibili per condurla alla disperazione).

 

E’ vero però anche il contrario  i messaggi possono  presentare il quietismo, il sensismo.

 

Proposizioni che direttamente non offendono la verità, ma insinuano l’errore. Proposizioni ad orologeria, quando una persona le vuole interiorizzare esse scalzano il soggetto dalla vita interiore fatta di umiltà, di obbedienza, di buon senso. Ci si trova come in una strada dove le pietre ci sono, ma sono tutte sottoposte ad un dissesto che impedisce il percorso sereno e utile. I messaggi che vengono da Dio o da un angelo comunicano univocamente (la Parola di Dio è una spada a doppio taglio che penetra tra le giuntura e le midolla Eb 4,12) ciò che essi vogliono dire. Se la parola del messaggio richiede un “aggiustaggio sistematico” cioè una interpretazione a favore di una riduzione all’univoco dell’ortodossia, si ha la necessità di una mediazione, non per la comprensione, ma per l’eliminazione dell’ambiguità del messaggio. L’assimilazione della parola viene ostacolata da questo lavoro, che si traduce in un allontanamento dall’impegno della volontà, essendo impegnato costantemente l’intelletto.

 

Esempio: Don Gatti di Roma e la “veggente” Marisa

 

Il testo: “Madre dell’Eucarestia”. Bisogna subito rifiutare il titolo. Maria è Madre di Cristo. L’Eucarestia come sacramento ha gli accidenti (le apparenze del pane) che rimangono nell’essere per azione divina. Il Card. Ruini ha recentemente condannato il titolo, e poi anche diffidato il sacerdote.

Sistema di procedere: presentazione sistematica di due concetti uguali connessi in una stessa proposizione. Dove un concetto viene espresso con un’immagine, una figura, e l’altro, che è esattamente lo stesso concetto con linguaggio spirituale (1 Cor. 2,13). Oppure con due concetti concatenati dalla copula -e- in una stessa proposizione, uno dei quali è espresso con un’immagine fisica e l’altro con linguaggio spirituale. Si è di fronte ad una violenza del linguaggio.

 

Da pag. 1 a pag. 3

“Fate le preghiere del mattino, pregate piano piano, molto piano, senza correre e soprattutto pregate con il cuore”
Si ha un doppione. La prima parte della proposizione presenta in termini fisici la preghiera nella sua esigenza di essere espressione interiore.
 

“Durante la giornata recitate lentamente una parte del rosario, fermatevi su ogni mistero e meditatelo”.

Triplone : -recitare lentamente-  -fermatevi su ogni mistero-  -e meditatelo-

 

“La preghiera comunitaria vi distrae meno della preghiera che fate da soli. La preghiera fatta con i propri cari, parenti, amici o con i membri di una comunità è più potente ed è più gradita a Dio”

La preghiera comunitaria non distrae di più né di meno.

Il doppione sta nel più potente e nel più gradita.

 

“Vi ripeto pregate lentamente e con il cuore, il primo posto riservatelo a Dio”.

Il doppione congiunto nell’espressione dalla copula: lentamente e con il cuore.

 

“Andate nella pace di Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo”

Questa espressione non marca l’unità di essenza, il testo è congegnato in modo che nasca turbamento proprio su questo punto. Infatti non dice: di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo, né dice: di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo -.

 

Pag. 85: “Vi faccio una confidenza materna, che certamente vi farà piacere: Gesù ed io abbiamo letto insieme tutti i messaggi che vi ho dato, essi contengono tutto ciò che serve per arrivare alla santità”.

Maria non ha bisogno di far passare ciò che ha detto, all’esame del Figlio.

 

Pag. 85: “La santità è possibile per tutti, tutti possono essere intimamente uniti a Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo”.

 

Pag. 77: “Io sono Madre dell’Eucarestia e piano piano tutti mi conosceranno sotto questo nome. Io sono Madre dell’Eucarestia, la Madre di Gesù che oggi e sempre per chi lo vuole, per chi lo cerca è presente in mezzo a voi nei tabernacoli delle vostre chiese”.

