James Patrick Holding e “D.B

La crocifissione di Cristo fu copiata da Krishna?

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Traduzione parziale di Elda Baldini

 

Gli scettici a volte citano Kersey Graves (1813 - 1883; della Pensylvania, già quacchero), I sedici salvatori crocifissi”, oppure L'”Anacalypsis” di Godfrey Higgins (1771 - 1834) dal quale Graves ha preso spunto per asserire che Krishna era un Dio crocifisso. Ma nessuna citazione viene fatta, al riguardo, nella Gita o in altre scritture Indu riconosciute. Data la tendenza sincretica molto evidente nell'induismo, sarebbe giusto dire che qualsiasi tela inusuale che raffigura Krishna crocifisso sia apparsa semplicemente dopo l'esistenza del proselitismo cristiano, a imitazione della narrativa cristiana. Non è originario dell'induismo e nemmeno  l'induismo è la fonte di tale porzione della narrativa cristiana. Lo stesso si può dire per la maggior parte delle storie relative alla natività. A mio avviso (ndr. non solo al suo avviso), sia Higgins che Graves sono fonti del tutto inattendibili e bisogna ignorarle.

 

Questo passaggio, estratto da Stephen Van Eck, rappresenta un percorso di saggezza. E' una strada che Acharya S (D. Murdok) non ha ancora intrapreso.

In una versione on line del suo prossimo magnum opus intitolato “Gli astri di Dio”, Acharya affronta la teoria che Van Eck molto saggiamente rifiuta e cita altri autori definendoli male informati (come Remsburg in questa sede) affermando: “ Esiste una tradizione, anche se non si può trovare nelle scritture Indu, secondo la quale anche Krishna come Gesù fu crocifisso”. Achy ci dice della solita cospirazione per poter coprire questo piccolo segreto: “Invece, sono state trovate in India immagini di Dei crocifissi, uno dei quali sembrerebbe Krishna, informazione importante che non si trova nelle risorse principali delle correnti attuali come le enciclopedie.” Per ottime ragioni. Non ci sono testimonianze che queste immagini siano state costruite prima dell'influenza cristiana in India, e se queste immagini esistono realmente.

 

Come Martin Palmer ci dimostra nel suo libro “Il Gesù Sutras”, i missionari cristiani hanno raggiunto l'India e la China molto presto - intorno al V ed il VII secolo (ndr. Anche molto prima. Nel 260 sono testimoniate, dai testi manichei copti, comunità cristiane in India). Imitatori come Acharya si ergono contro ogni tipo di studio rilevante - non solo contro le enciclopedie - quando cercano di affermare che tale influenza non c'entra. Andare controcorrente, anche se ciò la trascina lontano e la fa ruzzolare giù per le cascate, ad Acharya non importa per niente. Anzi è contenta di insultare la corrente d'acqua del fiume addirittura mentre casca fin giù sulle rocce.

 

Diamo un'occhiata ad alcune asserzioni. Achy cita Doane (Thomas William Doane “Bible mytis ad their paralleles in Other Religiones”, 1855) nel dire:

 

Nelle prime copie  del Pantheon Indu di Moor, si possono osservare rappresentazioni di Krishna (come Wittoba), con segni di buchi in entrambi i piedi, e in altre, con buchi sulle mani. Nelle figure 4 e 5 della Tavola³ 11 (lavoro di Moor), le figure hanno buchi provocati da chiodi in entrambi i piedi. Nella Tavola 6, l'immagine ha un buco rotondo nel lato;  al suo colletto o maglietta pende l'emblema di un cuore (che spesso vediamo in raffigurazioni di Gesù Cristo).

 

Questo pezzo si riferisce ad un libro scritto nel 1800. Molte delle immagini di Moor, come lui stesso afferma nell'introduzione del libro e in altre parti dello stesso (come alcune pagine specifiche che vengono citate in questo saggio), sono state disegnate dal Sig. Haughton del Royal Academy (copia del 1800 del Pantheon Indu) prendendo spunto da statue originali, quadri, e incisioni su monumenti. Le “Tavole”  sono pagine di disegni, la maggior parte delle quali con più di una bozza su di esse. Bozze separate su ogni Tavola sono chiamate figure. La maggior parte delle Tavole e le corrispettive figure che vengono citate in questo saggio sono state abbozzate prendendo spunto da statue.

