2 MISTERO DEL DOLORE: La flagellazione di Gesù

 

La Parola (Gv 18,38-40;19,1): E, detto questo, (Pilato) uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: <Io non trovo in lui colpa alcuna (...). Volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?>. Allora essi gridarono di nuovo: <Non costui, ma Barabba!>. (...) Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare".

 

 

La flagellazione venne inflitta a Gesù come punizione per aver creato disordini. Il futuro di un flagellato era segnato dall'impossibilità di sostenere disagi e fatiche. Ridotto così Gesù non doveva far più paura a nessuno. L'agitazione dei Giudei si sarebbe dovuta calmare, e invece la vista del sangue accecò ancor più la folla, che chiese a gran voce la crocifissione. L'odio si scatenò contro l'Amore per vincerlo, ma l'Amore vinse. Gesù è l'Agnello che viene condotto al macello, e lui mite vi si lascia condurre pur avendo il potere di abbattere di colpo tutti i suoi nemici; per questo è diventato sacrificio, oblazione al Padre, sacrificio consumato dal fuoco dello Spirito Santo per la salvezza del mondo. Coloro che restano in Cristo, che vivono con Cristo, che operano per Cristo, rimangono miti di fronte agli oltraggi e diventano, nel dono dello Spirito Santo, un'oblazione gradita a Dio.

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