 

Pag. 77: “Io sono la Madre dell’Eucarestia, ma non tutti accetteranno questo nome che chiude tutta la storia. Sorgeranno  invidie e gelosie e a causa di questo soffrire, ma gli uomini non potranno impedire a Dio di realizzare i suoi piani: Quando mi invocherete - “Madre dell’Eucarestia prega per noi” - vi concederò ciò che chiedete se è conforme alla Divina volontà; già sono state ottenute grazie spirituali e fisiche con questa invocazione. Ora io mi inginocchio davanti a mio Figlio e Gli chiedo umilmente di benedire queste piccole statue ed anch’io benedico queste statue. A chi pregherà davanti ad esse con il cuore, a chi pregherà per il fratello, a chi pregherà per le persone che lo fanno soffrire concederò delle grazie particolari. Miei cari figli, questa è l’immagine della Madre dell’Eucarestia, portatela, se volete, nelle vostre case e fatela conoscere. Io desidero essere invocata ed amata come “Madre dell’Eucarestia”.

 

Esempio: Libro: “Gesù e Maria agli uomini d’oggi”

 

Il libro ha strappato purtroppo un Imprimatur. Il messaggio asserisce che Maria e Gesù scendono dal cielo, con il risultato di un’azione che s’impossessa della persona (pseudo mistica) la quale agisce come automa guidato da Maria o da Gesù; la persona in gioco risulta letteralmente “strumentalizzata”. Non ci si trova così di fronte ad un'apparizione, ma ad un esatto equivalente della “scrittura automatica”.

Sistema di procedere: un errore e poi nella proposizione successiva il correttivo dell’errore.

 

Ecco alcuni passi:

 

Vol. II Pag. 37: “In quanti luoghi sono scesa facendomi vedere! Vengono chiamati luoghi di apparizione. Tutto per dare segni di amore. Tutte le mie opere sono opere d’amore (…) Mi è tanto facile scendere per dare per prendere. Figli miei, ma qui, non è una visione. Non si può capire. Un grande avvenimento, un dono tutto straordinario (…) Questo è un dono di prendere contatto a tu per tu. Ognuno e ognuna di voi può avere in questi momenti dei consigli, delle parole strettamente personali e con questo mio intervento ci si può formare fino alla più alta perfezione”.

 

Pag. 80 (Gesù): “Mi amano, ma senza le opere. Quanto mi amano, ma non mi servono! Mi amano in un Crocifisso, perché il Crocifisso non ha bisogno di niente. Figlia, non basta essere graditi a Dio Padre, amarmi soltanto in un Crocifisso, che si trova su un altare”.

 

Pag. 86: “Figlia del mio Cuore Immacolato, vi siete incomodate per venirmi ad onorare in questa casa, in questa statua, ma ne avete avute tante altre di statue più vicine che non vi avrebbero portato tanto disturbo…ma avete capito che qui c’è qualcosa che vi rende più felici. Questo è un incontro molto diverso da quello che avete nelle altre statue. Avete ciò che avete nelle altre statue spiritualmente, ma visibilmente potete averlo soltanto qui”.

 

Pag. 100: “Figli miei sono al mio posto. Non ho mai sbagliato un solo passo. Il Figlio (indica il crocifisso), la sua madre (indica la statua della Madonna), La Chiesa (indica il sacerdote). Questo è il mio posto”.

 

Pag. 29 (Gesù): “Figlia, io voglio, voglio avere, voglio dare. Sono buono, sono potente, sono grande, tanto grande che ho il potere di farmi tanto piccolo, piccolo…di entrare tutto in quell’ostia. Gli uomini sono piccoli. Credere o non credere, io sono vivo, vero, intero, nell’ostia consacrata”.

Esempio: Luigi Gaspari, “Quaderno dell'Amore” 

Esposizione resa al convegno GRIS del 18/19 aprile 2009 a S. Giovanni Rotondo

(Questo profilo storico è stato tratto dal Quaderno dell'amore) Luigi Gaspari è nato a San Felice sul Panaro il 9 aprile 1926 ed è morto a Cesenatico il 15 marzo 1995. Scorrendo con attenzione la storia degli incontri che Luigi Gaspari ebbe con padre Pio la si vede divisa in due tronconi: gli incontri effettivamente avvenuti a S. Giovanni Rotondo e quelli invece avuti a Decima a Chianciano con padre Pio in apparizione.