 

Se volete sapere perché il lavoro di Doane non è un testo standard utilizzato nei corsi di religione, questo vi basterà per capire. Le figure 4 e 5 nella Tavola 11 sono state identificate da Moor come Wishnu e Lacshmi; le figure 6 e 7 ritraggono Vishnu, non Krishna, nelle vesti di Wittoba, e ci sono segni nel seno destro e nel piede sinistro che sono semplicemente identificati come chakra (centri simbolici del corpo umano tra i quali si muoverebbe un'energia), e non come buchi di chiodi, provocati da chiodi. La figura 6 (e non la Tavola 6, che presumibilmente non è quella che intendeva Doane) come è noto, ha un segno nel seno destro (e non un buco rotondo sul lato) che assomiglia più ad un epaulet (un ornamento, insegna) che ad un buco rotondo. C'è anche una forma a cuore attorno al collo, ma quale “immagine antica di Gesù Cristo” ha questo particolare, noi lo vorremmo sapere (ci potrebbero essere quadri di “cuori sacri” cattolici, ma si tratta di una versione moderna e non di una apostolica, cioè antica)? (Ndr. La forma a cuore richiama, invece, una collana con ornamenti preziosi). Vorremmo sapere anche le date di queste presunte immagini, e di quelle che ci offre Moor,  ma purtroppo non potrete beccare Achy dissotterrarne una intenzionalmente. Trattandosi di materiali che Moor ha disegnato solo un paio di secoli fa, sarà un caso complicatissimo per gli imitatori - persino se avessero l'interpretazione nella propria sfera magica. (Crediamo che la prima edizione del P.I. contenga dettagli in alcune immagini che in quelle successive sono minimamente visibili oppure completamente omessi, ma questo sembra più un incidente durante l'atto del copiare  un vecchio libro che una cospirazione, visto che si possono trovare tranquillamente tutte le vecchie edizioni.)

 

Acharya tenta di sostenere che altri dei Indu sono stati crocifissi, lei cita Higgins come illustrazione di altri Disegni nel P.I. di Moor:

 

Nelle figure 4 e 5 della Tavola 11, le immagini hanno buchi provocati da chiodi in entrambi i piedi.  La figura 3 ha un buco in una mano. La figura 6  ha su un lato il segno di un piede, e un po' più in basso un buco rotondo; dal suo colletto o maglietta pende l'ornamento o l'emblema di un cuore, che di solito vediamo nei quadri romanici rappresentanti il Cristo; sulla testa ha un Yoni-Linga. Nella Tavola 12, e in quella 97, ha un segno rotondo sul palmo della mano.  

 

La figura 3 della Tavola 11 ha due figure all'interno, una è Narayan e l'altra è Lacshmi seduto sul suo grembo. Vediamo un oggetto rotondo o “buco” sulla mano inferiore destra di Narayan ( la quale ha quattro braccia). Questo ovviamente è stato interpretato da Higgins come un buco generato da una crocifissione. Comunque, questo non è l'unico posto in cui possiamo notare questo tipo di cerchio, che si trova anche più in alto (seno) sul torace di Narayan, un altro attorno il suo ombelico, e un altro ancora vicino al torace di Lacshmi. Ma questo significa che sono buchi provocati da una crocifissione? Grazie a Dio lo stesso Moor rilascia dei commenti sulle immagini da lui disegnate. Per quanto riguarda questa immagine Moor afferma: “Gli occhi di Narayan sono rubini: rubini dal suo ventre, e dagli ornamenti del suo petto e quello di Lacshmi; un altro è il Chank, e un altro sta per il Padma nella sua mano destra inferiore”.

 

Quindi secondo Moor,  la mano destra inferiore sorregge un rubino che rappresenta un Padma (fiore di lotus), mentre la mano destra superiore sorregge il Chank, che è un guscio/conchiglia. Sembra che ci siano due diverse rappresentazioni del fiore di lotus in molti di questi disegni. Uno è sul suo gambo (che è a volte stranamente rappresentato) e altre volte sembra essere raffigurato semplicemente come la testa di un lotus senza il gambo. Il lotus rappresentato nella mano destra inferiore di Narayan è apparentemente senza il suo gambo e viene sorretto sul palmo della mano.