 

Il suo primo incontro - effettivo - con padre Pio Luigi Gaspari lo ebbe da ragazzo il 15 marzo 1940. In quella data padre Pio, in un primo momento, lo cacciò, ma poi lo prese quale figlio spirituale. Un mese e mezzo dopo (5 maggio 1940) Olimpia Pia Cristallini, che aveva ospitato il ragazzo a S. Giovanni, gli scrive dicendogli che padre Pio non era contento di lui quanto allo studio e al poco fervore nel fare la comunione.

Questa lettera Luigi Gaspari la perse e la ritrovò nel settembre del 1954 nella soffitta. Il ritrovamento fece si che Luigi Gaspari ritornasse a S. Giovanni Rotondo. Venne accolto da padre Pio con benevola paternità.

Da questo momento i viaggi di Luigi Gaspari a S. Giovanni diventarono frequenti.

Il 6 giugno 1956 incontrò padre Pio in sagrestia. Padre Pio gli disse di ritornare subito a casa. Ritornato a casa, Luigi Gaspari vide che la madre era in fin di vita.

Dopo la morte della madre Luigi Gaspari ritornò a S. Giovanni.

Tra la fine del 1967 e l'inizio del 1968, per Natale, si confessò nuovamente da padre Pio. Luigi Gaspari riferisce, senza fornire il contesto generale del discorso, che padre Pio gli disse: “Nell'anno 1968 dovremo lavorare molto. Non abbiamo tempo da perdere”. Queste parole hanno l'ovvia interpretazione dei sani propositi di fine d'anno e di principio di anno nuovo, ma Luigi Gaspari non li coglierà in questo senso.

Agli inizi di aprile Luigi Gaspari cominciò ad udire una voce, che interpretò come ispirazione di padre Pio, probabilmente perché padre Pio, in visione, lo iniziò ad udire una voce che nello scritto che ne uscì sarebbe quella di Cristo.

Alla fine d'aprile fu pronto un manoscritto, e una copia dello stesso venne inviata a padre Pio. Luigi Gaspari non presenta tuttavia nessun segnale di approvazione da S. Giovanni Rotondo, e senza menzionare una visita effettiva a S. Giovanni dice che padre Pio definì il quaderno “Testamento promessa di grazia”. Padre Pio lo esortò a pubblicarlo al più presto e di “farlo giungere al santo Padre, alla gerarchia ecclesiastica e al mondo”. “Il papa capirà tutto”, aggiunse. Non essendoci nessuna visita a S. Giovanni Rotondo si deve concludere che padre Pio apparve in visione. Si deve anche notare che prima della pubblicazione era doveroso sottoporre lo scritto ad un Vescovo (quello del luogo di stampa) per l'imprimatur.

Il 25 maggio si doveva celebrare a St. Louis negli USA la festa del Sacro Cuore e padre Pio, anche qui non vi è nessun viaggio a S. Giovanni Rotondo, chiese che vi fosse inviato il Quaderno; ma la cosa non ebbe seguito. Padre Pio, riferisce Gaspari, “ne fu molto addolorato”. Si noti subito la contraddizione: da una parte si fa riferimento alla gerarchia ecclesiastica e dall'altra la si scavalca completamente non attendendone il giudizio.

 

Nel giugno 1968 si ebbe la prima edizione a stampa a cura di Michele Famiglietti di Roma. Luigi Gaspari dice che aveva domandato a padre Pio di “togliere alcune parole” e di stampare il testo in anonimato. Padre Pio si oppose a tutte e due le richieste. Anche qui non c'è nessuna menzione di un viaggio a S. Giovanni Rotondo, cosa non trascurabile poiché in nessun modo sarebbe stato omesso offrendo la possibilità di dare un sigillo di credibilità.

 

Nell'agosto 1968 uscì una nuova edizione presso le arti grafiche di Rovigo, a cura di Primo Capponcelli di Decima di S. Giovanni in Persiceto (Bo), che padre Pio avrebbe sollecitato a pubblicare il libretto nel maggio del 1968, ma anche qui la mancanza della menzione di una visita a S. Giovanni Rotondo fa concludere che tutto sia in visione. Già si sta formando un gruppo di aderenti attorno a Luigi Gaspari.

Primo Capponcelli andò a S. Giovanni Rotondo sicuro del fatto suo e cominciò a divulgare il volumetto, ma la distribuzione gli venne bloccata e gli venne impedito di parlarne. In questa azione di fermo del volumetto compaiono nientemeno che persone vicinissime a padre Pio.

Contemporaneamente a quanto accadeva a S. Giovanni Rotondo circa il volumetto, Luigi Gaspari si trovava a Chianciano Terme e il 20 settembre, nelle terme di sant'Elena, alle ore 18, gli “apparve” padre Pio (la dichiarazione di apparizione è esplicita). Padre Pio gli disse che doveva anticipare la sua partenza al Cielo per salvare “il salvabile”, lamentandosi che non era più ascoltato neppure da tanti suoi fedelissimi. Disse che le parole del “Testamento promessa di grazia” non erano state credute e che quello che in giugno si poteva salvare ora non lo si poteva più. Il “Testamento promessa di grazia” servirà però a beneficio dei singoli.

 

Il 22 settembre verso le 17 Luigi Gaspari ebbe un sogno da lui definito “profetico”. Nel sogno gli appare padre Pio circondato da un esercito di angeli. Padre Pio lo abbraccia e lo esorta a rimanere forte e a non piangere per la sua morte. Padre Pio gli promette di mettergli a disposizione “il mio esercito di angeli”, che saranno all'obbedienza di Luigi Gaspari in tutto. Padre Pio poi lo aiuterà standogli vicino e lo guiderà in ciò che dovrà dire e fare.

Nottetempo Luigi Gaspari dice di sentire “nel mio cuore” la voce di padre Pio che gli chiedeva di leggergli il volumetto; e lui lo lesse e rilesse fino all'alba. Verso le sette del mattino gli giunse una telefonata da Roma che lo informava della morte di padre Pio.

 

Il 17 ottobre 1968 Luigi Gaspari cercò di far giungere a Paolo VI il Quaderno tramite mons. V. D'Andrea. Dieci giorni dopo il monsignore gli disse che Paolo VI avrebbe detto: “E' alta mistica. Che bello questo incontro tra Padre e figlio. Non c'è nessuna parola da togliere”. Nessuno scritto da parte di Paolo VI viene esibito. E' del tutto impossibile che Paolo VI abbia scavalcato la procedura canonica dell'approvazione dell'Ordinario del luogo di stampa (Rovigo), e che si sia espresso trascurando di inviare il volumetto alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

 

Il volumetto è stato tradotto in francese, tedesco, spagnolo, inglese, polacco, russo, portoghese, greco, croato, rumeno, arabo, braille, fiammingo, cinese, albanese, ungherese, armeno e olandese.

 

Quello che emerge da questo excursus è che Luigi Gaspari dalla fine del 1967 all'inizio del 1968 non andò più a S. Giovanni Rotondo avendo comunicazioni via apparizione con padre Pio, ma  bisogna dire che padre Pio non c'entra in nulla in tutto questo.

 

Esame del testo

 

 

Il procedere del discorso appare immediatamente un torciglione di cose, per cui è necessario estrarre di volta in volta singoli punti, ma basterà estrarne solo alcuni, dei tantissimi, poiché il volumetto è saturo di errori, per formulare il giudizio di difformità dalla dottrina cattolica.