 

La Tavola 97 raffigura Ballaji, che secondo Moor è un'incarnazione del Dio Vishnu. Ballaji ha quattro braccia. Sul palmo di una delle sue mani destre, Ballaji ha un oggetto circolare simile ad un anello, che è il “segno rotondo” del quale parla Higgins. Le sue altre tre mani sostengono ciascuna un oggetto. Moor afferma che lui sostiene un lotus e “i soliti ornamenti di Vishnu” ( P.I. pag. 416).  Un oggetto sembra come una conchiglia ( il Chank sorretto sulla mano di Narayan nella figura 3 della Tavola 11), un altro sembra qualcosa come un bastone, mentre l'altro è un lotus. Vishnu ( oppure Narayana, che è un titolo di Vishnu [ O” Flaherty pag. 349] come il nome di una delle sue incarnazioni Tagare, volume 11 della serie dell'Antica Tradizione e Mitologia Indiana a pag. 2232) di solito sorregge quattro oggetti, uno su ogni mano [O”Flaherty pag. 202]. Krishna, che è anche una incarnazione di Vishnu, apparve alla sua nascita con quattro mani e sorregge questi stessi oggetti (Prabhupada pag. 46). C'è il fiore di lotus, il bastone, il disco circolare (Chakra) e la conchiglia (Chank) [O”Flaherty 202, Krishna Dharma “Mahabharata” pag.558]. Dato che Ballaji è un'incarnazione di Vishnu, il piccolo oggetto simile ad un anello in una sua mano destra probabilmente rappresenta l'arma a forma di disco circolare, mentre le altre tre mani sorreggono un fiore di lotus, la conchiglia di strambo e un bastone.

 

Higgins ci offre un'altra sua interpretazione di un disegno di Moor:

 

La figura 1, Tavola 91, del Pantheon di Moor, è un Hanuman, ma è evidente che lui ha un buco su un piede, un chiodo sull'altro, un segno rotondo di chiodo sul palmo di una mano e sulla nocca dell'altra, ed è decorata con colombi.

 

Hanuman era una scimmia supernaturale (Vanara) che giocò un ruolo fondamentale nella grande epica indiana Ramayana [Krishna Dharma “Ramayana” pagine 452-454 e pagina 464]. Del cosiddetto “segno rotondo di un chiodo sul palmo di una mano” del quale parla Higgins, Moor afferma  che è “il fiore di lotus, il pedma” che è stato trovato “nella mano destra di Hanuman” [I.P. pag.323]. L'oggetto che Hanuman tiene in mano nel disegno sembra un fiore, con il cosiddetto “il segno rotondo di un chiodo” il quale forma il centro del fiore. Il “chiodo” sembra come se non fosse sul suo piede ma attaccato lateralmente al suo alluce, come se fosse qualcosa di distaccato dai suoi sandali. Moor non specifica di che cosa si tratta e nemmeno specifica che cosa sia il cosiddetto “buco in un piede” oppure il “il segno rotondo di un chiodo nella nocca dell'altra” mano, del quale parla Higgins. Questi due segni sono nella statua, ma potrebbero semplicemente rappresentare una sorta di decorazione indiana o qualcosa di diverso da un buco di chiodo.

 

Acharya S. ci parla di mutilazioni effettuate al testo di Moor, da vescovi malvagi e sconosciuti, e le allusioni circa “le prime edizioni” di Moor, il quale le ebbe “autentiche”, sono postulate tramite Higgins e Graves, che, secondo lei, ovviamente sono fonti affidabili. A questo punto ci troviamo in una “Terra della Fantasia” dell'Imitazione e nessuna risposta viene da Acharya S. richiesta o meritata. Tale paranoia  e pura disonestà potrebbe essere di interesse  per gli psicologi (ndr. Tali affermazioni si possono spiegare come ricevute in stati di trance spiritistici).  Ecco un altro esempio:

 

Purtroppo, Le Antiche Religioni di Dr. Inmans, dal quale Doane ha preso la sua citazione, era un altro di quei libri mutilati. La copia che abbiamo usato aveva le pagine pertinenti alla natività della vergine e la crocifissione strappate. Inoltre, La Monumentale Cristianità di J.P. Lundy è stato chiaramente rubato dalla biblioteca che noi usavamo; perciò, un'altra copia di questo importantissimo illuminato libro dovrebbe essere consultata in una biblioteca lontana 1000 miglia. Un altro di questi libri mancanti era La Storia della Cristianità di Dean Henry Milman, che contiene simili informazioni.

 

Una ricerca effettuata dalla OCLC [on line catalog of the Library of Congress] (il catalogo on line della Biblioteca dei Congress) dimostra che ciascuno di questi libri è disponibile in oltre 120 biblioteche sparse in tutto il paese, incluso seminari conservatori come il Moody Bible Institute. Non è male, visto che ognuno di essi è stato pubblicato nel XIX secolo. E' difficile da comprendere perché Acharya S. abbia dovuto ricorrere ad una biblioteca lontana 1000 miglia. La sua biblioteca forse ha un cattivo rappresentante oppure un inefficace sistema ILL, oppure Acharya S. effettivamente vive a Timbuktu. Non ci sono segnali di paranoia in questo caso; i libri, in particolare quelli vecchi che raggiungeranno un certo prezzo nel mercato nero indipendentemente dal tema, vengono persi regolarmente nelle biblioteche.