 

(pag. 20-21)

Il vostro cuore non è mai tutto per me. Una parte lo date spesso a me, ma ne tenete di riserva per le vostre brame, per le vostre ricerche al di fuori di me (...) In quell'angolo che mi serbate io spesso mi nascondo. Sto a guardare. Che vedo? Vi vedo affamati, stanchi delusi e scontenti (...) io vi guardo e aspetto un segnale da voi, un richiamo per uscire dal mio nascondiglio dove mi avete collocato voi. Sono presente se mi chiamate, ma ancora più quando mi amate”.

Dal punto di vista del linguaggio è costante il ricorso al passaggio, in uno stesso discorso, dal linguaggio mistico a quello che traccia cose fisiche.

 

(pag. 24)

La vita non sarebbe senza il mio calore. Il calore mio supplisce al gelo dei vostri cuori aridi. Ogni cuore vostro dovrebbe tenere in vita una particella del creato. Quando il vostro cuore è arido, spento, quella parte del creato dovrebbe scomparire, perché è l'amore del cuore che regge tutto. E io che faccio? Io col mio calore riscaldo per voi. Supplisco col mio Cuore l'aridità del vostro. Vi mantengo e mantengo la vita col calore del mio Cuore (...). io sono la riserva di energia che interviene a evitare il disastro dovuto allo spreco fatto dalla vostra, di quello che vi diedi”.

Si ha confusione tra il concetto di onnipotenza divina e quello di energia fisica, e confusione tra calore mistico e calore fisico.

 

(pag. 27)

Io difendo i vostri diritti su coloro che avete amato e tentano di sfuggirvi”.

L'unione nella carità presuppone la libertà, ma tale unione viene fatta diventare un diritto sugli altri che hanno aderito, un diritto da difendere.

 

(pag. 31)

Ritorno al ricordo di chi non mi fu amico. Ora che ho l'amicizia sua, sento in me la certezza di ottenere le amicizie che voglio. Le otterrò certamente tutte; tutte quelle che vorrò per dividerle con lui (...). e' lui che guida ogni passo e non vorrà più che quelli che lui scelse per sé, scappino col pretesto di allontanarsi da me. Sarà un ritorno di tutti coloro che lui chiamò. Ora ci sarà l'appello e guai a chi non risponde”.

L'amicizia non è incontro di carità reciproca tra due persone libere, come deve essere, ma viene pensata come coartazione di una libertà di fronte ad un altra.

 

(pag. 37)

Non permetterò a nessuno di giudicare quello che farai. Già è venuto il momento di parlare chiaro con autorità. E' necessario che io ti renda autorevole”.

Il soggetto si trova chiuso in un cerchio di massima difensiva. Nessuno potrà emettere giudizio alcuno. Il giudizio della Chiesa viene oscurato.

 

(pag. 44)

L'energia mia ha formato la carne che è servita a dare un volto al vostro spirito”.

Vien detto che l'onnipotenza divina non si esprime con la potenza della Parola, ma per mezzo di energia di emanazione.

 

(pag. 44)

Il vostro spirito era prima che si rivestisse della vostra carne”.

Si professa la preesistenza dell'anima alla formazione del corpo.

 

(pag. 44)

Il vostro essere è lo spirito mio infuso nel primo uomo; è quello stesso spirito mio che dando vita ad Adamo, per canali diversi è giunto a voi. Sono i canali che hanno contaminato lo spirito che era mio”.

Si professa l'esistenza di un'anima universale comune a tutti gli uomini (Averroè) trasmessa per generazione (traducianesimo).

 

(pag. 60)

“Io sono già presente negli atei, sono là ad attendere voi, attendo la preghiera vostra di unione. Sarà questa la preghiera che vi farà scoprire la mia costante presenza, laddove si nega la mia esistenza. Sono io che mi nascondo proprio in quegli uomini”.
Si confonde la presenza per immensità con la presenza per inabitazione.

Quanto scritto vuole essere un aiuto per un discernimento dei fenomeni straordinari (visioni, apparizioni, locuzioni, ecc.), visto che i veggenti oggi si moltiplicano e non è possibile che la Chiesa vi faccia fronte con processi canonici; inoltre tanti sono i casi non conosciuti dagli stessi sacerdoti.

 

Inserito 20/06/2007, aggiornato al 21/04/2009