 

 

Appendice: Questo tema è stato recentemente ripreso dal collega apologetico, il ministro Mike Licona il quale ha consultato Dr. Edwin Bryant, un professore di Induismo al Rutgers, su questo ed altre questioni. Non staremo qui a ripetere tutto ciò che ci offre Bryant, ma è sufficiente, per il nostro scopo, notare che egli ha sottolineato che non c'erano dei crocifissi in India.

 

Bibliografia

 

Lavori consultati e citati:

 

Edward Moor, ristampa del “Panteon Indu”, ed. Garland, 1984, con un'introduzione di Burton Feldman. Dalla collezione, “Una serie di Garland: Mito & Romanticismo: Una collezione delle Maggiori Fonti Mitografiche usate dai Poeti Romantici Inglesi”. Tutte le citazioni prese da Moor sono estratte da questa edizione.

Edward Moor, “Panteon Indu”,1810, presso biblioteca l'Università della Pennsylvenia: libri e manoscritti rari.

Le citazioni di Higgins, Doane e Lundy inserite in queste pagine sono state estratte dal capitolo di Acharya S intitolato “Krishna crocifisso?” in “Astri di Dio”. I diritti d'autore di questo capitolo sono di Acharya S. Il punto di vista di Acharya è stato in questo saggio, in parte parafrasato da questo capitolo

Un rifiuto del libro di Acharya S, La cospirazione di Cristo”, di Mike Licona. Questo saggio si trova on line sul sito di Limonai; per avere il saggio, cliccare sul link Resources (risorse).

Mabharata, “L'Epica Spirituale più importante di tutti i tempi” di Krishna Dharma, ed. Torchlight, Los Angeles e Delhi, 1999.

Ramayana, “Il Racconto Immortale Indiano di Avventura, Amore e Saggezza” di Krishna Dharma, ed.  Torchlight, 2000.

Wendy Doniger O'Flaherty, “I Miti Indu: una raccolta di documenti originali tradotto dal sanscrito”, ed. Penguin Books, 1975.

Articoli intitolati “Puranas” e “Bhagavata Purana”, Microsoft Encarta Ecyclopedia 2001. Tutti i diritti sono riservati. Questo si riferisce alla versione CD ROM  con aggiornamenti  disponibili on line.

A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada (Il Fondatore-Acarya della Società internazionale della Consapevolezza di Krishna), “KRSNA: La Suprema Personalità di Dio/Dvinità”, ed. Bhaktivedanta, 1996.

 

 

Il “Bhagavata Purana” tradotto in inglese da Dr. Ganesh Vasuedo Tagare; a cura del Prof. J.L. Shastri, ed. Motilal Banarsidass, Delhi, 1976. Questa edizione è una traduzione completa di questa scrittura popolare indu estremamente importante. E' composto da 5 volumi e comprende i volumi 7-11 della serie dell'Antica Tradizione e Mitologia Indiana. G.V. Tagare nella sua introduzione al Bhagavata Purana nel suo primo volume della sua traduzione di queste scritture indu, ci fornisce questa citazione dal libro di Panikkar “Un Sondaggio della Storia Indiana” sulla autorità di Bhagavata Purana,  affermando che questa scrittura è:

non soltanto un magnifico canto epico delle grandi scritture di Krishna, ma una scrittura della gente alla quale l'intera popolazione Indu, a partire dall'Himalaya fino al Vindhya e dal Punjab fino al Bengal, la considera come sostegno spirituale, un codice di etica costantemente sulla bocca di tutti, dai principi ai contadini e di una vera, sublime e geniale espressione epica” (Panikkar, “Un'indagine della Storia Indiana”, pag. 174, estratto dal volume 7 della serie dell'Antica Tradizione e Mitologia, pag. 37 - 38).

 

(Ndr. Kersey Graves, I sedici salvatori crocifissi”: [I sedici salvatori crocifissi sarebbero: Krishna, Buddha, Thammuz (Adone), Wittoba (una forma di Vishnu), Iao (Nepal), Hesus (dio celtico), Queztalcoatl (Aztechi), Quirino (Roma), Thulis (dio egizio identificato con Api: il bue, diventato vecchio, veniva annegato nel Nilo), Indra (religione dei Veda), Alcestos (Grecia, Alceste), Attis, Cristo, Bali (Stato Orissa, India Orientale), Mithra. Tranne Cristo, nessuno di loro è stato crocifisso]).